Saturday, 29 September 2018

sogno del volo velocissimo


Era di notte e stavo nella veranda della casa della nonna. Sembrava forse una notte d’estate qualche luce non troppo forte illuminava la veranda e l’esterno.
Forse Ubi se n’era appena tornata di sopra, fatto sta che stavo giù guardando fuori, direzione del fiume: là c’era mia madre, nell’oscurità, vagamente illuminata dalla luce, che era un po’piegata probabilmente per innaffiare chissà che pianta che stava a terra. Sembrava molto serene, forse felice, e non faceva caso a nient’altro.
Guardavo oltre a lei, su nel cielo, tra foglie grandi ed esuberanti che mi stavano vicine alla faccia intravedevo il momento in cui una grandissima luna piena superava il disco oscuro dell’eclissi che la stava coprendo completamente: si stava dunque creando un anello di luce molto brillante e molto grande. L’anello si stava manifestando rapidamente e in breve avrebbe chiuso l’intera circonferenza (a destra) con scintille che sembrava il brillare di lontana polvere da sparo bianchissima. Pensavo di chiamare Ubi, perché era una cosa unica, ma mi rendevo conto che non avrebbe fatto a tempo a venire: l’evento mai visto stava già concludendosi... quindi continuavo ad ammirarlo da solo (peccato però).
La luna diventava finalmente un anello e a partire da quel momento si trattava di un’eclissi normale. Distoglievo per un secondo lo sguardo. Poi... vedevo luci arancioni diverse, particolari, nel cielo... non capivo: stelle? Scintille più scure? Uscivo dalla veranda e arrivavo di fianco a mia madre che anche lei sollevava lo sguardo ammirata senza capire: c’era un gigantesco fuoco d’artificio lento (quasi immobile) nel cielo fatto di mille scintille di un colore caldo e soffuso, arancione. Ma non era solo quello, tutto il cielo, tutto, da un orizzonte all’altro era pieno di archi di queste scintille... era assurdo! Inconcepibile! Incomprensibile.
Preso da tanto stupore corro verso il fiume e a questo punto mi chiedo se quello fosse un sogno, ma la sensazione era chiaramente “no”: tutto era davvero troppo reale.
In questa potente sensazione di realtà inconcepibile, ma realtà, decido comunque, correndo fortissimo di saltare sul fiume e vedere se riesco a volare... sento che è una follia, nella realtà questo non funzione, ma arrivo sulla sponda del fiume e (con un ampio paesaggio sotto a una luce chiara, grigia) vedo il fiume ampio, pieno d’acqua fino a pochi centimetri dalla riva, un’estensione d’acqua davvero notevole... sto correndo a tutta velocità e hop: salto!
E comincio a volare a raso d’acqua!
È incredibile: ancora non mi sembra un sogno, mi sembra davvero tutto fortemente, intuitivamente reale e questo rende l’esperienza ancora più incredibile!
Sto sorvolando veloce l’acqua del fiume meolo a tipo un metro dall’acqua, vado rapidissimo, così rapido che... a  un certo punto, senza aspettarmelo, si scatena un’accelerazione impossibile (come nei film fantascientifici) e senza più capire nulla del paesaggio sento solo la velocità e intuisco le luci mutevoli attorno a me a velocità impossibili.
Quando mi fermo sono nello spazio (però uno spazio luminoso) e vedo il pianeta sotto di me come una sfera di varie tonalità blu d’acqua.
Capisco che posso gestire il sogno, posso gestire quella realtà: voglio dunque trovare un saggio, una persona illuminata con cui parlare, chiedere, imparare (ma mi sto emozionando troppo e ho paura di non riuscire a mentenermi nel sogno o di dimenticarlo, poi...)
Adesso sto sorvolando un altro pianeta, tra il giallo e l’arancione, potremmo dire simile per certe tonalità a Giove, ma con una geometria e un ritmo di colori più tranquillo. Decido di entrare in quel pianeta: lì troverò la persona che cerco (ma mi sto agitando... intuisco che potrei svegliarmi da un momento all’altro... non voglio). Entro nelle spirali gassose del pianeta, adesso sono dentro a una diffusa luce gialla-arancione ed ecco che sembra apparire un uomo, scuro, muscoloso, magro, pelato, vestito di qualche tela o di un’armatura antica, classica. Sembra una specie di egizio... e lì davanti a me e mi guarda.
Penso troppo fortemente e con ansia alla domanda che devo porgli....
....e mi sveglio.

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