Tuesday, 30 April 2019

sogno di me bambino sperduto


Mi trovo in una strada che passa attraverso una stretta valle tra colline terrose (quasi l’entrata di un canyon) e, come fossi trasportato forse da qualche veicolo, mi allontano da un’area di accampamento (militare?) scena della parte precedente del sogno, ormai dimenticata.
Sto andando avanti, ma alla mia destra, da sopra la collina, vedo un mezzo militare (tipo un tank della prima guerra mondiale) che arriva fino al bordo del declivio, si ferma un attimo e si lancia giù per il terreno scosceso (e forse erboso): è una corsa folle, a tutta velocità, fatta per creare una scorciatoia. I due che (intuisco) stanno dentro il mezzo hanno evidentemente piena fiducia nella capacità del veicolo.
Ma tutto questo che descrivo è una frazione di secondo... non sarei nemmeno molto interessato a questo evento, comunque un po’ lontano da me, se non fosse per il fatto che il carrarmato che scende a tutta velocità (e che credevo arrivasse alla fine sano e salvo a valle) sbatte forte contro una roccia che doveva esserci (anche se non la vedo) a metà della discesa.
Come un giocattolino leggero rimbalza veloce da una parte e dall'altra e alla fine si incastra a metà del fianco della collina, sottosopra.
Si sente qualcuno urlare disperato dall'accampamento dietro di me. Delle persone cercano di avvicinarsi al veicolo capottato. Finalmente un uomo arriva a vedere dentro il finestrino.
Comincia un pianto straziante e disperato...
Uno dei due che stava dentro al tank era il fratello dell’uomo che è arrivato a soccorrerli, ma è morto nell'incidente.
Io continuo verso avanti, ma guardo la scena (come se fossi soltanto un osservatore di quella infinita tristezza profonda e inconsolabile).
(Non so perché, ma potrei dire di essere nudo... e probabilmente molto più giovane... un preadolescente?)
Il pianto continua incessantemente e mi giro di nuovo verso destra a guardare indietro la scena triste.
Però  adesso la scena è completamente diversa: si tratta di una casa di mattoni, allungata e bassa, davanti alla quale ci sono due figure: una persona non chiaramente identificata e una ragazza, una madre, con un bambino sui 3 anni al fianco, appoggiato all'anca. È lei che piange disperata.
Si avvicina un po’ confusa e disperata alla porta, ma tituba, si guarda indietro, sembra disorientata, cerca lo sguardo dell’altra persona... e piange, piange sconsolata.
L’altra persona si sta allontanando e lei deve entrare per la porta d’entrata: dentro c’è suo marito (il padre del bimbo) morto. Lo so.
Arriva fino alla porta, ma non riesce a trovare come accendere la luce dentro, si gira, sempre piangendo, e chiede con lo sguardo aiuto all'altra persona che le dice che l’interruttore sta fuori dalla porta (con una certa freddezza) e lei lo trova e entra.
Pianti e grida di tristezza...
Mi sento ancora solo osservatore, anche se sento empatia con tutte queste emozioni tristi. Ma è come se così fosse la vita... in un certo senso...
Allora torno a guardare davanti e vedo un sentiero che passa in un paesaggio verdissimo di piccoli campi umidi di grano (o riso) giovane protetti da boschi verde scuro nei quali il cammino si perde...
Questa visione, in sé molto bella e pacifica, mi provoca invece un grande panico!
Mi sento un bimbo piccolo che ha perso tutti gli altri! Tutti sono andati avanti mentre io ero distratto da quelle scene di pianto e tristezza e adesso ero da solo, perso, dimenticato!
Sono un bambino perso!
Non so come comportarmi davanti al mondo!
Non so sopravvivere da solo... la realtà del mondo è spietatamente mortale, quando si è da soli... cresce l’angoscia e cerco di trovare la pista per raggiungere il mio gruppo...
Invoco, prego, allora “mio nonno” (e mentre gli rivolgo queste parole, sento che le rivolgo indietro, un po’ sopra di me, a destra).
Spaventato gli dico:
“Nonno, come si segue l’odore di certe creature...?” (e per creature intendo esseri, spiriti, essenze... mentre con l’odore vorrei intendere le tracce da seguire...) “...tipo l’Hermite”  aggiungo, e l'hermite è la carta VIIII dei tarocchi... l’anziano (o nonno) che abbandona la perfezione (la vita?) capendo saggiamente che è arrivato il momento di abbandonarsi a un nuovo mondo sconosciuto (la morte?)...
Il bambino solo, perso, spaventato, senza più guida, terrorizzato dal mondo e dalla vita chiede aiuto all'adulto, al vecchio...
...ma non sa il bambino che il nonno altro non è che un altro bimbo travestito da vecchio, anche lui perso e spaventato dalla vita, ma che ha la gentilezza di regalare agli altri un’amorosa sensazione di sicurezza.

Suona la sveglia.
Ancora in preda a una certa agitazione apro gli occhi.



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