Eccomi pronto per atterrare a Bristol, città dell'Inghilterra, paese dalla lingua germanica mista al neo-Latino importato dai Normanni, i quali furono un tempo Vichinghi; da Bristol andrò a Plymouth in Cornovaglia, dove gli Inglesi fingono di essere ancora Celti, e là mi troverò con Visnu, Brasiliana dal sangue misto Indio, Africano ed Europeo, ma di nome curiosamente Indù.
Ieri ero a Barcellona, città Catalana all'interno dello stato Spagnolo, dove da anni ormai vivo io, Italiano del Veneto, regione che prende il nome da una antica popolazione Indo-Europea pre-Latina.
Da Barcellona per arrivare a Bristol ho dovuto fare uno scalo tecnico a Bruxelles, questa imperfetta frontiera tra Fiamminghi (Olandesi del Belgio) e Valloni (Francesi del Belgio), città scelta come strana e emblematica capitale internazionale dell'Unione Europa; scelta quasi profetica: bandiera unica, ma scarsa integrazione. A Bruxelles mi ha ospitato Karima, Belga di origine Berbero-Marocchina dal nome Arabo, amica di Jonathan, Belga di origine Siciliana dal nome Anglosassone (o piuttosto Ebraico) residente ora in Spagna.
Invece al ritorno da Bristol non ci sarà il Belgio, ma Marsiglia, città di Provenzali, Algerini e Napoletani capitale del sud della Francia, paese di Neolatini che si credono Galli e che usano per definirsi il nome di una tribù germanica. A Marsiglia, città fondata dai Greci, troverò Fabrizio, amico di Roma conosciuto a Barcellona, e la sua ragazza Anna, di Parma, residenti marsigliesi da qualche anno.
Poi, se non ci dovessero essere tappe a Lunel a casa di Ju e Greg, coppia franco-brasiliana, tornerò a Barcellona, città fondata dai Cartaginesi (che erano coloni Fenici provenienti dal Medio Oriente e insediati in terra africana) dove potrò tornare a lavorare alle traduzioni internazionali in Inglese, Spagnolo, Italiano, Francese e Portoghese nella sede dell'area Europa-MedioOriente-Africa di una multinazionale statunitense che ha comprato tecnologie israeliane. ma potrei anche essere spedito subito a Milano, in terra Lombarda (regione che prende il nome da antichi invasori teutonici) per una traduzione Inglese-Italiano.
A quel punto sarò pronto per ripartire ad ottobre per la nuova tappa del lavoro in Mozambico, ex-colonia Portoghese, oppure nel caso tutto slittasse più avanti, potrei essere mandato di nuovo a Tel Aviv, città di coloni Ebrei costruita su suolo Palestinese, per tradurre dall'Inglese all'Italiano. ma se anche questo lavoro saltasse, allora potrei finalmente andare a Casablanca (città marocchina dal nome misteriosamente Spagnolo anche se praticamente creata dai Francesi) dove Xavi, amico catalano, si sposa con una ragazza marocchina e dove, forse, potei trovarmi anche con Jeanne, Parigina che vive in Mali!
tratto da una considerazione reale scritta su un diarietto di viaggio.
Ieri ero a Barcellona, città Catalana all'interno dello stato Spagnolo, dove da anni ormai vivo io, Italiano del Veneto, regione che prende il nome da una antica popolazione Indo-Europea pre-Latina.
Da Barcellona per arrivare a Bristol ho dovuto fare uno scalo tecnico a Bruxelles, questa imperfetta frontiera tra Fiamminghi (Olandesi del Belgio) e Valloni (Francesi del Belgio), città scelta come strana e emblematica capitale internazionale dell'Unione Europa; scelta quasi profetica: bandiera unica, ma scarsa integrazione. A Bruxelles mi ha ospitato Karima, Belga di origine Berbero-Marocchina dal nome Arabo, amica di Jonathan, Belga di origine Siciliana dal nome Anglosassone (o piuttosto Ebraico) residente ora in Spagna.
Invece al ritorno da Bristol non ci sarà il Belgio, ma Marsiglia, città di Provenzali, Algerini e Napoletani capitale del sud della Francia, paese di Neolatini che si credono Galli e che usano per definirsi il nome di una tribù germanica. A Marsiglia, città fondata dai Greci, troverò Fabrizio, amico di Roma conosciuto a Barcellona, e la sua ragazza Anna, di Parma, residenti marsigliesi da qualche anno.
Poi, se non ci dovessero essere tappe a Lunel a casa di Ju e Greg, coppia franco-brasiliana, tornerò a Barcellona, città fondata dai Cartaginesi (che erano coloni Fenici provenienti dal Medio Oriente e insediati in terra africana) dove potrò tornare a lavorare alle traduzioni internazionali in Inglese, Spagnolo, Italiano, Francese e Portoghese nella sede dell'area Europa-MedioOriente-Africa di una multinazionale statunitense che ha comprato tecnologie israeliane. ma potrei anche essere spedito subito a Milano, in terra Lombarda (regione che prende il nome da antichi invasori teutonici) per una traduzione Inglese-Italiano.
A quel punto sarò pronto per ripartire ad ottobre per la nuova tappa del lavoro in Mozambico, ex-colonia Portoghese, oppure nel caso tutto slittasse più avanti, potrei essere mandato di nuovo a Tel Aviv, città di coloni Ebrei costruita su suolo Palestinese, per tradurre dall'Inglese all'Italiano. ma se anche questo lavoro saltasse, allora potrei finalmente andare a Casablanca (città marocchina dal nome misteriosamente Spagnolo anche se praticamente creata dai Francesi) dove Xavi, amico catalano, si sposa con una ragazza marocchina e dove, forse, potei trovarmi anche con Jeanne, Parigina che vive in Mali!
...e poi qualcuno ha il coraggio di dire che gli immigrati devono restarsene a casa loro!
siamo tutti migranti.
tratto da una considerazione reale scritta su un diarietto di viaggio.
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