Tuesday 10 April 2018

psico-geografia

una volta ho disegnato una gigantesca mappa del mondo (proiezione mercatore, a grandi linee) sulla sabbia di una ampia spiaggia tropicale deserta.
mentre disegnavo i vari continenti mi sono reso conto di una cosa piuttosto interessante: la posizione di ogni continente, rispetto al congiunto degli altri, dà delle sensazioni assai diverse!
è un esercizio da sperimentare, raccontarlo sembra un po' assurdo, ma se potete, provateci: disegnate un grande mondo sul suolo e dopo averlo tracciato ubicatevi in un continente e fermatevi un attimo a sentire quale sensazione vi dà stare in quel punto, rispetto al resto del mondo...

le mie sensazioni erano approssimativamente le seguenti:

dall'america meridionale il grosso del volume del mondo attrae l'attenzione: europa e asia sono ciò che l'america latina guarda. sotto questo posizionamento, il pezzettino di africa occidentale diventa una regione da sorvolare, semplicemente, per arrivare "nel mondo". l'australia è troppo lontana, non si considera. il nord america è l'altro polo intuitivo, ma per guardarlo ci si deve "dimenticare" del resto del mondo, a questo punto il nord americe diventa l'unico riferimento esistente. 
ad ogni modo stando nel sud america ci si sente nella periferia del mondo, lontani dal resto.

dal nord america con un solo colpo d'occhio, quasi, si vede spiegato tutto il mondo, basta guardare verso est o sud est. l'america meridionale è un'estensione naturale del proprio continente, ma è marginale, in un certo senso, il grosso del mondo si staglia davanti: europa asia e africa. l'australia sta dentro allo stesso sguardo onnicomprensivo ma è distante, non conta molto. 
la connessione con il mondo è l'europa e l'asia. l'africa solo un pochino, comincia già a essere sempre più marginale, più scende a sud...
dal nord america sembra di avere una postazione di controllo sul resto del mondo.

dall'europa tutto si apre attorno come se si trattasse di un ventaglio di possibilità, c'è solo da scegliere: tutto a disposizione. a quasi ogni punto cardinale corrisponde un continente diverso del mondo. l'australia è un po' distante, ma corrisponde comunque al sud est, quindi il suo posto ce l'ha.
dall'europa sembra di stare nel centro del mondo.

dall'africa la situazione è diversa: pur stando in un certo senso al centro, grandi estensioni di oceano la dividono da grande parte del mondo. si intuisce che il grosso del mondo sta sopra di lei e gli unici punti realmente accessibili sono europa e asia. qualsiasi altro posto dà la sensazione di isolarsi ancora di più nella periferia del mondo.
dall'africa si ha la sensazione di voler collegarsi di più al resto del mondo.

dall'asia tutto il resto è marginale: ci sono continenti lontani, continenti vicini, ma l'asia è gigante, è la grande piattaforma. l'asia non ha bisogno di nessuno... tutto sta a una distanza relativa, ma pur sempre fuori.
dall'asia la sensazione è di stare solidi nel mondo, nella sua vastità.

dall'australia tutto il resto del mondo sembra così distante... così irraggiungibile... tutto ma proprio tutto sta dietro l'asia che, comunque non è vicina... 
dall'australia la sensazione è di assoluto isolamento.


(ovviamente sarebbe più corretto tracciare delle mappe non convenzionali che abbiano come centro ognuno dei punti di osservazione scelti, ma anche se così fosse, possiamo comunque affermare che da nessun punto del globo si vede tutto il mondo, quindi la nostra "visione del mondo" è essenzialmente quella mentale che a grosso modo coincide con una proiezione mercatore. si sa che ci sono rappresentazioni in cui l'europa non è il centro del mondo, ma possiamo comunque stabilire che dei limiti fisici come i poli e l'estensione immensa dell'oceano pacifico siano comunque dei limiti ragionevoli per praticare questo esercizio psico-geografico).

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