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Tuesday, 10 August 2021

dall'unico all'universale

Ci hanno insegnato che dobbiamo definirci con etichette chiare e definite, ma soprattutto "uniche": una definizione, cartesianamente e necessariamente, esclude l'altra. Per cui devi avere una sola Nazione. Solo una! devi scegliere, se ti senti una cosa o l'altra, perché sentirti di varie identità allo stesso tempo NON SI PUÒ!
Non puoi essere Italiano E Brasiliano? Solo in certi rarissimi casi, ma è necessario scegliere... e se invece uno si sente Veneto E Italiano? E magari anche Mediterraneo, Latino e Europeo? 
Dicono che non si può... ma il perché non si sa...
La nostra identità sembra fatta di nette separazioni, come tifare una squadra di calcio: non c'è un perché, però devi deciderne una sola e tifare per quella! Averne diverse allo stesso tempo non vale...
Non vedete l'infantilità e l'illogicità di questo pensiero?
E allora perchè uno non può essere allo stesso tempo Trevigiano, Italiano, Europeo e Mondiale senza contraddizioni?
Perché non si può scegliere tra varie bandiere e varie lingue?
Perché non posso essere Cristiano, Buddhista, Musulmano e Sciamanico allo stesso tempo? Magari con qualche tocco di Ateismo? Perché no? Da dove viene tanto fanatismo nel non poter avere due, tre o quattro fedi (o non fedi) contemporaneamente?
È una mentalità univoca stretta. Scelte a priori che ti obbligano a negare il diverso.
Perché non definirsi con diverse professioni allo stesso tempo? Perché non poter avere diversi gusti sessuali in base al momento e all'ispirazione? Perché non spaziare tra i vari cognomi del proprio albero genealogico? 
Addirittura l'età è concepita come la negazione degli anni precedenti, quando invece le età non si "superano", ma si "accumulano" e restano tutte presenti dentro di noi.
Insomma il pensiero dell'unicità della definizione è un pensiero limitato, io preferisco il pensiero universale, dove la verità muta e si manifesta in modo flessibilie e libero.

Wednesday, 17 May 2017

CONTRO OGNI LOCALISMO

invece di Monastier di Treviso...
molto meglio una versione senza limiti e senza frontiere:
MONASTIER OF THE UNIVERSE!


io voto per il cambio del nome!

Tuesday, 31 January 2017

cosmogonia

Un dio primogenio, in un tempo più antico del tempo stesso, creò dal vuoto cosmico un universo anteriore al nostro, parallelo, forse perfetto, cristallino, racchiuso nell'infinità del vuoto cosmico.

durante infiniti millenni il dio contemplò quel suo universo, unico, spazio nel quale manifestarsi dentro al vuoto infinito.

Un giorno il dio, immerso nel suo universo, ignaro di essere circondato dal vuoto inconcepibile fuori di esso, guardando fuori dal suo mondo, verso il vuoto onnipresente, vede una dea, anch'essa vagante nel vuoto esterno da infiniti millenni, creatrice di un altro universo, diverso, forse perfetto, generato in un tempo più antico del tempo stesso.

Il dio si innamora della dea.
Cerca le parole per esprimere quanto la ama, ma le parole non esistono.
Allora, inventando nuove parole, intona un canto per descrivere il suo amore per lei.

Questo canto, questa ricerca delle parole, sempre inadeguate e troppo piccole per esprimere il suo amore, è il nostro universo.









Alcuni dicono il mare è quando lui descrive la bellezza misteriosa di lei, il cielo è quando lui descrive i suoi propri sentimenti e parla di sé, e la terra è quando lui parla di loro due e della loro unione.

Sunday, 11 May 2014

il viaggio di un fotone

il cosmo.
infinito.
silente.

e in un qualsiasi centro dei questo vuoto sconfinato, una stella.
fuori di essa il vuoto assoluto e distanze siderali da qualsiasi altro astro, dentro di essa infiniti atomi in ebollizione. energia in esplosione. gravità vertiginosa. correnti di detonazioni nucleari. fusioni di nuclei impazziti. pura forza in ebollizione.

un fotone.
un fotone, minuscolo, insignificante, rapidissimo, insieme a infiniti altri dentro quell'immenso ammasso di materia senza pace, viene scaraventato su una traiettoria centrifuga a causa delle detonazioni atomiche senza fine.
viene lanciato verso la fotosfera, ma la massa è così densa che viene bloccato, deviato, sparato fuori di nuovo e ripreso... infinitamente prigioniero di una lotta tra gravità, densità di materia ed energia esplosiva.
continua così una ora, due, tre... un giorno... una settimana... due, tre... mesi... anni...
...secoli...
...millenni...
alla fine, dopo più di 150.000 anni di lotta convulsa per liberarsi, raggiunge gli strati esteriori di quell'ammasso incandescente e da lì viene finalmente scagliato nel vuoto del cosmo.

proiettato verso l'infinito secondo la sua casuale traiettoria.
verso il buio
verso il nulla

non è solo: fasci di infiniti fotoni come lui sono espulsi simultaneamente verso l'esterno ad ogni istante. tutto attorno a lui infinità di fotoni che corrono impazziti alla velocità della luce verso tutte le direzioni dello spazio.
ma lentamente, mano a mano che la stella che lo ha generato si allontana alle sue spalle, il fotone si discosta dalle altre particelle, poiché esse viaggiano con traiettorie infinitesimamente differenti dalla sua.
tutte verso l'infinito
verso diversi infiniti però.
tutte alla velocità della luce
300,000 km al secondo



dopo pochi secondi il fotone ha già percorso milioni di chilometri.
ma niente lo ferma e continua nella sua traiettoria retta verso l'oscurità.


dopo qualche minuto l'ebrezza di poter finalmente sfrecciare libero senza i vincoli della densità della fotosfera lo rendono entusiasta! felice!
non c'è più nulla nel suo cammino! finalmente velocità e unidirezionalità.

dopo qualche ora il fotone si è già chiesto come sarà il suo nuovo viaggio nel vuoto cosmico, freddo e infinito. un po' di paura per l'irreversibilità di questo momento:
si è reso conto che non tornerà mai più alla sua stella madre.
dopo così tanti anni dentro le sue correnti convettive luminose e incandescenti, dopo tanto cercare la libertà della traiettoria libera, adesso si rende conto che dal momento in cui si staccò dalla viscosità della massa della stella non ci sarebbe mai più stato ritorno al punto di partenza per lui.
e davanti a lui un nero misterioso.
buio.


dopo un anno di viaggio nel vuoto il fotone si è abituato alla sua nuova condizione e al suo nuovo viaggio. raramente si chiede più dove va e cosa sta facendo e se c'è un senso nel suo vagare e se arriverà mai da qualche parte...
il fotone continua senza stancarsi. nulla sta in mezzo al suo cammino.
ogni tanto guarda gli altri fotoni che sono partiti come un denso fascio di luce insieme a lui e li nota sempre più distanti.
di poco, ma sempre, inesorabilmente più distanti.


passano 10 lunghi anni e nulla è cambiato
sempre lo stesso silenzio, sempre lo stesso nero attorno e davanti.
solo la stella dietro a lui sembra sempre più piccola e gli altri fotoni sempre più dispersi.
questo lungo viaggio comincia ad essere davvero solitario.

dopo 20 anni dalla sua partenza il fotone quasi non ricorda più le sensazioni di calore e densità che lo scagliarono via dalla stella madre.
20 lunghi anni... uguali e monotoni. nulla di nuovo in quel silenzio infinito.
minuto dopo minuto, ora dopo ora, il tempo passa uguale e monotono e il fotone corre verso il buio.




100 anni passarono.
nessun evento ha cambiato neanche un solo secondo di tutto questo lasso di tempo lunghissimo, nulla.
per gli esseri umani in 100 anni si consumano gli eventi di più di una vita intera, ma per il fotone non è successo assolutamente nulla. ogni istante è stato esattamente uguale al precedente.
noia infinita.
il fotone solo guarda avanti.
una corsa folle verso niente.
milioni e milioni di chilometri di vuoto





ormai sono passati 1000 anni.
regni e imperi sono nati e caduti in altre parti dell'universo, ma il fotone è sempre là.
corre.
la sua traiettoria, retta.
spesso si chiede se ci sarà mai una fine a quel viaggio assurdo.
ormai è entrato in un buio colossale, eterno.
lui è l'unica piccola scintilla di luce che passa attraverso quell'oscurità. tutti i suoi fratelli fotoni sono ormai troppo dispersi, lui non riesce più a sentirli vicini o a vederli.
attorno a lui c'è solo un densissimo nulla.



100.000 anni
centomila anni di solitudine.

il suo unico obiettivo: andare avanti
niente si vede da nessuna parte.
nulla.
a volte, in alcuni momenti sempre più rari, riesce ancora a far rivivere un lontano ricordo della stella di origine. a volte si chiede cosa sarà successo a quella stella.
forse la galassia da cui è arrivato è ormai scomparsa...
ma lui continua, verso i confini dell'universo.

lui deve continuare.


500.000 anni


la stella dove nacque, dista 500.000 anni luce.
ma quanto è grande l'universo?
il fotone non ne è sicuro, ma forse... lì davanti... qualcosa si vede in fondo al buio.
un puntino...


550.000 anni
altri 50.000 anni sono passati da quando il fotone aveva intuito, forse, una luce lontana davanti a sé, ormai ne è sicuro: un piccolissimo bagliore si scorge lì davanti, ma non sa ancora cosa sia.
sono passati 550.000 anni da quando ha lasciato la stella d'origine e si è inabissato nel vuoto siderale e adesso il fotone forse si sta avvicinando agli astri di una nuova galassia...

sarà vero?


1.000.000 di anni.

ora ne è certo: si avvicina il fotone a una galassia.
ma quanto ci vorrà ancora?

1.500.000 anni volando nel buio, ma adesso il fotone corre in un vuoto diverso: attorno a sé, lontanissime, ci sono stelle di cui a volte può anche intuire la gravità lontana.
corre il fotone, solo, ormai abituato alla sua corsa senza fine, ma questo luogo nuovo e popolato di lontani astri lo rende più felice.

1.600.000 anni.
quella luce che sempre sta là davanti non sembra più essere un effetto ottico di un ammasso di lontani astri e neanche un miraggio dettato dalla speranza: no. c'è proprio una stella, proprio li davanti ai suoi occhi.
è ancora lontana, ma sembra che ci debba andare a sbattere contro, in un futuro, forse tra qualche anno. forse di più...


e dunque?
viaggiare 1.600.000 anni nel vuoto, nella solitudine, solo per ricadere nel calderone di una nuova stella uguale a quella che lo generò? brulicante di fotoni... per poi forse essere risputato di nuovo da quella poderosa energia e ricominciare un nuovo viaggio.
infinito... buio...
...di nuovo...


altri 10 anni passano uguali per il fotone.
adesso sembra che davvero la collisione con la stella che ha davanti sarà inevitabile.
dritto verso il centro.


ma ecco che dopo qualche mese dell'anno 1.600.010 il fotone nota qualcosa di strano: distoglie per un attimo lo sguardo dalla luce di quella stella che sta proprio davanti a sé e vede qualcosa di diverso... mai visto: per il fotone abituato a tanto vuoto è quasi come un miracolo... si tratta di un granello di polvere che orbita nel vuoto, a sinistra della stella.
e sembra avvicinarsi...

dopo qualche settimana è ormai chiaro che non si trattava di un granello di polvere, né di una cometa, bensì di un pianeta!
un pianeta che mostra il suo lato scuro.

dopo qualche giorno ancora il fotone comincia a guardare il pianeta in modo diverso, quasi in apprensione: il pianeta seguendo la sua orbita ellittica si avvicina alla traiettoria del fotone: si tratta di una rotta imprevista e comunque il fotone non ha scelta, solo può andare dritto!

il pianeta è sempre più vicino.

sembra ormai chiaro che il fotone si scontrerà proprio contro di esso...

dopo qualche lunga ora non c'è più dubbio:
il fotone entra nell'atmosfera della Terra.

alla sua velocità ormai pochi istanti brevissimi lo dividono dall'impatto che segnerà una nuova tappa della sua vita. perfora gli strati atmosferici con una velocità inconcepibile e si prepara a un impatto con il suolo del pianeta in un punto qualsiasi dei moltissimi milioni di chilometri quadrati della sua superficie.

non ha controllo della propria traiettoria e può cadere ovunque.

casualmente si trova nell'emisfero settentrionale, a una latitudine di circa 45º dall'equatore.
in pochi istanti si trova vicino al suolo:
potrebbe cadere in qualsiasi millimetro della superficie terrestre notturna di quella porzione di pianeta.


e proprio in quello stesso momento la ragazza alzò lo sguardo per guardare il firmamento di quella bella nottata stellata.


e il fotone, alla fine, cadendo velocissimamente e superando tutti gli strati dell'atmosfera, tutte le nuvole, le particelle in sospensione, dopo un lunghissimo viaggio siderale durato più di un milione seicentomila anni, con una delicatezza che contrasta con la sua velocità infinita, entra l'occhio aperto della ragazza e tocca l'iride puntata verso il cielo notturno.



migliaia e migliaia di anni di viaggio.
un percorso attraverso il vuoto cosmico e il silenzio infinito per un tempo che sembra senza fine.
il tutto senza sapere mai dove sarebbe finito un giorno e se ci sarebbe mai stata fine a quel viaggio, ma quel fotone era destinato all'occhio della ragazza che, casualmente, proprio un istante prima dell'ultimo impatto con il suolo terrestre, aveva alzato lo sguardo verso il cielo.

nei suoi occhi splendeva ora il fine di quel viaggio così incredibilmente infinito.

era un miracolo.
un incredibile gioco del destino.


ma non era l'unico.

la ragazza guardava le stelle e le vedeva brillare tutte, questo significava che il flusso di luce continuava e i fotoni, a frotte, venivano da quei lontani astri dopo viaggi ugualmente infiniti e solitari.
nell'occhio della ragazza simultaneamente si ammassavano fotoni da ogni parte del cosmo: dai confini più remoti di altri universi, messaggeri di tempi remotissimi e di luoghi abissalmente lontani.



di colpo la ragazza si rese conto che tutto l'universo le stava comunicando un messaggio eterno ed infinito, proveniente da ogni angolo del cosmo e da ogni tempo tutto concentrato di colpo nello stesso punto, nello stesso istante.

lei era il punto finale, il destino segreto di quei viaggi luminosi partiti dai confini dell'universo e del tempo

un segreto, silenzioso miracolo in un istante.

nei suoi occhi, adesso, brillava il destino dell'universo.


Wednesday, 28 April 2010

UNIVERSITÀ DELLE UTOPIE

Sono dell'opinione che bisognerebbe organizzare al più presto una UNIVERSITÀ INTERNAZIONALE DELLE UTOPIE, affinchè si sviluppino nuove idee, nuovi modelli sociali e culturali, nuovi orizzonti e nuove speranze.

trovo questo periodo storico particolarmente bisognoso di questa istituzione.
bisogna assolutamente valorizzare il sogno e la speranza!
prestoooooooooo!

chi mi aiuta?


Thursday, 15 January 2009

Un calendario per tutti gli anni!


ecco un'idea per un calendario universale!
i mesi sono disposti in modo da essere allineati in funzione dei giorni della settimana. tutti i lunedì uno sotto l'altro, tutti i martedi, mercoledì e cosi via.
questa sequenza dei giorni della settimana in funzione dei mesi di un anno è costante e invariabile e quindi questo schema è uguale in qualsiasi anno, le uniche variabili che cambiano sono:
1- c'è quest'anno un 29 febbraio che sfasa la sequenza?
e 2- il primo giorno dell'anno che giorno della settimana è?
il primo punto si risolve mettendo alla fine del calendario i due primi mesi dell'anno Gennaio e Febbraio. il 29 febbraio così risulta un elemento da considerare in caso solo prima di passare di nuovo alla parte alta del calendario, mentre la sequenza dal 31 dicembre al 1 gennaio nello schema risulta sempre giusta e mai problematica.
lasciamo solo uno spazio tra dicembre e gennaio per celebrare il cambio dell'anno.
il secondo punto si risolve facendo il calendario con due fogli sovrapposti, uno rigido, fisso, di base con lo schema dei giorni e dei mesi, l'altro semitrasparente con le parti colorate che segnano i weekend e i nomi dei giorni della settimana.
aggiustando una volta all'anno la posizione dei due fogli il calendario è sempre valido.
così mettendo l'indicatore in alto (vedi immagine) nell'apposita freccetta che ne segnala l'anno, la posizione dei weekend secondo lo schema si aggiusta da sola.
un calendario per moltissimi anni e, volendo, per sempre.
chau

Saturday, 10 January 2009

SUPERNOVAE - 2002

l'universo è formato al 95% di idrgeno (H) che è la forma più elementare e semplice di atomo...
il resto dell'universo è fatto praticamente solo di elio (appena 2 elettroni) e poi piccolissime quantità di altri elementi via via + complessi.

le stelle sono ammassi di gas intercosmico.
si formano per effetto delle pressioni dovute ai collassi gravitazionali. in esse si instaurano reazioni atomiche che bruciano l'idrogeno e producono elio.
così si è formato tutto l'elio dell'universo: dalla fusione nucleare di atomi di idrogeno dentro il cuore delle stelle.

se finisce l'idrogeno si comincia a fondere l'elio e si produce il carbonio (credo) e per successivi esaurimenti di elementi chimici si fondono altri atomi + pesanti e poi ancora + pesanti...
solo le stelle immense che scoppiando sotto pesi allucinanti di universi in collasso deflagrano in apocalittiche supernovae possono produrre i metalli pesanti e gli elementi chimici segnati per ultimi tra quelli conosciuti dagli uomini.

questo cosa significa?
che tutto ciò che non è idrogeno è stato generato dalle incandescenti fornaci dei nuclei stellari e tutto ciò che non è idrogeno proviene da esplosioni inimmaginabili, da cosmi implosi e schiantati, ogni atomo piccolissimo è passato per temperature di almeno 15 miliardi di gradi ed è stato scaraventato per distanze abissali in tempi remotissimi!

e io non sono fatto solo di idrogeno...

ogni atomo del mio corpo è stato forgiato dai titanici martelli dei fuochi stellari, è stato scaraventato all'impatto di stelle in collisione, è stato temprato da miliardi di anni di vuoto siderale ed ora risiede in me!
nel mio corpo!

che storie inimmaginabili potrebbe raccontare ogni frammento del mio corpo... da quale universo scomparso proviene... quale luce ha visto la sua nascita...

Io sono fatto di polvere di stelle e sono l'erede di cataclismi cosmici inimmaginabili.
in me l'universo parla con voce potente e tonante!
onore alla vita che anima il mio corpo, ma onore soprattutto a ciò che, inorganicamente, testimonia la grandezza e la continuità del mio essere in questo universo!
in me, i segni del fuoco primordiale!

sono una stella!
e prima o poi mi riaccenderò

BINOCOLO SPAZIO TEMPORALE

Sapete cos'è una lente gravitazionale?
è la massa di un oggetto molto grande (tipo una stella) che devia il tragitto dei fotoni attraverso la sua gravità generando delle deformazioni visive.
partendo da questa evidenza, è teoricamente possibile (praticamente no, ma pazienza) creare uno strumento che capti la luce proveniente dallo spazio e che, attraverso processori mastodontici, riesca a mettere a sistema tutte le deviazioni dei fasci di luce intergalattici e riesca, in definitiva, calcolando i tempi e i percorsi della luce deviata da tutte le masse siderali, a ricostruire l'insieme di quei fotoni che sono partiti dalla terra e che dopo viaggi di milioni di anni luce, deviati da miriadi di masse di stelle, sono stati ricondotti al nostro occhio.
se ne ricaverebbe in pratica la ricostruzione esatta dell'immagine della terra di milioni di anni fa.
un binocolo puntato sul pianeta terra del passato!