Thursday 22 July 2021

Racconto dell'isola

Idea per un racconto surreale.

Un uomo vive in un'isola in mezzo all'oceano. È una piccola isola vulcanica, intorno a lui solo l'orizzonte del mare.

L'uomo vive la sua solitudine e il suo estremo isolamento. Ogni tanto si spaventa per grandi tormente oceaniche, a volte per la scarsità d'acqua o la difficoltà di ottenere il cibo, a volte degli squali si intravedono e lo spaventano, ma ciò che più lo lascia inquieto è il vulcano dell'isola che (specialmente di notte) scoppia in grandi boati e sputa fiamme e rocce infuocate, facendo tremare la terra sotto i piedi.

L'uomo passa infiniti giorni e infinite notti in questa solitudine e in questa monotonia instabile e inquieta.

Un giorno si alza e guardando all'orizzonte scopre che adesso c'è un'isola là in fondo. È un'isola lontana, ma si vedono le montagne, la vegetazione più scura, le spiagge e un altro vulcano che libera fumo nero.

L'uomo non si capacita di come sia possibile... pensa mille possibilità per cui quell'isola possa essere apparsa all'orizzonte, ma niente si spiega: non si tratta di un'isola "nuova" creata da un nuovo vulcano, è un'isola con vegetazione e tutto... semplicemente è comparsa...

Passano i giorni e l'uomo si abitua alla vista della lontana e misteriosa isola.

Diventa poco a poco un elemento familiare che completa il suo mondo e che gli fa immaginare come sarebbe stare dall'altra parte... come sarebbe quell'isola da dentro...

Un giorno, svegliandosi la mattina, di nuovo la sorpresa: l'isola è molto più vicina!

Come è possibile? Non si sa...

Adesso però si possono vedere in lontananza gli alberi, a volte si può intravedere qualche grande uccello planare attorno alle vette rocciose e verdeggianti.

È incredibile... è come se di notte avesse fatto un salto di un paio di chilometri! Assurdo!

Comunque passano i giorni e di nuovo l'uomo si abitua all'isola misteriosa, ma sempre più familiare. Diventa poco a poco un enigma ma anche un riferimento che riempie le sue giornate e la sua vista.

Dopo molti giorni e molte notti, di nuovo il miracolo! Di nuovo l'isola è più vicina! 

Adesso si vede bene tutto quello che c'è dal lato visibile! È ancora molto distante per poter raggiungerla a nuoto o con una zattera, ma è inevitabile pensare a come poter arrivarci... è grande e bella! sembra disabitata. Il panorama si riempie di questa lussureggiante visione. L'uomo smette di guardare gli altri orizzonti e solo scruta e analizza i dettagli di questa mistriosissima isola che si muove...

Una notte mentre dorme il vulcano della sua isola esplode in una potente eruzione... L'uomo si spaventa molto. Il cielo nero è illuminato dalle esplosioni e da fiumi di magma infuocati. Ma ecco che adesso anche il vulcano dell'isola misteriosa esplode in una potente eruzione! Panico! L'uomo si perde in una serie di deliri di paura finché non sorge il sole. I vulcani si calmano... pericolo scampato... l'uomo si addormenta sulla spiaggia.

Al risveglio, quando il sole è già alto, con grandissimo stupore l'uomo scopre che l'isola misteriosa è tornata in fondo all'orizzonte... lontano lontano.

Ormai questa stravaganza non lo sconvolge più, ma si interroga su cosa sarà accaduto, su cosa succederà adesso e si chiede come sarebbe adesso vedere la sua propria isola dalle spiagge dell'altra isola. Inizia a immaginare che quella stessa notte l'isola misteriosa potrebbe sparire per sempre ed entra in lui una tristezza profonda: quell'isola è diventata una compagna che dà senso al suo orizzonte e alle sue giornate. Il mistero di quelle apparizioni poi lo intriga e il solo pensiero che possa sparire con tutto questo mistero e lasciarlo di nuovo da solo, in mezzo all'oceano,a contemplare un infinito orizzonte vuoto in tutte le direzioni lo spaventa.

Ma il giorno dopo l'isola resta alla vista. E così anche il giorno dopo e quello dopo ancora.

L'uomo inizia ad essere grato all'isola per non sparire dalla sua vita. Per accompagnarlo.

Un mattino, dopo varie settimane, l'isola torna ad avvicinarsi. È un processo lentissimo, ma dopo ancora delle altre settimane l'isola si riavvicina e continua ad avvicinarsi ancora.

Una mattina l'uomo si sveglia e l'isola è vicina! È proprio davanti alla spiaggia, a un centinaio di metri di distanza e si staglia in tutta la sua imponenza con le sue montagne e la sua vegetazione.

L'uomo rimugina qualche ora e alla fine decide di attraversare a nuoto quella distanza per toccare l'altra isola e per esplorarla.

Si mette a nuotare, anche se teme un po' gli squali e le correnti, ma alla fine, poco a poco si avvicina all'isola misteriosa. Dopo qualche minuto carico di tensione l'uomo arriva vicino alla spiaggia dell'isola che si muove. Tocca con il piede il fondo della spiaggia e velocemente si lancia verso la sabbia asciutta.

prende fiato, è tutto emozionato, e per la prima volta ammira la propria isola da un'altra prospettiva! è incredibile ed emozionante: tutti i dettagli conosciuti dell'isola adesso appaiono in ordine, visti da una certa distanza. Con gli occhi può seguire, con la mente, i percorsi e i sentieri conosciuti, anche se nascosti a volte dalla vegetazione e dalle pietre. Vede l'imponente vulcano della sua isola, che fuma e sembra una divinità irritata. 

Tuttavia non si sente molto a suo agio in quell'ambiente nuovo: è un misto di inquietudine e di eccitazione per poter finalmente esplorare quell'isola tanto sognata. Addentrarsi nella vegetazione però gli fa un po' paura e non si allontana molto dalla spiaggia. Il timore che l'isola in cui si trova si allontani di colpo lo mantiene vicino alla costa.

È una grande avventura, una bellissima esperienza, emozionante e misteriosa. L'uomo torna alla spiaggia, torna a guardare la sua propria isola da quel punto, ammirato, amando l'isola che lo ha cresciuto, e poi, temendo che cali la notte, decide di tornare a nuotare verso la sua isola e lasciare l'isola misteriosa alle spalle.

Quella notte l'uomo quasi non dorme dall'agitazione, dai pensieri, dai ricordi e dall'orgoglio di aver attraversato ed esplorato l'altra isola.

Il giorno dopo l'uomo non resiste e torna a nuotare dall'altra parte.

giorno dopo giorno l'uomo esplora sempre più aree dell'altra isola, il che lo rende felice, ma spesso si trova con sete e fame, non conoscendo i posti dove poter nutrirsi e abbeverarsi. Ogni tanto trova qualche pozza d'acqua o qualche frutto sconosciuto, ma non sa se sono velenosi oppure no e spesso per fame o sete torna ad attraversare lo stretto braccio di mare per mangiare e bere nella propria isola.

Un giorno, esplorando l'isola misteriosa, l'uomo vede dei movimenti, dei rumori, del fumo. Subito pensa sia una manifestazione del vulcano, ma poi intravede in lontananza una persona.

Si scrutano, sembra amichevole. L'uomo fa un gesto, l'altra persona fa un gesto di risposta, ma poi si nasconde nella vegetazione. L'uomo torna alla spiaggia e nuotando, torna alla propria isola.

Il racconto prosegue sviluppando poco a poco l'avvicinamento tra l'uomo e l'abitante dell'isola. Si scopre poi che si tratta di un'intera tribù e non soltanto di un individuo. I rapporti sono amichevoli e alla fine l'uomo finisce anche per essere invitato nel villaggio. Dopo un lungo periodo di tempo l'uomo si sente benvenuto e invece di passare continuamente da un'isola all'altra, decide finalmente di dormire per la prima volta nell'isola misteriosa, tra gli abitanti dell'altra tribù, nel villaggio.

Tutto continua bene, l'uomo dorme quasi sempre nella propria isola, impara qualche parola della lingua della tribù dell'isola misteriosa, attraversa lo stretto spazio che separa le isole con disinvoltura e senza più nessun timore. A volte preferisce starsene nella propria isola. Comincia anche a non guardare più con tanta attenzione l'isola dall'altra parte: è diventata una normalità, un luogo consueto. A tratti invece scorge gli abitanti dall'altra parte e comunicano a gesti.

Ad ogni modo i contatti sono regolari e l'uomo continua a esplorare l'altra isola. Solo il vulcano lo spaventa molto. Ormai conosce tutto il lato più vicino, e però ancora ben poco del lato "nascosto" dell'isola misteriosa.

Decide di esplorarlo tutto. Si addentra in una vegetazione diversa, fitta. Perde di vista la propria isola. Si apre strada nella vegetazione anche se non c'è sentiero. Alla fine arriva alla spiaggia dall'altra parte, di sabbia nera, vulcanica, e là riposa.

Ha molta fame e inizia a cercare frutta. Non trova nessun frutto conosciuto, ma ce n'è uno nuovo, che sembra davvero succulento... la fame è troppo forte e decide di rischiare e di mangiarlo. 

È delizioso! 

Ne resta entusiasta. Si rimpinza la pancia e prende una decina di frutti per portarli con sé nella sua isola.

Passando per il lato conosciuto dell'isola misteriosa incrocia qualche abitante della tribù ed è il disastro! Gli abitanti di quell'isola iniziano a gridare furiosi! Sembrano insultarlo, sono fuori di loro. Alcuni spariscono nella vegetazione e poco dopo appaiono con degli archi e delle frecce. Cominciano a lanciarle contro di lui! Vogliono ammazzarlo! L'uomo comincia a fuggire, spaventatissimo.

Fa cadere dei frutti, ma arriva alla spiaggia e inizia a nuotare verso la propria isola. Sente dietro di sé le urla della tribu e il rumore di frecce che cadono nell'acqua vicino a lui.

Arrivato nella propria isola si nasconde in un posto sicuro. Tiene d'occhio la tribu dall'altra parte, che non attraversa lo stretto, per fortuna, ma che accende vari falò sulla spiaggia continuando a urlare e a minacciarlo.

Cade la notte e l'uomo alla fine dorme.

Il giorno dopo l'uomo resta sulla propria isola, attento e all'erta.

Il vulcano dell'atra isola sembra preparare un'eruzione... ci mancava solo questa...

Dopo qualche giorno si sveglia di soprassalto di notte e scopre che due individui della tribù dell'altra isola sono lì, seduti vicino a lui. Dopo lo spavento, nota che i due sono tranquilli. Iniziano a fare gesti e a dire qualche parola comune che conoscono e in qualche modo fanno capire che quei frutti erano sacri. Che non si possono mangiare (almeno questo è ciò che capisce l'uomo). L'uomo cerca di rassicurarli e di informarli che ha capito. Gli individui della tribù lo salutano e se ne vanno. L'uomo rimane pensieroso... soprattutto adesso che ha visto che gli abitanti dell'altra isola sanno attraversare il mare e conoscono il suo nascondiglio...

Dopo vari giorni tranquilli (a parte il vulcano che continua a sputare fumo e a ruggire) l'uomo decide di attraversare di nuovo il mare e di arrivare nell'altra isola. Non trova nessuno. Con cautela decide di avvicinarsi poco a poco al villaggio, ma non trova proprio nessuno. Resta nello spiazzo centrale del villaggio, desideroso di tornare a intessere buoni rapporti con la tribù. Passano le ore. Si stende nella tranquillità del giorno soleggiato e senza rendersene conto si addormenta.

Si sveglia di soprassalto, svegliato dalle urla degli abitanti del villaggio. È quasi notte e sembrano essere tornati tutti adesso. Sono infuriati, urlano, lo insultano, gli fanno gesti minacciosi. Qualcuno si avvicina e lo spinge via in modo aggressivo. L'uomo che dapprima cercava di calmarli, adesso si spaventa e inizia a fuggire. Gli abitanti dell'isola lo inseguono urlando. 

L'uomo arriva velocemente sulla spiaggia, ma ...orrore! la sua isola non c'è più!

Sembra che l'isola misteriosa si sia allontanata di colpo e non c'è più niente all'orizzonte...

Gli indigeni arrivano urlando alla spiaggia e l'uomo decide di lanciarsi in acqua per salvarsi. Nuota lontano, ma non c'è nessuna isola da raggiungere ormai... resta al largo guardando la spiaggia piena di abitanti che urlano e lo insultano. Lui è spaventato... non sa bene cosa fare... inizia ad aver paura delle correnti e degli squali, ma non può più tornare sulla spiaggia adesso... 

È esiliato nel mare. Ha perso la sua isola sicura... È in pericolo totale di vita...

Decide di aggirare delle rocce per cercare si lasciarsi dietro gli indigeni. Ha paura di nuotare tra quelle acque scure, ma è l'unica soluzione. Gli abitanti cercano di seguirlo e di mantenerlo a distanza, ma poco a poco cala la notte e non riescono ad aggirare gli scogli continuando a tenerlo sott'occhio.

L'uomo, spaventato dall'oscurità e affaticato dal nuoto, aggira tutta una piccola penisola e alla fine riesce ad arrivare a uno spazio sicuro tra due grandi rocce scure. Riesce a uscire dall'acqua e cade nel sonno più profondo.

Il giorno dopo si sveglia e si chiede cosa può fare: la sua isola è sparita, l'isola in cui si trova invece è ostile e minacciosa... passa quasi tutto il giorno pensando cosa fare... si arrampica un poco solo per riuscire a trovare qualche pozza d'acqua per bere, ma non osa allontanarsi dal suo nascondiglio.

Passa qualche giorno. Nulla cambia. L'uomo è costretto ad aggirarsi nelle vicinanze del suo rifugio per trovare qualche bacca e qualche frutto da mangiare, ma non osa spostarsi molto. A volte sente dei rumori che potrebbero essere gli indigeni e si mette in acqua e nuota lontano. Ma questa situazione non è sostenibile. Non può continuare così... Non gli viene in mente nessuna idea... è disperato e maledice il giorno in cui ha deciso di esplorare quell'isola stregata.

Un giorno decide di muoversi, nuotando, verso un altra spiaggia che ricordava di aver visto quando osservava l'isola da lontano. Dopo qualche ora, ci arriva in qualche modo. Non sa se è un posto sicuro, ma c'è un fiumiciattolo ed è più facile trovare qualcosa da mangiare. Può anche trovare dei legni per fare degli arpioni per pescare dei pesci. Purtroppo però non può accendere fuochi nè riposarsi tranquillo.

Il vulcano comincia a eruttare di nuovo. Questo posto sembra essere diventato l'inferno!...

Gli unici due piani che riesce a escogitare dopo tanto tempo in questa situazione è: o cercare di tornare in buoni rapporti con la tribù, oppure crearsi una imbarcazione e cercare di lanciarsi nell'oceano, oltre l'orizzonte, in direzione alla sua isola d'origine, sperando che si trovi appena oltra l'orizzonte...

Entrambi i piani però sono molto rischiosi e lo spaventano.

È davvero una situazione orribile. Piange e si dispera per aver perso la propria isola.

Passano ancora dei giorni e quando l'uomo decide di attraversare la spiaggia per prendere della frutta e bere un po' d'acqua, viene scoperto dagli indigeni. Urla e grida. Non si sono proprio calmati! Alcuni avevano portato archi e frecce e cercano di colpirlo. 

Terrorizzato l'uomo si lancia di nuovo in mare e cerca di aggirare di nuovo gli scogli.

Ce la fa anche stavolta... gli schiamazzi degli indigeni sembrano essere d'appertutto. Non li vede, ma continuando a nuotare si rende conto che lo hanno circondato e che sanno che sta da qualche parte tra le due spiagge, protetto dagli scogli.

La situazione è critica... L'uomo torna nel piccolo anfratto che era stato il suo primo rifugio.

È disperato... non sa cosa fare, mentre il vulcano continua a sputare fuoco sempre più forte.

Solo di notte le voci degli indigeni sembrano svanire poco a poco e l'uomo decide di compiere un azione azzardata: a nuoto torna alla prima grande spiaggia che aveva calpestato per la prima volta, quella che stava direttamente davanti alla sua isola, e protetto dall'oscurità notturna, con tutta la cautela, si aggira tra i boschi alla ricerca di tronchi e di frutta. Ha deciso di costruirsi una zattera in qualche modo e di allontanarsi dall'isola, perchè ormai rimanerci è morte certa.

Non riesce a compiere la sua missione in una sola notte e il giorno dopo nota come la tribù continua a cercarlo e a pressarlo, con ira e rabbia. Non c'è soluzione: deve fuggire.

Aspetta che cali di nuovo la notte e torna di nuovo a cercare di concludere la sua zattera, con tutta l'attenzione del mondo.

Esplode con un fragore colossale il vulcano!

Tutti gli indigeni si svegliano: si nota una gran confusione nell'oscurità, tra gli alberi. Nella baraonda e nell'oscurità, in modo roccambolesco, l'uomo riesce a tornare nella spiaggia con i suoi tronchi e porta il materiale nel suo nascondiglio, sano e salvo.

Il giorno dopo si sveglia tardi, lavora sulla sua zattera mentre il vulcano borbotta sempre di più. 

A fine giornata la zattera sembra pronta. Riesce anche a racimolare dei frutti e a raccogliere dell'acqua per il suo viaggio oltre all'orizzonte... Adesso solo bisogna salpare...

Non lo fa...non osa... aspetta... cala la notte.

Quella notte aha incubi orribili. Si sveglia molte volte. Alla fine arriva l'alba confortante...

Deve trovare il coraggio di andare. Passano preziose ore di luce mentre la mente dell'uomo cerca mille possibilità alternative per evitare di partire... pensa se non sarebbe il caso di aspettare che, miracolosamente, l'isola torni ad avvicinarsi alla sua... in fondo quella misteriosa apparizione era già successa... ma potrebbe anche non succedere più... potrebbe anche essere ogni giorno più lontana... alla fine un ennesimo scoppio del vulcano gli dà l'ultimo scossone per lanciarsi.

E va...

Verso l'orizzonte...

Si allontana poco a poco dall'isola. Si aiuta con un remo fatto alla buona. Gli indigeni lo scorgono e iniziano a urlare minacciosi... ma lui, lentamente, si allontana...

Ad un certo punto arriva a un paio di chilometri di distanza dall'isola... Inizia a guardarsi indietro: l'isola misteriosa... guarda davanti: l'orizzonte infinito, vuoto, tutto l'oceano davanti. Inizia a dubitare... resta un bel po' fermo, senza sapere cosa fare. Rimpiange la terra ferma dell'isola misteriosa, maledice la tribù, piange la sua isola originaria e resta, disperato, chiedendosi cosa fare... quale sarà la soluzione meno pericolosa? Tornare o andare avanti?

Il tempo passa, l'acqua è poca, il cibo anche... decide di proseguire...

Verso sera è già lontano, ma si muove piano... dietro di sé solo la sagoma dell'isola, in lontananza. il vulcano che sputa fuoco e fumo... davanti: ancora niente...

Cala la notte. Grandi pesci minacciosi sembrano aggirare la zattera, non molto solida... la paura è grande, la solitudine infinita.

Dorme e si risveglia: l'isola dietro di lui quasi non si vede più, ma c'è il fumo del vulcano che mostra ancora la sua presenza. Attorno a lui, a parte quel riferimento: niente. Solo acqua e onde.

Passa la giornata e verso sera non si vede più niente tutto attorno... pensa se non è il caso di cercare di tornare indietro... la fatica è grande: sta remando tutto il giorno... il cibo è poco... sta tutto il giorno sotto il sole e con la pella arsa dal sale marino...

L'acqua sta già terminando... un po' è caduta, spinta dalle ondulazioni dei flutti...

La notte sta scendendo e non si vede niente all'orizzonte. L'uomo piange amaramente... ma ogni secondo scruta l'orizzonte sperando di vedere un miracolo: la sua isola.

Ma niente: il giorno successivo è uguale e monotono... nessuna sorpresa. L'uomo è esasperato. cerca di centellinare l'acqua e i pochi frutti che gli restano, ma è nervoso e spaventato...

A metà pomeriggio il cielo sembra farsi scuro... una tempesta all'orizzonte... L'uomo si guarda attorno, ma c'è solo acqua. Disperato chiede clemenza al cielo. Si sente fragile, perso, impotente, disperato... ogni direzione potrebbe nascondere l'isola, ma nulla appare... ogni pensiero gli fa notare come è sempre infinitamente più probabile che stia sbagliando rotta invece che sia sulla rotta giusta... è una questione di statistica e ormai ha perso completamente l'orientamento, non sa se le correnti lo hanno spinto alla deriva oppure no... non sa più nulla.

Il temporale si sta intensificando all'orizzonte. Il vento comincia a essere fresco e a spazzare la superficie. L'uomo teme che le onde possano distruggere la sua zattera (sarebbe davvero probabile...). Prega non si sa chi perché tutto finisca...

Invece inizia a piovere e le onde diventano poco a poco più agitate.

Cala la notte: disperazione... all'orizzonte tuoni e fulmini...

La paura è grande ma la stanchezza ancora più forte e alla fine l'uomo cade stremato nel sonno, sotto la pioggia.

La mattina dopo la tempesta sembra essere passata al largo e averlo risparmiato. Però il movimento delle onde ha fatto cadere gli ultimi frutti che aveva, il remo e l'arpione per pescare... adesso è proprio alla deriva. L'unica nota positiva (oltre al fatto di essere ancora vivo) è che la pioggia ha riempito i suoi contenitori d'acqua.

Continua il viaggio nel nulla...

Passano un paio di giorni deliranti...

Finisce davvero l'acqua...

L'uomo perde ogni speranza. La sua isola non appare più.

Sa che è arrivata la sua ora: non ha più energia, non ha più cibo né acqua, non ha modo di decidere la sua direzione e intorno a lui solo l'oceano immenso.

Si abbandona. Si lascia andare: si distende sulla piccola e stretta zattera che poco a poco si sta sfasciando e guarda il cielo passare dalla luce della sera alla notte... con le stelle...

Inizia un viaggio delirante nella sua mente... tra la vita e la morte... i sogni si confondono con la realtà... le paure con la certezza di non aver più speranza... vede varie volte la sua isola, ma era un sogno, confonde le due isole nella sua memoria, non ricorda più chi è, chi sono gli indigeni. Tutti hanno la sua faccia, sono tui lui stesso che si caccia da solo, che urla con mille bocche all'unisono, che vuole uccidersi, che vuole scappare da se stesso e che passa da un'isola all'altra che è sempre la stessa isola: lo stesso incubo. I vulcani sputano fiamme come in una sorta di conversazione rabbiosa.

Ed ecco che l'eruzione è fortissima!

In confusione tra sogni e realtà, incubi e miraggi, l'uomo si raddrizza sui pochi pali ancora legati supra l'acqua e vede... un vulcano all'orizzonte... un vulcano in eruzione con fiumi di lava... laggiù in fondo all'orizzonte.

È la sua isola!!!

Si lancia in acqua e scopre che non ha forze per nuotare... quasi non riesce a tenere gli occhi aperti... non può remare verso l'isola... non sa se ci sta andando contro oppure no... non sa se credere che sia vero o no... non sa se sperare o no...

Esausto perde conoscenza. Si risveglia molto tempo dopo e sembra andare al largo dell'isola senza intercettarla... Di fatto sembra che ci sia passato vicino e che adesso si stia perdendo di uovo verso l'orizzonte. Disperazione totale... Ultimo urlo di rabbia. Ultimo pianto e svenimento finale.

Si sveglia sulla spiaggia della sua isola, semimorto.

Un uomo della tribù, unico e solo, gli sta dando acqua e si sta prendendo cura di lui.

Alla fine, dopo vari momenti di sonno, riesce a svegliarsi e ad alzarsi. Scopre che l'uomo della tribù sta là, nella sua isola, da solo. Anche lui ha perso la sua isola.

Passano i giorno e torna la normalità, l'uomo è entusiasta di stare di nuovo nella sua isola, sano e salvo, e senza persone minacciose e ostili.

Un giorno l'uomo della tribù gli fa cenno di seguirlo e lo porta verso una caverna che sta alla base del vulcano in eruzione. L'uomo teme di entrare laggiù. L'indigeno lo sprona a passare, ma l'uomo si rifiuta.

Nei giorni seguenti l'indigeno ogni tanto cerca di invitare l'uomo ad entrare nella caverna, ma il vulcano sembra sempre più pericoloso e l'uomo teme che una frana lo chiuda dentro alla caverna per sempre.

Dopo ripetuti tentativi, un giorno l'uomo accetta l'insistente invito del suo amico ad entrare nella caverna.

L'i trova una meravigliosa fonte di acqua cristallina e una piscina trasparentissima dove un raggio di luce illumina d'azzurro le profondità piene di pietre luccicanti.

È meraviglioso.

L'uomo si tuffa nell'acqua rifrescante e dissetante.

È il posto più bello che abbia mai visto. A partire da quel giorno quella sarà la sua nuova casa.


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Ecco. Fine.

Qualcuno riesce a capire qual è il significato di questo misterioso racconto? hehe.



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