Una mappa serve per orientarsi o per disorientarsi?
Dipende.
Forse serve per vedere il mondo con occhi
diversi e quindi per ri-orientarsi dentro a un mondo nuovo.
Ma qual è il nostro mondo?
Se pensiamo a una mappa del mondo, con
ogni probabilità, staremo pensando a un tipo specifico di mappa, molto
probabilmente a una proiezione di Mercatore.
Questa rappresentazione del mondo è solo
una delle infinite maniere di vedere la nostra realtà. Ogni mappa è un filtro
che deforma, semplifica, evidenzia, chiarifica, manipola e ridefinisce la
realtà.
Ogni mappa ha un obiettivo, uno scopo, una
logica che sta dietro alla semplicità del suo modo di rappresentare un oggetto
che esiste: il pianeta terra.
Il fatto che normalmente pensiamo a una
mappa del mondo immaginando una proiezione di Mercatore, implica una visione
cristallizzata e rigida del mondo, una visione che non viene messa in
discussione da almeno 500 anni circa.
In questa proiezione ci sono tutte le
nostre strutture mentali colonialiste, eurocentriche e di categorie
geopolitiche che separano (e gerarchizzano) il mondo in blocchi specifici,
diversi per storia, cultura, economia, diritti, destini, religioni,
filosofie...
È un modo molto semplificato di vedere il
mondo che è contrastato ultimamente da tutta una serie di nuove mappe che
rimettono in discussione questa struttura.
La questione della mappa come distorsione
della realta e come vettore di concetti geopolitici impliciti non è nuova.
L’idea di mappa come “arma” è da tempo un tema di dibattito e di studio, nonché
di propaganda politica e ideologica.
Nel 2009 più o meno ho deciso di
sviluppare alcune idee che trattavano vagamente questo tema. Si tratta di tutta
una serie di “geografie alternative” che, fin da allora, continuo a creare con
lo scopo di smontare la realtà così come la percepiamo per poi rappresentarla
in modi sperimentali, controversi, irriverenti, divertenti o geniali, a volte.
La Pangea Politica è uno di questi
esperimenti.
Da sempre le coste africane e sudamericane
sull’Oceano Atlantico mi erano sembrate un invito alla fantasia. La loro forma,
così perfettamente speculare, mi portava a chiedermi a che città africana
corrisponderebbe Rio de Janeiro o Salvador, oppure a chiedermi con quanti stati
confinerebbe il Brasile se stesse ancora toccando l’Africa.
Avendo vissuto da una parte e dall’altra
di questo Oceano speculare, per me era quasi ovvio pormi questo tipo di
domande.
Sono sempre stato affascinato dalle mappe
non convenzionali e un filone di mappe che stuzzicavano da sempre la mia
fantasia, erano le mappe che mostravano la forma della terra milioni di anni
fa, quando la deriva dei continenti non aveva ancora separato tutte placche
continentali attuali e tutte le terre ferme erano riunite in un solo
megacontinente: la Pangea.
La Pangea Politica, nasce quindi nel 2009
da questa curiosità geografica: riportare la geografia attuale (e soprattutto
la geografia politica, cioè quella che, di solito, ci permette di orientarci di
più) ai tempi della Pangea, quando tutti i continenti erano uniti e vedere
quali erano le corrispondenze dirette con un solo sguardo.
Ma da subito l’idea si dimostrò essere
molto più potente.
Immediatamente mi resi conto
dell’importanza di quel gesto geografico-alternativo che stavo montando: non si
trattava soltanto di una “approssimazione geografica” si trattava invece di un
vero e proprio “contatto” che mancava da milioni di anni e che la geografia
convenzionale continuava involontariamente a riproporre costantemente e a
riconfermare sempre di più.
Questo contatto evidenzia non solo le
proporzioni delle dimensioni dei continenti e la corrispondenza delle terre che
conosciamo in tempi così antichi da risultare inconcepibili, questo contatto
risultava spesso essere un vero e proprio shock-geo-politico!
Riportando tutti i confini e le città
principali della Terra sulla struttura dei continenti ai tempi della Pangea
(circa 250 milioni di anni fa), si ottenevano scontri concettuali dirompenti:
New York davanti al Sahara Occidentale, Casablanca davanti al Canada, l’India e
l’Australia a fianco dell’Antartide, l’Europa unita all’Africa.
Era evidente che l’incontro dei
continenti, era uno scontro di idee più profonde che stavano segretamente sotto
a ogni cartina del mondo: l’idea dei paesi
più avanzati, separati dai paesi del terzo mondo. I blocchi culturali
contrapposti che sembrano non voler toccarsi... Gli Stati Uniti con i paesi
arabi, l’Europa con l’Africa.
Tutte le contrapposizioni geopolitiche
saltano in aria! Le idee di una umanità separata vengono messe alla prova!
È questa l’idea di questa mappa: ricordare
a tutti, provocatoriamente, che l’umanità è una sola e che ogni divisione è
fittizia ed effimera.
Anche se in modo anacronistico e
distopico, l’idea di una geografia politica di continenti uniti come lo erano
originariamente, ci ricorda anche la nostra origine umana comune, nelle savane
africane.
La Pangea Politica quindi è ovviamente una
mappa giocosa e curiosa, ma è soprattutto una potente provocazione (basata su
variegate questioni scientifiche) che dimostra l’assurdità dell’idea di umanità
divisa e di confini invalicabili.
Dal punto di vista grafico poi, l’idea di
unire i continenti, inizialmente ovvia e facile, si scontrò in breve tempo con
tutta una serie di questioni grafico-teoriche: è vero che sappiamo con una certa
sicurezza dove si trovava ogni territorio ai tempi della Pangea, ma è anche
vero che molti di questi territori erano sommersi, altri avevano forma
totalmente diversa, alcuni non esistevano e si sono generati per eruzioni
vulcaniche o orogenesi, altreterre sono adesso fondi marini e un tempo erano
invece vaste pienure...
Come rappresentare gli stati moderni in
modo da essere riconoscibili in un pianeta terra così diverso? E come
rappresentare tutti i paesi e tutte le regioni, anche quelle che in quel periodo
non esistevano?
Per fortuna gran parte delle coste odierne
sono simili alla propria placca continentale, questo significa che la maggior
parte dei paesi possono essere uniti e collocati con facilità sulla mappa della
Pangea. I casi speciali in cui certi stati dovrebbero sparire o essere
deformati in modo irriconoscibile, sono stati invece adattati leggermente in
modo da poter rendere facile e chiaro a tutti dove si trovava il pezzo di
crosta terrestre che avrebbe poi dato origine ad ogni paese.
Alcune piccole licenze poetiche sono state
create specialmente per i piccoli paesi dell’Oceania e altre isole vulcaniche.
La struttura generale rispetta l’idea
scientifica della teoria della Pangea, ma l’obiettivo di questa mappa è
soprattutto artistico e concettuale, per cui certi dettagli sono stati forzati
per mantenere la forza del messaggio principale:
Il mondo è uno.
L’umanità è una.
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