Tuesday 31 January 2017

cosmogonia

Un dio primogenio, in un tempo più antico del tempo stesso, creò dal vuoto cosmico un universo anteriore al nostro, parallelo, forse perfetto, cristallino, racchiuso nell'infinità del vuoto cosmico.

durante infiniti millenni il dio contemplò quel suo universo, unico, spazio nel quale manifestarsi dentro al vuoto infinito.

Un giorno il dio, immerso nel suo universo, ignaro di essere circondato dal vuoto inconcepibile fuori di esso, guardando fuori dal suo mondo, verso il vuoto onnipresente, vede una dea, anch'essa vagante nel vuoto esterno da infiniti millenni, creatrice di un altro universo, diverso, forse perfetto, generato in un tempo più antico del tempo stesso.

Il dio si innamora della dea.
Cerca le parole per esprimere quanto la ama, ma le parole non esistono.
Allora, inventando nuove parole, intona un canto per descrivere il suo amore per lei.

Questo canto, questa ricerca delle parole, sempre inadeguate e troppo piccole per esprimere il suo amore, è il nostro universo.









Alcuni dicono il mare è quando lui descrive la bellezza misteriosa di lei, il cielo è quando lui descrive i suoi propri sentimenti e parla di sé, e la terra è quando lui parla di loro due e della loro unione.

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