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Thursday, 15 August 2019

l'individuo e il collettivo

L'individuo sembra capire molte cose riguardo ai rischi che l'umanità sta correndo se continua su questa strada autodistruttiva di sfruttamento estremo della natura.
L'individuo sembra capire che le energie dovrebbero essere rinnovabili, che ci vuole un forte impegno verso la lotta contro l'inquinamento, che ci vuole una società più equa e giusta e che la guerra è una cosa che dovrebbe sparire al più presto dalle abitudini cicliche e inevitabili dell'umanità.
L'individuo insomma capisce davvero un sacco di cose in più rispetto alla collettività.
Certo è una generalizzazione, ma sembra davvero più facile trovare una persona ragionevole e sensata, rispetto a una società o a una collettività che agisca in modo logico, sostenibile e guardando al futuro con uno sguardo di giustizia e speranza... Questo Homo Sapiens Sapiensa sembra saper soltanto distruggere l'ambiente che lo alimenta e provocare catastrofi che lo avvicinano all'estinzione... era meglio non essere così sapiens, tutto sommato...
Visto sotto questo punto di vista, la famosa frase latina "senatores boni viri, senatus mala bestia" non sembra per niente passata di moda.

Ma se l'individuo sembra essere più ragionevole e sensato del collettivo, immaginate cosa penserà di noi ognuna delle nostre cellule: ci considererà probabilmente un collettivo totalmente illogico che si lancia verso l'autodistruzione ad ogni mossa che fa.

Chissà com'è intelligente ognuna delle nostre cellule rispetto a noi!



Wednesday, 15 May 2019

la vita mi vive

La mia vita è quell'energia che da sempre ha abitato l'individuo che identifico come me stesso.
Indipendentemente dalla mia memoria, ero vivo ed ero me stesso 10 anni fa, 20 anni fa, 30 anni fa, 40 anni fa... vivevo la mia vita il giorno che sono nato e la vivevo anche quando ero un feto e un embrione dentro il ventre di mia madre.

Ma se risalgo al passato fino a quella prima cellula dell'individuo che sarà poi chiamato Massimo Pietrobon, arrivo al primo momento della mia vita.
La cosa curiosa però è che questa prima cellula non è "nata", è sorta dalla fusione di un ovulo e uno spermatozoo. Le cellule possono formarsi per scissione o per fusione, ma in nessun caso "nasce" una cellula... le cellule sono parti vive di uno stesso organismo che continua a vivere, anche se si divide; oppure unione di organismi vivi che continuano a vivere, anche se in modo diverso, e cioè fusi insieme.
In nessun caso la cellula originaria "muore" e "nasce" la nuova cellula.
La cellula semplicemente si trasforma, in un certo senso.
La vita che anima la cellula però è quella originaria.
E se risaliamo all'indietro all'inizio dei tempi, tutte gli organismi vivi attualmente sul nostro pianeta non sono discendenti del primo organismo, bensì sono trasformazioni di quella prima (e unica) vita.
Quindi la vita è sempre stata solo una: quella di tutti gli esseri viventi.
Gli individui, le specie, gli animali estinti, le piante esistite milioni di anni fa, sono in realtà tutte parti della mia stessa vita, visto che la mia vita non è altro che la stessa di tutte le cose vive nel pianeta.
Dunque non è sbagliato dire che non sono io che vivo la mia vita, ma è la Vita che mi vive.

E come corollario... ipotizzando una specie di memoria psico-biologica relativa a tutto ciò che è vivo, forse non è impossibile, dal punto di vista teorico (o metafisico) una connessione con ogni cosa viva, sia nello spazio che nel tempo.
Siamo fratelli di tutto ciò che è organico, ma fratelli di primo grado, non metaforicamente...

E poi... se l'ontogenia segue gli stessi passi della filogenia... è come se la memoria cellulare conservasse davvero proprio tutto ciò che è successo fin dall'origine dei tempi...
La vita ricorda...
E forse, chissà, posso ricordare vagamente anche io...

E con questo punto di vista forse si potrebbe dare una spiegazione anche un'altro mistero... quello dell'inizio e della fine della nostra vita, secondo la nostra percezione individuale (un pensiero spiegato nel post Tu Sei Eterno...)

Ci rifletto.