Friday, 9 December 2016

barca a propulsione di onde

Immaginate un sistema come questo:
Una struttura centrale, galleggiante e idrodinamica + due ali laterali dotate di galleggianti attaccate al corpo centrale attraverso una cerniera che ne permette la rotazione.
Ogni ala galleggiante, in realtà è un pezzo unico con delle specie di "pale" o "pinne" che stanno ad un livello più basso della superficie dell'acqua e più verso la parte posteriore della struttura.
Per la precisione l'ala galleggiante destra è un pezzo unico con la pinna posteriore sinistra;
mentre l'ala galleggiante sinistra è un pezzo unico con la pinna posteriore destra.
Di conseguenza stiamo parlando di un corpo centrale che fa da perno con due blocchi di ali-pinne che si incrociano nel centro, dove c'è la cerniera rotatoria di congiunzione (vedi schema).


In realtà la struttura fissa è leggermente più complessa: ci sono 3 pinne fisse nella parte posteriore, in prossimità delle pinne mobili connesse alle ali. Più precisamente le pinne fisse sono le due pinne esterne e quella centrale (1. + 2. + 3.), mentre le pinne connesse alle ali stanno tra le pinne fisse (a. + b.)


La struttura che ne esce è una specie di "uccello meccanico che galleggia sulla superficie del mare".
Il mare presenta quasi sempre un moto ondoso sufficiente per alzare e abbassare alternativamente le ali galleggianti della nostra struttura e questo provoca ovviamente un movimento indotto delle pinne mobili che sono collegate in modo fisso alle ali galleggianti.
Il movimento delle due pinne mobili, rispetto alle tre fisse, comprime l'acqua e genera una propulsione moderata verso avanti. 
Se il mare fosse molto agitato la propulsione sarebbe molto maggiore, ovviamente.


Il nostro uccello meccanico quindi batte le ali ogni volta che passa un'onda e questo genera un movimento delle pinne e quindi una propulsione verso avanti.


Adesso immaginate questo sistema applicato a una barca, una specie di catamarano con due corpi laterali indipendenti (o magari 2 o 3 "ali galleggianti" per ogni lato, in modo da ottenere più pinne natanti). La barca adesso avrebbe un tipo di propulsione automatico (magari meglio se associato a una vela...) e potrebbe muoversi in avanti semplicemente grazie al movimento delle onde circostanti.
Una piccola serie di dinamo (tipo quelle delle biciclette) potrebbe anche trasformare il movimento dei corpi laterali in luce che, di notte, potrebbe illuminare la barca, mostrarne la posizione e, volendo, attivare una piccola radio, sempre utile in mare, per qualsiasi evenienza imprevista.



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