Sunday 20 September 2020

Sulla mappa della Pangea Politica

 

Una mappa serve per orientarsi o per disorientarsi?

Dipende.

Forse serve per vedere il mondo con occhi diversi e quindi per ri-orientarsi dentro a un mondo nuovo.

 

Ma qual è il nostro mondo?

Se pensiamo a una mappa del mondo, con ogni probabilità, staremo pensando a un tipo specifico di mappa, molto probabilmente a una proiezione di Mercatore.

Questa rappresentazione del mondo è solo una delle infinite maniere di vedere la nostra realtà. Ogni mappa è un filtro che deforma, semplifica, evidenzia, chiarifica, manipola e ridefinisce la realtà.

Ogni mappa ha un obiettivo, uno scopo, una logica che sta dietro alla semplicità del suo modo di rappresentare un oggetto che esiste: il pianeta terra.

Il fatto che normalmente pensiamo a una mappa del mondo immaginando una proiezione di Mercatore, implica una visione cristallizzata e rigida del mondo, una visione che non viene messa in discussione da almeno 500 anni circa.

In questa proiezione ci sono tutte le nostre strutture mentali colonialiste, eurocentriche e di categorie geopolitiche che separano (e gerarchizzano) il mondo in blocchi specifici, diversi per storia, cultura, economia, diritti, destini, religioni, filosofie...

È un modo molto semplificato di vedere il mondo che è contrastato ultimamente da tutta una serie di nuove mappe che rimettono in discussione questa struttura.

La questione della mappa come distorsione della realta e come vettore di concetti geopolitici impliciti non è nuova. L’idea di mappa come “arma” è da tempo un tema di dibattito e di studio, nonché di propaganda politica e ideologica.

 

Nel 2009 più o meno ho deciso di sviluppare alcune idee che trattavano vagamente questo tema. Si tratta di tutta una serie di “geografie alternative” che, fin da allora, continuo a creare con lo scopo di smontare la realtà così come la percepiamo per poi rappresentarla in modi sperimentali, controversi, irriverenti, divertenti o geniali, a volte.

La Pangea Politica è uno di questi esperimenti.

Da sempre le coste africane e sudamericane sull’Oceano Atlantico mi erano sembrate un invito alla fantasia. La loro forma, così perfettamente speculare, mi portava a chiedermi a che città africana corrisponderebbe Rio de Janeiro o Salvador, oppure a chiedermi con quanti stati confinerebbe il Brasile se stesse ancora toccando l’Africa.

Avendo vissuto da una parte e dall’altra di questo Oceano speculare, per me era quasi ovvio pormi questo tipo di domande.

Sono sempre stato affascinato dalle mappe non convenzionali e un filone di mappe che stuzzicavano da sempre la mia fantasia, erano le mappe che mostravano la forma della terra milioni di anni fa, quando la deriva dei continenti non aveva ancora separato tutte placche continentali attuali e tutte le terre ferme erano riunite in un solo megacontinente: la Pangea.

La Pangea Politica, nasce quindi nel 2009 da questa curiosità geografica: riportare la geografia attuale (e soprattutto la geografia politica, cioè quella che, di solito, ci permette di orientarci di più) ai tempi della Pangea, quando tutti i continenti erano uniti e vedere quali erano le corrispondenze dirette con un solo sguardo.

Ma da subito l’idea si dimostrò essere molto più potente.

Immediatamente mi resi conto dell’importanza di quel gesto geografico-alternativo che stavo montando: non si trattava soltanto di una “approssimazione geografica” si trattava invece di un vero e proprio “contatto” che mancava da milioni di anni e che la geografia convenzionale continuava involontariamente a riproporre costantemente e a riconfermare sempre di più.

Questo contatto evidenzia non solo le proporzioni delle dimensioni dei continenti e la corrispondenza delle terre che conosciamo in tempi così antichi da risultare inconcepibili, questo contatto risultava spesso essere un vero e proprio shock-geo-politico!

Riportando tutti i confini e le città principali della Terra sulla struttura dei continenti ai tempi della Pangea (circa 250 milioni di anni fa), si ottenevano scontri concettuali dirompenti: New York davanti al Sahara Occidentale, Casablanca davanti al Canada, l’India e l’Australia a fianco dell’Antartide, l’Europa unita all’Africa.

Era evidente che l’incontro dei continenti, era uno scontro di idee più profonde che stavano segretamente sotto a ogni cartina del mondo: l’idea dei paesi  più avanzati, separati dai paesi del terzo mondo. I blocchi culturali contrapposti che sembrano non voler toccarsi... Gli Stati Uniti con i paesi arabi, l’Europa con l’Africa.

Tutte le contrapposizioni geopolitiche saltano in aria! Le idee di una umanità separata vengono messe alla prova!

È questa l’idea di questa mappa: ricordare a tutti, provocatoriamente, che l’umanità è una sola e che ogni divisione è fittizia ed effimera.

Anche se in modo anacronistico e distopico, l’idea di una geografia politica di continenti uniti come lo erano originariamente, ci ricorda anche la nostra origine umana comune, nelle savane africane.

La Pangea Politica quindi è ovviamente una mappa giocosa e curiosa, ma è soprattutto una potente provocazione (basata su variegate questioni scientifiche) che dimostra l’assurdità dell’idea di umanità divisa e di confini invalicabili.

 

Dal punto di vista grafico poi, l’idea di unire i continenti, inizialmente ovvia e facile, si scontrò in breve tempo con tutta una serie di questioni grafico-teoriche: è vero che sappiamo con una certa sicurezza dove si trovava ogni territorio ai tempi della Pangea, ma è anche vero che molti di questi territori erano sommersi, altri avevano forma totalmente diversa, alcuni non esistevano e si sono generati per eruzioni vulcaniche o orogenesi, altreterre sono adesso fondi marini e un tempo erano invece vaste pienure...

Come rappresentare gli stati moderni in modo da essere riconoscibili in un pianeta terra così diverso? E come rappresentare tutti i paesi e tutte le regioni, anche quelle che in quel periodo non esistevano?

Per fortuna gran parte delle coste odierne sono simili alla propria placca continentale, questo significa che la maggior parte dei paesi possono essere uniti e collocati con facilità sulla mappa della Pangea. I casi speciali in cui certi stati dovrebbero sparire o essere deformati in modo irriconoscibile, sono stati invece adattati leggermente in modo da poter rendere facile e chiaro a tutti dove si trovava il pezzo di crosta terrestre che avrebbe poi dato origine ad ogni paese.

Alcune piccole licenze poetiche sono state create specialmente per i piccoli paesi dell’Oceania e altre isole vulcaniche.

 

La struttura generale rispetta l’idea scientifica della teoria della Pangea, ma l’obiettivo di questa mappa è soprattutto artistico e concettuale, per cui certi dettagli sono stati forzati per mantenere la forza del messaggio principale:

Il mondo è uno.

L’umanità è una.

 

 

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