Tuesday, 27 April 2010

Zonte a Venexia

Vabbè, nel post sulla Neo-Venetiae riconosco di aver seguito una via piuttosto radicale riguardo la "modernizzazione" di Venezia; o forse sarebbe meglio dire la "ricontemporaneizzazione".

una soluzione alternativa, altrettanto interessante e forse un po' più rispettosa e soft, potrebbe invece essere messa in pratica partendo da un concetto base che segue l'idea base dell'essenza eterna di Venezia e cioè Venezia come arcipelago di isole artificiali collegate da ponti.


L'idea di collegare le varie località e le varie isole con strade sub-lagunari o linee di metro subacquee rimane valida. Invece però di scavare sotto il suolo umido della delicata città, adagiamo questi assi di circolazione in modo tangente alle isole e alle fondamenta e là dove serve creiamo isole artificiali che elevandosi fino alla superficie dell'acqua danno luogo a stazioni della metropolitana o a parcheggi subacquei.
La superficie della nuova isola artificiale, poi, potrà invece essere utilizzata per l'ubicazione di servizi di cui la città è attualmente carente: case popolari, zone verdi attrezzate, supermercati a portata di mano e con facili approvigionamenti, ospedali efficienti ubicati dove serve e ben collegati, uffici amministrativi piu vicini al cittadino venga da Venezia o della terraferma, aree di attracco di barche per residenti, zone sportive, stadio con parcheggi e anche aree di discoteche dove non ci siano problemi di vicini, in modo da dare sfogo alle esigenze dei giovani Veneziani, che altrimenti scappano dalla città.

queste isole artificiali sarebbero poi collegate al resto della città da ponti.
Isole nuove e ponti: una prassi per niente nuova a Venezia.
si creerebbero così isole associate al compatto tessuto storico, grappoli di attività aggiunte e facilmente raggiungibili e non invasive del centro storico. Un Veneziano potrebbe avere finalmente una macchina parcheggiata sotto casa (e sott'acqua) e poter andare in 10 minuti da Mestre al Lido agevolando una maneira meno impegnativa di vivere la città che potrebbe finalmente tornare a vivere, esattamente com'è ora, ma in modo più efficiente e più diffuso.



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