in un sentiero di montagna in un fitto bosco... stavo
seguendo un gruppo in bicicletta, anche io ne avevo una, ma il sentiero era
difficile anche se estremamenente piacevole e bello. non ero preoccupato di
star dietro. trovavo lungo il percorso una signora, andava anche lei in bici
con suo marito, ma suo marito era ormai lontano. la sua bici infatti era
piccola, tozza e sgonfia. le offrivo allora di cambiar bici e di proseguire
insieme, perchè per lei sarebbe stato piu facile. in effetti la bici della
signora era abbastanza sgangherata.
insieme proseguivamo, lei mi era molto grata della
gentilezza.
si apriva ad un certo punto una vista dall'alto della
collina e si vedeva di colpo un grandissimo deserto con dune rosse, alte e
bellissime.
oltre, alla fine del percorso e al di lá di alcune
dune più prossime, si intuiva la presenza di una grande città (azzurra-blu,
fresca, come nella luce dopo una tempesta verso il finire del giorno, con
nuvoloni neri sopra di essa). la signora mi diceva che si trattava di Parigi.
a quel punto capivo che qualcosa di strano c'era... e
per provare a verificarlo dissi: aaaaaa, si, certo. questo dunque è il famoso "deserto di
parigi", magnifico...
la signora confermava sinceramente e candidamente.
d'altronde non c'era dubbio che quella fosse parigi e
che quello fosse un maestuoso deserto.
entrando in una strada alberata tra le case parigine,
scendendo dalle alture si cominciò anche a intravedere un immenso mare in
burrasca, grandissimo, profondissimo, blu. le onde giganti, una scena
meravigliosa! dicevo dunque: aaaaaa, e questo è il famosissimo "oceano di
parigi"...
la signora confermava e aggiungeva qualche dettaglio,
come se si trattasse di una cosa che tutti sanno. era tutto vero, ma la
geografia parallela era di un altro mondo.
ad un certo punto trovavo ad un tavolino di un bar il
mio gruppo, seduto a bersi una birra. svoltato l'angolo, mi siedo con loro.
uno dei miei amici, quello seduto a destra di me mi
chiede qualcosa, mentre io ammiro l'oceano di parigi. a quel punto gli dico: vedi, amico mio, il
fatto è che tutto questo è un sogno. lui resta
interdetto... sorpreso... è
tutto un sogno, non c'è nè deserto nè oceano a parigi. so che sono nel sogno,
voi tutti lo siete, ma è bello
stare qua con voi, quindi continuo a sognare.
il tipo cerca di capire, ma gli risulta difficile
immaginare di essere soltanto la proiezione di un sogno. cerca di far qualche
domanda, per afferrare meglio il concetto.
io dico qualcosa tipo: è tutto dentro alla
mia testa. alla mia sinistra uno degli amici ride e dice: per fortuna non è
dentro la mia perchè se no sai che noia essere tutti immobili a far niente? lo guardo bene ed è
una statua. una rigida statua di pietra che beve la birra con noi, seduto. è
uno dei miei amici del sogno...
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