basta classificare il razzismo come un pensiero da ignoranti e basta.
il razzismo esiste e chi lo professa (la stragrande maggioranza dell'umanità) non verrà semplicemente convinta da un'argomentazione del tipo "se sei razzista, sei un ignorante!"
bisogna capire che agli occhi del razzista il problema dell'immigrazione è davvero il problema principale che dà origine a tutti gli altri problemi in modo consequenziale e logico! inoltre secondo il razzista bloccare gli immigranti è una soluzione davvero geniale che deriva da un profondo ragionamento frutto dell'uso magistrale del proprio intelletto.
non sviliamo questa sua opinione socio-politica tacciandola sbrigativamente di pensiero da ignoranti.
(d'altronde non si può negare che l'argomentazione "il razzismo è sbagliato" agli occhi di un razzista non è poi una spiegazione così convincente per spingerlo a smettere di essere razzista...)
insomma, non si sconfigge il razzismo in questo modo, consideriamolo invece come un giusto pensiero rispettabile e logico. affrontiamo con coerenza e con logicità uno dei punti fondamentali della mentalità razzista: il problema dell'immigrazione.
sviluppiamo dunque questo esempio:
vuoi difendere le frontiere e proteggere le specificità culturali della tua nazione?
l'Italia agli Italiani e fuori tutti gli immigranti?
vuoi chiudere le frontiere e rilasciare pochissimi permessi di soggiorno ogni anno e solo per pochissimi immigranti selezionati accuratamente?
bene!
ma certo, sr. razzista.
e perché no!
rispettabilissimo pensiero!
basterà adesso solo strutturarlo meglio e renderlo coerente in ogni sua parte, estendendo questa rispettabilissima logica a tutti i paesi del mondo.
quindi, visto che se questo ragionamento è valido per l'Italia, deve essere a livello ideologico valido anche per gli altri paesi del mondo:
L'Italia agli Italiani, sí, ma allora anche la Francia ai Francesi, la Germania ai Tedeschi, la Nigeria ai Nigeriani e gli Stati Uniti ai Statunitensi, no?
difendere la cultura del proprio paese è anche difendere quella degli altri paesi, quindi se accettiamo una quantità X di immigranti in Italia, dobbiamo anche considerare che accettiamo solo e soltanto una quantità X di emigrati dall'Italia.
questo sacrosanto ragionamento perfettamente razzista è in se perfetto e cristallino.
proibire un immigrante è pur sempre proibire un emigrante, è ovvio.
quindi vediamo:
diciamo che un Italiano vuole emigrare dall'Italia e un Senegalese vuole immigrare in Italia:
in questo caso sarà permesso al Senegalese di immigrare in Italia solo nel caso in cui conosca bene la lingua italiana, abbia i soldi sufficienti e la formazione necessaria per trovarsi un lavoro. sarà schedato e vigilato e nel caso in cui non trovi lavoro sarà rimpatriato immediatamente nel suo paese d'origine.
per ovvie ragioni razzistiche l'Italiano che emigra bilanciando l'immigrazione del Senegalese, se voleva andarsene nel Regno Unito o a Dubai potrà farlo solo se dimostrerà di conoscere perfettamente l'Inglese o l'Arabo, dovrà avere i soldi sufficienti per l'espatrio e la formazione necessaria per trovarsi un lavoro nei paesi dove vuole viaggiare. dovrà essere schedato e vigilato e nel caso in cui il Senegalese venga rimpatriato per non aver trovato lavoro, per questione di simmetria, anche l'Italiano dovrà essere rimpatriato forzosamente (anche se quest'ultimo aveva già trovato un lavoro).
in questo modo l'equilibrio di razza e di immigrazione/emigrazione viene garantito.
nel caso invece in cui il Senegalese abbia trovato un lavoro in Italia, all'Italiano non sarà permesso il rimpatrio in nessun modo e sotto nessuna circostanza, per le suddette regole giustamente razziste.
altro caso: diciamo che, per questioni simmetriche, se si è decisa una quantità di immigranti X e gli Italiani che vogliono emigrare sono (X - 1) allora si procederà all'esilio forzato di un Italiano estratto a sorte, così la simmetria verrà mantenuta.
queste regole sopra descritte potrebbero sembrare ingiuste per l'Italiano emigrante perché lo obbligano a tornare, ad andarsene o a restarsene esiliato indipendentemente dalla propria volontà, ma in fondo, anche gli immigrati che arrivano in Italia molte volte non lo fanno per piacere personale, bensì per necessità che non dipendono da loro. ecco quindi che tutto assume un'ottica più generale e giusta.
ovviamente se agli Italiani non dovesse piacere il fatto di: dover essere espulsi dal proprio paese a causa di un immigrante accreditato; oppure essere obbligati a rimanere in un paese straniero a causa del Senegalese che ha trovato lavoro in Italia; oppure ancora a essere rimpatriato in Italia forzosamente a causa del Senegalese che non ha trovato lavoro; si potrà comunque sempre decidere politicamente e razzisticamente di non dipendere più da nessun immigrante e di chiudere totalmente le proprie frontiere azzerando completamente i flussi di immigranti nel proprio territorio nazionale.
ovviamente, per logica conseguenza e giustizia internazionale, con questa decisione anche gli stessi Italiani si auto precluderanno la possibilità di oltrepassare le proprie frontiere, fosse anche solo per vacanza.
il ragionamento è semplice:
nessun migrante significa nessun im-migrante e nessun e-migrante.
in fondo ogni emigrante è anche un immigrante, no?
l'unica differenza è il punto di vista da cui lo si vede o partire o arrivare.
ovviamente se gli Italiani si sentissero stretti dentro i loro nuovi impermeabili confini nazionali, potrebbero sempre accettare il compromesso di tornare ad aprire le proprie frontiere, ma solo per pochi, pochissimi immigranti, obbligatoriamente selezionati in modo molto accurato e in base a criteri molto rigorosi.
questo permetterebbe a qualche Italiano di poter, almeno, andarsene in vacanza in Spagna o in Brasile per qualche giorno, ma attenzione! non certo a qualsiasi Italiano, sia chiaro!
solo degli Italiani accuratamente selezionati in base a criteri molto rigorosi potranno, in caso di accettazione dei requisiti dalle autorità pertinenti, superare le proprie frontiere nazionali.
quindi non tu, sicuramente, che sei nella media.
ecco, come vedete il razzismo è un sistema logico socio-politico di tutto rispetto, che va preso in seria considerazione e non va tacciato semplicemente di pensiero ignorante.
se vi piace il razzismo, praticatelo pure, nessun problema, però siate coerenti nello sviluppo del vostro pensiero, ecco tutto.
coerenti fino in fondo.
il razzismo esiste e chi lo professa (la stragrande maggioranza dell'umanità) non verrà semplicemente convinta da un'argomentazione del tipo "se sei razzista, sei un ignorante!"
bisogna capire che agli occhi del razzista il problema dell'immigrazione è davvero il problema principale che dà origine a tutti gli altri problemi in modo consequenziale e logico! inoltre secondo il razzista bloccare gli immigranti è una soluzione davvero geniale che deriva da un profondo ragionamento frutto dell'uso magistrale del proprio intelletto.
non sviliamo questa sua opinione socio-politica tacciandola sbrigativamente di pensiero da ignoranti.
(d'altronde non si può negare che l'argomentazione "il razzismo è sbagliato" agli occhi di un razzista non è poi una spiegazione così convincente per spingerlo a smettere di essere razzista...)
insomma, non si sconfigge il razzismo in questo modo, consideriamolo invece come un giusto pensiero rispettabile e logico. affrontiamo con coerenza e con logicità uno dei punti fondamentali della mentalità razzista: il problema dell'immigrazione.
sviluppiamo dunque questo esempio:
vuoi difendere le frontiere e proteggere le specificità culturali della tua nazione?
l'Italia agli Italiani e fuori tutti gli immigranti?
vuoi chiudere le frontiere e rilasciare pochissimi permessi di soggiorno ogni anno e solo per pochissimi immigranti selezionati accuratamente?
bene!
ma certo, sr. razzista.
e perché no!
rispettabilissimo pensiero!
basterà adesso solo strutturarlo meglio e renderlo coerente in ogni sua parte, estendendo questa rispettabilissima logica a tutti i paesi del mondo.
quindi, visto che se questo ragionamento è valido per l'Italia, deve essere a livello ideologico valido anche per gli altri paesi del mondo:
L'Italia agli Italiani, sí, ma allora anche la Francia ai Francesi, la Germania ai Tedeschi, la Nigeria ai Nigeriani e gli Stati Uniti ai Statunitensi, no?
difendere la cultura del proprio paese è anche difendere quella degli altri paesi, quindi se accettiamo una quantità X di immigranti in Italia, dobbiamo anche considerare che accettiamo solo e soltanto una quantità X di emigrati dall'Italia.
questo sacrosanto ragionamento perfettamente razzista è in se perfetto e cristallino.
proibire un immigrante è pur sempre proibire un emigrante, è ovvio.
quindi vediamo:
diciamo che un Italiano vuole emigrare dall'Italia e un Senegalese vuole immigrare in Italia:
in questo caso sarà permesso al Senegalese di immigrare in Italia solo nel caso in cui conosca bene la lingua italiana, abbia i soldi sufficienti e la formazione necessaria per trovarsi un lavoro. sarà schedato e vigilato e nel caso in cui non trovi lavoro sarà rimpatriato immediatamente nel suo paese d'origine.
per ovvie ragioni razzistiche l'Italiano che emigra bilanciando l'immigrazione del Senegalese, se voleva andarsene nel Regno Unito o a Dubai potrà farlo solo se dimostrerà di conoscere perfettamente l'Inglese o l'Arabo, dovrà avere i soldi sufficienti per l'espatrio e la formazione necessaria per trovarsi un lavoro nei paesi dove vuole viaggiare. dovrà essere schedato e vigilato e nel caso in cui il Senegalese venga rimpatriato per non aver trovato lavoro, per questione di simmetria, anche l'Italiano dovrà essere rimpatriato forzosamente (anche se quest'ultimo aveva già trovato un lavoro).
in questo modo l'equilibrio di razza e di immigrazione/emigrazione viene garantito.
nel caso invece in cui il Senegalese abbia trovato un lavoro in Italia, all'Italiano non sarà permesso il rimpatrio in nessun modo e sotto nessuna circostanza, per le suddette regole giustamente razziste.
altro caso: diciamo che, per questioni simmetriche, se si è decisa una quantità di immigranti X e gli Italiani che vogliono emigrare sono (X - 1) allora si procederà all'esilio forzato di un Italiano estratto a sorte, così la simmetria verrà mantenuta.
queste regole sopra descritte potrebbero sembrare ingiuste per l'Italiano emigrante perché lo obbligano a tornare, ad andarsene o a restarsene esiliato indipendentemente dalla propria volontà, ma in fondo, anche gli immigrati che arrivano in Italia molte volte non lo fanno per piacere personale, bensì per necessità che non dipendono da loro. ecco quindi che tutto assume un'ottica più generale e giusta.
ovviamente se agli Italiani non dovesse piacere il fatto di: dover essere espulsi dal proprio paese a causa di un immigrante accreditato; oppure essere obbligati a rimanere in un paese straniero a causa del Senegalese che ha trovato lavoro in Italia; oppure ancora a essere rimpatriato in Italia forzosamente a causa del Senegalese che non ha trovato lavoro; si potrà comunque sempre decidere politicamente e razzisticamente di non dipendere più da nessun immigrante e di chiudere totalmente le proprie frontiere azzerando completamente i flussi di immigranti nel proprio territorio nazionale.
ovviamente, per logica conseguenza e giustizia internazionale, con questa decisione anche gli stessi Italiani si auto precluderanno la possibilità di oltrepassare le proprie frontiere, fosse anche solo per vacanza.
il ragionamento è semplice:
nessun migrante significa nessun im-migrante e nessun e-migrante.
in fondo ogni emigrante è anche un immigrante, no?
l'unica differenza è il punto di vista da cui lo si vede o partire o arrivare.
ovviamente se gli Italiani si sentissero stretti dentro i loro nuovi impermeabili confini nazionali, potrebbero sempre accettare il compromesso di tornare ad aprire le proprie frontiere, ma solo per pochi, pochissimi immigranti, obbligatoriamente selezionati in modo molto accurato e in base a criteri molto rigorosi.
questo permetterebbe a qualche Italiano di poter, almeno, andarsene in vacanza in Spagna o in Brasile per qualche giorno, ma attenzione! non certo a qualsiasi Italiano, sia chiaro!
solo degli Italiani accuratamente selezionati in base a criteri molto rigorosi potranno, in caso di accettazione dei requisiti dalle autorità pertinenti, superare le proprie frontiere nazionali.
quindi non tu, sicuramente, che sei nella media.
ecco, come vedete il razzismo è un sistema logico socio-politico di tutto rispetto, che va preso in seria considerazione e non va tacciato semplicemente di pensiero ignorante.
se vi piace il razzismo, praticatelo pure, nessun problema, però siate coerenti nello sviluppo del vostro pensiero, ecco tutto.
coerenti fino in fondo.
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