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Sunday, 28 August 2022

neologismo-131


Governo del popolo, ma non in modo totalmente uguale: chi comanda è scelto in base all'origine raziale e comunque all'interno del popolo c'è una netta divisione di casta in base al colore della pelle:

DERMOCRAZIA

esempio: "ai tempi della schiavitù tutte le grandi nazioni colonizzatrici erano delle monarchie assolute. Adesso, anche se la schiavitù è ufficialmente finita quasi un secolo e mezzo fa, purtroppo le cose non sembrano essere cambiate troppo: viviamo in stati il cui sistema di governo è evidentemente la Dermocrazia".


Tuesday, 29 November 2016

la genética no acepta racismo

Los genes que permiten variaciones dentro de una misma especie ya estable son genes "inocuos", "secundarios" o sea que no dan ninguna ventaja en términos evolutivos.
Eses "genes secundarios" permiten grandes variedades de formas casuales dentro de una misma especie (pelo negro, blanco, amarillo; color de la piel; color de los ojos; manchas de formas y tonalidades diferentes en animales como perros, gatos, vacas etc).
Los genes "importantes", determinantes, en cambio, son los que cuentan en la selección natural y por eso generan una uniformación de las características justamente porque son los genes que hacen la diferencia entre la vida y la muerte.
Los genes que dan ventajas evolutivas son los que excluyen los individuos no-exitosos y determinan rigidez en formas y colores dentro de una misma especie.

Ahora bien, ya que el hombre considera que su propio éxito evolutivo se debe principalmente a la inteligencia, eso demostraría que la variación del color de la piel, que la diferente pigmentación de la piel humana que es variable de grupo a grupo (blancos, negros, asiáticos y un sin fin de variedades intermedias), es justamente variable porque no es determinante (como cualquier otra característica racial dentro del homo sapiens) ya que se desarrolló solo gracias al hecho de no ser crucial y de no tener importancia substancial.

las razas humanas son diferentes tan sólo porqué se diferenciaron en características irrilevantes. Eso es porque variaciones dentro de una misma especie estable existen únicamente en el caso que generen diferencias irrelevantes en términos de capacidades evolutivas (en el caso del hombre, por ejemplo, la inteligencia).

Tuesday, 28 June 2016

tuto butà intee scoasse

tuto butà via
intee scoasse.

i ga svenduo cussì tanto a so identità
che romai pa capir chi che i xe
no ghe resta altro da far
che no voer capir quei che i no i xe.

nagar quei che i xe difarente.

e i siga: "fora i foresti!"
e no i se incorxe che so noni
i jera stai foresti in 'Mèrica,
in Braxil, in Germania,
in Australia, Argentina,
Mian, Torin, Roma...

oci orbi. servéi incalcai. cuori marsi.
no savé pi chi che sé
e voé soło saver quei che no xe fa valtri.
quei che i xe i foresti, fa vostri noni.
vostri noni i saria foresti pa valtri.
valtri sarissi foresti pa vostri noni.

sé foresti al vostro stesso sangue.

no sé pi come i vostri veci,
poareti contadini emigranti,
valtri sé deventai internassionai
cussita internassionai da no voer nessuni
che'l vegne da fora de a vostra micro-nassion.
ma ve vedeo che ridicoi che sé?

xe pi compagno a vostri noni un senegaexe,
e xe pi vostro nono un sirian,
e xe pi vèneto un cinexe
che valtri łà, difensori de a vostra tera...

valtri no o savé gnanca
ma gavé bixogno dei foresti
pa essa chelcuni romai.

sensa de łori,
no sé pi nessuni.

Thursday, 13 August 2015

straniero al 99,14%

quando qualcuno ha la tentazione di dire "fuori gli stranieri" dovrebbe prima considerare un paio di dati, per esempio:
lo straniero, si sa, è un concetto relativo: dipende dal punto di vista.
un rumeno è straniero in italia, ma non certo in romania, così come qualsiasi italiano che dice "fuori gli stranieri" dovrebbe ricordarsi che egli stesso è straniero nel momento in cui viaggi in germania, spagna, brasile o stati uniti, tanto per dire.
va bene, può sembrare un'ovvietà, ma non è male ricordarci che tutti siamo più o meno stranieri (almeno in modo potenziale).
anche nell'estremo caso ideale in cui nel mondo esistano soltanto due stati, tutti gli abitanti del mondo saranno comunque stranieri: gli abitanti dello stato A sono stranieri per lo stato B mentre quelli residenti nello stato B sono stranieri per i cittadini dello stato A.
nel nostro mondo le cose si fanno relativamente più complesse essendovi moltissimi stati con varie popolazioni ciascuno.
in termini generali si può quindi dire che una persona qualsiasi è straniera rispetto a tutto il resto della popolazione mondiale che non vive nel proprio stato. per cui possiamo dire che ciascuno di noi è più o meno straniero in base a quanto la popolazione del proprio stato rappresenta rispetto al totale della popolazione mondiale.
in pratica la percentuale di stranierità di ciascuno è l'inverso di quanto si può vedere in questa mappa della popolazione percentuale di ciascuno stato rispetto al totale dell'umanità.

ne consegue in pratica che un italiano è intrinsecamente straniero al 99,14%
uno statunitense invece lo è soltanto al 95,55%
mentre è ovvio che le due nazioni meno intrinsecamente straniere sono l'india con una percentuale di 82,50% di stranierità e la cina i cui abitanti sono stranieri soltanto all´80,76%.

ricordatevi dunque che molti di quelli che considerate con disprezzo stranieri in realtà sono molto meno stranieri di voi, in termini generali!
ed è ovvio che avete ragione voi a considerarli stranieri nella vostra terra se non vi muovete da casa vostra, certo che però limitarsi a considerare nelle vostre analisi a malapena il 0,86% della popolazione mondiale (italia) è un pochettino limitante, mi concederete il termine.
in fondo là fuori dei vostri confini c'è più del 99% dell'umanità... la quasi totalità delle persone esistenti... forse se proprio non si possono aprire le frontiere, almeno aprire la mente non sarebbe una cosa sbagliata...

Wednesday, 22 July 2015

per un Razzismo Coerente

basta classificare il razzismo come un pensiero da ignoranti e basta.
il razzismo esiste e chi lo professa (la stragrande maggioranza dell'umanità) non verrà semplicemente convinta da un'argomentazione del tipo "se sei razzista, sei un ignorante!"
bisogna capire che agli occhi del razzista il problema dell'immigrazione è davvero il problema principale che dà origine a tutti gli altri problemi in modo consequenziale e logico! inoltre secondo il razzista bloccare gli immigranti è una soluzione davvero geniale che deriva da un profondo ragionamento frutto dell'uso magistrale del proprio intelletto.
non sviliamo questa sua opinione socio-politica tacciandola sbrigativamente di pensiero da ignoranti.
(d'altronde non si può negare che l'argomentazione "il razzismo è sbagliato" agli occhi di un razzista non è poi una spiegazione così convincente per spingerlo a smettere di essere razzista...)

insomma, non si sconfigge il razzismo in questo modo, consideriamolo invece come un giusto pensiero rispettabile e logico. affrontiamo con coerenza e con logicità uno dei punti fondamentali della mentalità razzista: il problema dell'immigrazione.

sviluppiamo dunque questo esempio:
vuoi difendere le frontiere e proteggere le specificità culturali della tua nazione?
l'Italia agli Italiani e fuori tutti gli immigranti?
vuoi chiudere le frontiere e rilasciare pochissimi permessi di soggiorno ogni anno e solo per pochissimi immigranti selezionati accuratamente?

bene!
ma certo, sr. razzista.
e perché no!
rispettabilissimo pensiero!

basterà adesso solo strutturarlo meglio e renderlo coerente in ogni sua parte, estendendo questa rispettabilissima logica a tutti i paesi del mondo.
quindi, visto che se questo ragionamento è valido per l'Italia, deve essere a livello ideologico valido anche per gli altri paesi del mondo:
L'Italia agli Italiani, sí, ma allora anche la Francia ai Francesi, la Germania ai Tedeschi, la Nigeria ai Nigeriani e gli Stati Uniti ai Statunitensi, no?

difendere la cultura del proprio paese è anche difendere quella degli altri paesi, quindi se accettiamo una quantità X di immigranti in Italia, dobbiamo anche considerare che accettiamo solo e soltanto una quantità X di emigrati dall'Italia.

questo sacrosanto ragionamento perfettamente razzista è in se perfetto e cristallino.
proibire un immigrante è pur sempre proibire un emigrante, è ovvio.

quindi vediamo:
diciamo che un Italiano vuole emigrare dall'Italia e un Senegalese vuole immigrare in Italia:
in questo caso sarà permesso al Senegalese di immigrare in Italia solo nel caso in cui conosca bene la lingua italiana, abbia i soldi sufficienti e la formazione necessaria per trovarsi un lavoro. sarà schedato e vigilato e nel caso in cui non trovi lavoro sarà rimpatriato immediatamente nel suo paese d'origine.

per ovvie ragioni razzistiche l'Italiano che emigra bilanciando l'immigrazione del Senegalese, se voleva andarsene nel Regno Unito o a Dubai potrà farlo solo se dimostrerà di conoscere perfettamente l'Inglese o l'Arabo, dovrà avere i soldi sufficienti per l'espatrio e la formazione necessaria per trovarsi un lavoro nei paesi dove vuole viaggiare. dovrà essere schedato e vigilato e nel caso in cui il Senegalese venga rimpatriato per non aver trovato lavoro, per questione di simmetria, anche l'Italiano dovrà essere rimpatriato forzosamente (anche se quest'ultimo aveva già trovato un lavoro).
in questo modo l'equilibrio di razza e di immigrazione/emigrazione viene garantito.

nel caso invece in cui il Senegalese abbia trovato un lavoro in Italia, all'Italiano non sarà permesso il rimpatrio in nessun modo e sotto nessuna circostanza, per le suddette regole giustamente razziste.

altro caso: diciamo che, per questioni simmetriche, se si è decisa una quantità di immigranti X e gli Italiani che vogliono emigrare sono (X - 1) allora si procederà all'esilio forzato di un Italiano estratto a sorte, così la simmetria verrà mantenuta.

queste regole sopra descritte potrebbero sembrare ingiuste per l'Italiano emigrante perché lo obbligano a tornare, ad andarsene o a restarsene esiliato indipendentemente dalla propria volontà, ma in fondo, anche gli immigrati che arrivano in Italia molte volte non lo fanno per piacere personale, bensì per necessità che non dipendono da loro. ecco quindi che tutto assume un'ottica più generale e giusta.

ovviamente se agli Italiani non dovesse piacere il fatto di: dover essere espulsi dal proprio paese a causa di un immigrante accreditato; oppure essere obbligati a rimanere in un paese straniero a causa del Senegalese che ha trovato lavoro in Italia; oppure ancora a essere rimpatriato in Italia forzosamente a causa del Senegalese che non ha trovato lavoro; si potrà comunque sempre decidere politicamente e razzisticamente di non dipendere più da nessun immigrante e di chiudere totalmente le proprie frontiere azzerando completamente i flussi di immigranti nel proprio territorio nazionale.

ovviamente, per logica conseguenza e giustizia internazionale, con questa decisione anche gli stessi Italiani si auto precluderanno la possibilità di oltrepassare le proprie frontiere, fosse anche solo per vacanza.
il ragionamento è semplice:
nessun migrante significa nessun im-migrante e nessun e-migrante.

in fondo ogni emigrante è anche un immigrante, no?
l'unica differenza è il punto di vista da cui lo si vede o partire o arrivare.

ovviamente se gli Italiani si sentissero stretti dentro i loro nuovi impermeabili confini nazionali, potrebbero sempre accettare il compromesso di tornare ad aprire le proprie frontiere, ma solo per pochi, pochissimi immigranti, obbligatoriamente selezionati in modo molto accurato e in base a criteri molto rigorosi.
questo permetterebbe a qualche Italiano di poter, almeno, andarsene in vacanza in Spagna o in Brasile per qualche giorno, ma attenzione! non certo a qualsiasi Italiano, sia chiaro!
solo degli Italiani accuratamente selezionati in base a criteri molto rigorosi potranno, in caso di accettazione dei requisiti dalle autorità pertinenti, superare le proprie frontiere nazionali.

quindi non tu, sicuramente, che sei nella media.

ecco, come vedete il razzismo è un sistema logico socio-politico di tutto rispetto, che va preso in seria considerazione e non va tacciato semplicemente di pensiero ignorante.

se vi piace il razzismo, praticatelo pure, nessun problema, però siate coerenti nello sviluppo del vostro pensiero, ecco tutto.
coerenti fino in fondo.


Wednesday, 15 July 2015

jo no sóc català

Campaña para salvar el Català de la invasión de inmigrantes:
Catalanes! no rechacéis a los inmigrantes!
al rechazarlos les impedís la integración a vuestra cultura!
aceptad a los inmigrantes! 
si los tratáis bien ellos se aproximarán felizmente a vuestra cultura.
si les odiáis, os odiarán.


Monday, 30 March 2015

NEOLOGISMO-39

setta di cuochi estremisti violenti e fanatici che sono disposti a cucinare soltanto cous-cous e niente più; a causa della loro intransigenza e razzismo non è raro che durante i loro riti se la prendano con i cuochi convenzionali disposti a cucinare anche altri piatti (cosa che i membri della setta ritengono aberrante e contro-natura).

COUS-COUS KLAN

esempio: "quel tipo lì non solo l'ho visto sempre cucinare cous-cous, ma mi ha anche detto che mangiare altri piatti non è una cosa pura... dice che gli altri piatti sono inferiori, puzzano e fanno schifo... è un tipo sospetto, secondo me appartiene al Cous-Cous Klan!"


Tuesday, 20 January 2015

neologismo-36

Sentimiento de prejuicio, odio o rechazo experimentado por un extranjero hacia la cultura y la gente del lugar donde inmigró.
La tendencia a clasificar siempre como negativa la cultura del sitio donde un inmigrante se ha instalado, percibiendo siempre como enemigo y hostil el entorno local autóctono.
Lo opuesto a la xenofobia.

AUTOCTONOFOBIA

ejemplo: "hace 10 años que vive en Cataluña y sus comentarios empiezan a ser peligrosamente atoctonofóbicos". 
"conozco a un montón de Italianos viviendo en Londres, Paris, Berlín y Nueva York están muy bien viviendo allí, pero son un poco atoctonofóbicos".
"los expatriados en África son los más atoctonofóbicos que he conocido en mi vida".

Monday, 19 January 2015

identificarsi negando il diverso

lo xenofobo è una persona così insicura della sua identità che l'unico modo per sentirsi parte di una comunità risulta essere quello di negare l'identità degli altri.
attaccando il diverso si sente di difendere la propria identità.
adesso sì che lo xenofobo si sente parte di un gruppo, di una nazione, essendo lui non cinese, non slavo, non marocchino, non negro, non crucco, non terrone, non zingaro...
una identità che si scopre per esclusione.
una dimostrazione per assurdo.

ma il fatto di avere definito i propri limiti verso fuori non implica necessariamente di avere qualcosa di concreto dentro...


dedicato ai Veneti, che hanno fatto di tutto per buttare nel cesso il loro passato agricolo tradizionale, la loro storia e tradizione, la loro lingua e il loro modo di essere. lo hanno fatto spontaneamente. con rabbia. auto-cancellandosi in pochissimi anni.
quello che prima caratterizzava il 90% dei Veneti, dopo qualche anno era diventato motivo di vergogna, di scherno: boaro, contadin! ...parla il dialetto, che grezzo! 
smarrita la propria essenza, il Veneto si è trovato in crisi d'identità. ha assunto modalità genericamente occidentali, per cui si è automaticamente sentito in periferia di un qualche altro centro lontano. frustato.
l'unica maniera di sentirsi parte di una comunità (ripudiata fino all'osso) è stato quella di rifiutare le identità altrui. la xenofobia.
adesso che odi tutti quelli di fuori, sai che sei Veneto.
anche se non sai più cosa significherebbe esserlo in assenza di nemici esterni.

dedicato anche all'Europa, rasa al suolo e colonizzata nel dopo guerra da due superpotenze che hanno imposto il loro stile di vita, valori e modello sociale nelle rispettive aree di colonizzazione, stravolgendo le modalità di vita tradizionali.
come tutti sappiamo viviamo e pensiamo in modo molto più simile agli statunitensi odierni che ai nostri nonni.
L'Europa è stata colonizzata, non diversamente da come lo è stata l'Africa da parte degli Europei, solo che l'Europa non se n'è accorta davvero e anzi pensa ancora di essere stata "liberata" e di essere il centro del mondo.
Questa Europa ha avuto importanza solo come fronte di battaglia tra i due schieramenti opposti e come ricco bottino da spartirsi e adesso che il fronte lo hanno voluto spostare più giù e più a est, nel mediterraneo, a questa Europa che finge di diventare autonoma, fuori dall'influenza diretta di Est e Ovest, e che si trova invece usata come pedina dentro al nuovo gioco dello "scontro di civiltà", non resta che far finta di avere dei valori comuni, antichi, tradizionali, attraverso la reazione alla minaccia del diverso, dell'Arabo, del Musulmano, del fanatico terrorista.
Gli unici valori europei utilizzabili sono la paura del diverso, l'avversione verso il fanatico-religioso e la necessità di sentirsi meglio dei Russi, meglio degli Americani, meglio degli Arabi, meglio dei Cinesi, meglio degli Africani.
meglio di tutti insomma.
Ecco l'identità europea.

Monday, 1 September 2014

borders move! and being racist has no sense!

mix of historical maps from Euratlas where it's simply patent something very easy to understand but very easy to forget for a lot of people: BORDERS MOVE!
do you think this is a stupid statement? not so much indeed, cause there's a easy consequence of this easy statement: if borders move people that yesterday were strangers now are your own people! and tomorrow part of your nation would be new strangers!
so... historically speaking the word "stranger" has no sense at all!
for this easy reason, my friend, being racist is not simply stupid, it has no sense.


Monday, 17 February 2014

european nationalisms

Catalonia is not Spain.
unfortunately Catalonia is not Catalonia as well.
...how far we are near, my friend...



recent news: Swiss closes its borders to European Community citizens coming immigrating to its territory looking for job. Swiss closes Europe outside. it's the Swiss point of view.


Friday, 14 February 2014

catalunya, porquè m'allunyes?

com extranger vaig vindre a barcelona amb tota la vountat de parlar la llengua d'aquì.
al principi la gent d'aquì era molt més oberta i tol·lerant amb la gent de fora.
era automàtic voler aprendre el català perquè hi havia la possibilitat de integrar-se amb els catalans.
ara la cosa va camviar molt. la gent ès molt més tancada.
a vegades també racista amb la gent de fora.
(no arriba a ser tan racista com à l'italia, d'on vinc jo, pero la cosa va incaminada per aquesta direcció)
si els natius t'allunyan i no et permeten integrar-te dins la seva comunitat, ningú ferà l'esforç de s'apropar a la llengua i la cultura del lloc.
rebuig genera rebuig.

Catalunya, porquè m'allunyes?


/kətəˈɫuɲə/ 
/kətəˈʎuɲə/

Monday, 10 February 2014

mil razas de humanos

siguiendo sorprendido por las diferencias de formas de las diferentes variedades de perros (qué es un perro?) comencé a mirar algunas razas y a notar sus diferencias: es realmente increíble como pueden variar de color, pelo, forma del hocico, tamaño, orejas, conformación física.... todas sus características son de lo más variado!


la verdad es tan diferente una variedad de perros de otra que sería muy interesante imaginarse como sería tanta variación física aplicada a la raza humana!
os podríais imaginar? habría hombres-chihuaua super-nerviosos de 75cm de altura de adulto y otros altisímos, delgados y rapidísimos hombres-lebreles de casi 3 metros de alto.
los colores variarían muchísimo, así como las caras, narices gigantes y otras casi inexistentes, orejas larguísimas y otras muy pequeñas, algunos hombres tendrían muchísimo pelo mientras que otros casi nada.
sería verdaderamente interesante...


yo compuse esta rápida secuencia de 5 razas de hombres, si los humanos fueran tan varios como los perros. se trata tan solo de una imagen para dar una idea. pero lo bonito sería hacerlo de manera muy detallada, casi científica y crear una serie de hombres que cubra todas las variedades caninas existentes.
ahí sí que entonces la cosa tendría su gracia....


Friday, 17 January 2014

¿qué es un perro?

si digo Puerco o Búfalo, León o Águila me imagino perfectamente las características de estos animales: puedo imaginarme su forma, su cabeza, su tamaño, su color... todo lo que los define es bastante claro y fijo.
por eso consigo reconocerlos como razas distintas. 
aunque el Puerco se parezca mucho al Jabalí, el Búfalo se parezca al Bisonte, el León a otros felinos y el Águila a otros aves rapaces.

de hecho las características de las razas a veces son muy parecidas pero pequeñas diferencias definen animales diferentes, por ejemplo: el lobo, el zorro, el coyote, el licaón, el dingo, el chacal...



eso en general... pero los perros???
¿qué es lo que se define un perro?
es facil reconocer a un animal como a un perro cuando vemos uno, pero si os fijáis hay perros de todas las dimensiones de todos los colores, de todas las proporciones, con orejas largas y cortas, pelo liso o rizado, largo o corto, cabeza alargada o chafada, patas largas o cortas, delgados o gordos, con rabo de un tipo o de otro... en fin... hay literalmente de todo!

pero lo sorprendente no es que haya tantas modificaciones de formas de la raza "perro" lo increíble es que sea tan fácil reconocer a un animal como a un "perro" cuando variaciones mínimas de otros animales ya nos hacen pensar que se trate de animales distintos.

los perros para mi son un misterio de las categorías de pensamiento!