Tuesday, 18 September 2018

sogno della chiesa in rovine

L'antico sogno della chiesa in rovine...







Un modellino gigante di un campo di battaglia collinoso metallico con tanti soldatini sopra.
la visione era a raso terra, in mezzo ai soldatini, di due colori (mimetico e blu) sul grigio del metallo, tutti mischiati tra loro in una battaglia.
stavo spiegando il modellino a qualcuno e dicevo che tra quei soldatini c'erano dei grandi generali, apparentemente come gli altri, ma che avevano fatto cose grandi.
sapevo che era un gioco, ma questo non toglieva nulla alle grandi imprese dei generali nel loro metallico mondo fittizio ludico.

a questo punto invece mi ritrovo tra le rovine di una grande chiesa, a volte sembre una gigantesca casa colonica, a volte un convento in rovina. parti senza tetto, macerie da tutte le parti.
io saltavo sui muri crollati insieme a Luca, mio fratello maggiore, più in fondo nella navata.
c'erano anche altre persone, tipo mia madre e un altro tipo, un estraneo che non ho mai guardato in faccia.
le rovine erano in qualche modo legate alla mia infanzia e le avevo già percorse e vederle cosí era esaltante. dalle ampie falle dei muri e dalle parti scoperchiate entrava una grande luce estiva di un sole bello e pulito.
mia madre mi si mette a parlare vicino e si sorprende della bellezza del posto. dice che lí una volta, lá sotto, dove c'era quella specie di anfiteatro naturale verde (e nella mia mente lo vedevo), lá una volta ci si lavorava con la stalla e non ci si rendeva conto di quanto bello era.
il luogo di cui parlava mia madre era poco più in lá. io sapevo che c'ero stato poco prima. e pensavo alla bellezza del luogo (ma poi non ero cosí convinto come mia madre, anche se concordavo).

voglio andare su per i resti del campanile, prima buttando l'occhio avevo visto una scala mezza distrutta che si arrampicava per quel che restava della torre e un tipo che la stava salendo. adesso che voglio andarci su anche io, vedo che le scale più crescono e più si fanno strette, fino a sparire attaccate al muro.
rinuncio solo guardandole. sento mio fratello vicino. mi dice: "guarda quel muro all'entrata, [un muro mezzo distrutto, anticamente affrescato con rombi rossi e bianchi] é il muro di san Notario"
io guardo il muro (adesso siamo sopra un tetto e vediamo tutto dall'alto) e dico: "san Gervasio"
mio fratello concorda.
adesso però dal chiostro che si vede alla destra in basso si vede della gente vestita con tuniche nere apparire de dentro un portone e ammassarsi sulle sbarre del cancello che blocca l'entrata.
so che sono amici miei, compagni di lavoro (so che tra loro, per esempio, c'è Carmelo). non capisco cosa succeda e perché siano vestiti di nero.
mi volto e dalla parte del muro di san Gervasio adesso c'è un gruppetto di persone con la stessa tunica nera che sta decidendo la sorte degli altri.
anche io ho la tunica nera.
vicino a me molta gente vestita uguale.
c'è un tipo mezzo calvo e grassottello, il capo, che é l'unico che parla ed é al centro di tutta l'attenzione e di tutti gli eventi. parla fanaticamente e fa dei resoconti su alcuni di quelli che stanno attorno e sotto di me. dopo averli giudicati (quasi un esame fatto da un professore stronzo) dice alla gente ció che deve fare e, o li chiama nel suo gruppo, oppure li manda dal lato opposto del tetto su cui siamo e li dà a un'altro capo "subalterno" che gestisce il gruppo sfigato.
di sorpresa il calvo chiama anche me, mi chiama per nome e dice che ho fatto dei lavoretti sporchi per l'altro capo, ma che in fondo posso venire con il suo gruppo.
il tipo mi sta abbastanza antipatico e fingo allegria, ma in fonde é sicuramente il gruppo migliore. faccio un salto come se fosse uno scalino e invece salto dal tetto a terra e mi metto nel gruppo nero dello stronzone. vicino a me mio fratello o Pippo, non so.
nell'avvicinarmi porto in braccio una gigantesca mezza zucca che é uno strumento musicale e lo suono entrando nel gruppo. una musica per celebrare che sono entrato nel gruppo migliore.
mi sveglio e ricordo il ritornello della musica onirica.
notevole sonorità...



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