Sunday 4 May 2014

il carattere dei fiumi

ogni fiume ha un inizio e una fine.
l'acqua scorre lungo il percorso lungo le anse del suo sinuoso cammino eterno e seguirne il flusso dalla sorgente alla foce è vivere una storia, è vivere una vita, dalla nascita alla morte.
da sempre il fiume è la metafora della vita.

dunque i fiumi hanno corsi diversi. vite diverse. caratteri diversi.
ogni fiume è una storia da leggere.

...e il fiume niger è un fiume molto speciale.

dei grandi fiumi del mondo il fiume Niger è un fiume unico, originale, fin da subito: parte dal lato sbagliato: se tirava a sud sarebbe stato come tutti gli altri fiumiciattoli della zona: 100, 200 km al massimo e poi subito a sfociare nell'oceano. una vita facile, anonima, ma il Niger no: lui sceglie di puntare alla direzione contraria rispetto a tutti gli altri fiumi nati sulle sue stesse montagne. il Niger si lancia verso l'interno del continente, dando le spalle alla costa che è così vicina, si allontana dal mare, fugge alla sua meta finale.
uno sbaglio?
una caparbietà?
una decisione dettata da una curiosità insaziabile?
non si può sapere... fatto sta che il Niger sceglie di scorrere verso nord-est puntando dritto verso il centro del deserto del Sahara!


questo errore... questa scelta... questo azzardo scapestrato in realtà non è prerogativa del solo fiume Niger, è una scelta che fanno molti dei Grandi Fiumi, altrimenti non sarebbero Grandi: ad esempio il Rio delle Amazzoni poteva andarsene a sfociare subito in Perù e il Nilo poteva sfociare in Kenia, sarebbero rimasti piccoli fiumi, normali, poche persone conoscerebbero i loro nomi.
non è solo il Niger che fa la scelta illogica di nascere vicino alla costa e scorrere verso la direzione opposta.
c'è però una grande differenza nella storia del Niger rispetto agli altri grandi fiumi: gli altri fiumi fanno scelte lunghe, a volte coraggiose, forti, sicuramente interessanti, ma mai suicide!
il Rio delle Amazzoni sceglie la strada più lunga, è vero, ma passa per una valle lussureggiante piena di affluenti che gli danno forza, la sua non è una scelta suicida; il Congo e il Mississippi fanno lo stesso. essi scelgono una via lunga e interessante, ma non pericolosa.
gli unici due grandi fiumi che prendono una via davvero pericolosa, affrontando sfacciatamente le grandi aridità del più grande deserto del pianeta, sono il Niger e il Nilo.
ma il Nilo parte con tutta la forza delle terre umide dell'Africa Orientale e di tutte le verdi e alte montagne etiopi, inizia confuso poi si lancia come un giovane temerario verso il pericolo: va avanti, ad un certo punto ha un ripensamento e quasi decide di tornare indietro, ma poi torna con forza sulla sua strada, anche perché il Nilo in realtà ha sempre un'importante certezza: sa che se ad un certo punto non dovesse più farcela il Mar Rosso sta sempre a due passi li ad est: basterebbe girare a oriente in qualsiasi punto del suo percorso attraverso il deserto e il Nilo sarebbe salvo, non finirebbe secco e prosciugato dal sole, sconfitto, evaporando in un acquitrino salato al centro di una regione endoreica.
al Nilo piace il rischio controllato. è un fiume determinato e ambizioso, ma in nessun momento si lancia verso una scelta suicida.

il Niger invece si lancia ciecamente verso il centro del deserto.
punta verso il posto più pericoloso della terra per qualsiasi fiume, il punto più torrido, più arido, più caldo.
si sarà forse perso o la sua è una sfida folle contro l'impossibile?
sin dall'inizio nessun affluente consistente lo aiuta. lui va solo, ostinato. per quasi duemila chilometri punta dritto verso l'ardente centro del deserto in una specie di missione suicida.
in nessun momento ha il minimo ripensamento. la sua è una traiettoria retta, determinata.
un affronto sconcertante, un assalto inimmaginabile al cuore di tutte le aridità del nostro pianeta.
e ce la fa: il Niger porta il suo flusso di acque fino al centro del deserto.
porta la freschezza della sua corrente nel cuore del Sahara.

però arrivato a un certo punto inizia a essere stanco, spossato e a perdere le forze: la sua corrente rallenta, si disperde, inizia a dividere le sue acque: il Niger si dirama nel suo delta interno.
un preludio di sfinimento, non ce la fa più.


il Niger è ormai vicino a far la fine dei fiumi endoreici del deserto del Gobi o del Kalahari: fiumi imponenti che non sfociano mai, muoiono in acquitrini arsi dal sole, evaporando senza mai essere arrivati al mare...
si trova a un passo dalla sua fine.
quasi perde la speranza e per un po' è sul punto di lasciarsi morire. di lasciarsi evaporare.
eppure, non si riesce a capire come, con una forza strepitosa, unica, quando ormai già tutto sembrava perso, egli torna a raccogliere tutte le sue acque sparse nel suo vasto delta piatto in mezzo al deserto e comincia a convogliarle di nuovo in un unico imponente corso.
forte e determinato il Niger va verso una nuova direzione: con tutta la sua forza decide di deviare di 90 gradi verso sud est.


ma l'avventura non è finita: il fiume si trova comunque nel mezzo del deserto del Sahara, ancora rischia di essiccarsi o di perdersi di nuovo nell'interno del continente, la costa è così lontana che qualsiasi direzione scegliesse si tratterebbe comunque di un rischio immenso, di un azzardo eroico.
ma il Niger va, la sua corrente unita e forte.
di nuovo determinato, di nuovo in linea retta, senza perdere tempo, senza paura.
è un viaggio difficile, estenuante, lungo, senza nessuna certezza e ci vogliono ancora altri 1000 chilometri sotto il sole torrido del Sahara, 1000 chilometri lenti e durissimi, ma finalmente con una forza di volontà smisurata riesce ad arrivare in una zona tropicale e a raccogliere nuove acque e nuove forze.


il Niger ce l'ha fatta: ora scorre tranquillo attraverso verdi vallate umide.
egli ha vinto il deserto e ora, ricevendo forze e energia dalla lussureggiante giungla tropicale, può finalmente aprirsi la sua strada al mare e raggiungere la sua meta.
un'avventura incredibile, un'impresa titanica.

il Niger è il fiume che ha vinto il deserto.


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sarebbe bello scrivere un libro sulle avventure dei grandi fiumi, delle montagne, degli oceani, come se fossero vivi e simili agli umani. 
un libro di geografia viva.
sarebbe anche interessante leggere la storia metaforica di ciascun fiume (monte, mare...) in forma di racconto, senza sapere di quale fiume, o corrente marina, o fenomeno atmosferico si stia parlando: ogni capitoletto una storia con un personaggio e la sua avventura, alla fine della quale apparirebbe una mappa per rendere chiaro il collegamento.
studiare la mappa sarebbe così ripercorrere mentalmente la storia appena letta.

la geografia si popolerebbe di una serie di nuove mitologie fantastiche e guardare una mappa sarebbe come cogliere una cosmogonia di storie sormontate e simultanee....

non male!

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