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Wednesday, 15 May 2019

la vita mi vive

La mia vita è quell'energia che da sempre ha abitato l'individuo che identifico come me stesso.
Indipendentemente dalla mia memoria, ero vivo ed ero me stesso 10 anni fa, 20 anni fa, 30 anni fa, 40 anni fa... vivevo la mia vita il giorno che sono nato e la vivevo anche quando ero un feto e un embrione dentro il ventre di mia madre.

Ma se risalgo al passato fino a quella prima cellula dell'individuo che sarà poi chiamato Massimo Pietrobon, arrivo al primo momento della mia vita.
La cosa curiosa però è che questa prima cellula non è "nata", è sorta dalla fusione di un ovulo e uno spermatozoo. Le cellule possono formarsi per scissione o per fusione, ma in nessun caso "nasce" una cellula... le cellule sono parti vive di uno stesso organismo che continua a vivere, anche se si divide; oppure unione di organismi vivi che continuano a vivere, anche se in modo diverso, e cioè fusi insieme.
In nessun caso la cellula originaria "muore" e "nasce" la nuova cellula.
La cellula semplicemente si trasforma, in un certo senso.
La vita che anima la cellula però è quella originaria.
E se risaliamo all'indietro all'inizio dei tempi, tutte gli organismi vivi attualmente sul nostro pianeta non sono discendenti del primo organismo, bensì sono trasformazioni di quella prima (e unica) vita.
Quindi la vita è sempre stata solo una: quella di tutti gli esseri viventi.
Gli individui, le specie, gli animali estinti, le piante esistite milioni di anni fa, sono in realtà tutte parti della mia stessa vita, visto che la mia vita non è altro che la stessa di tutte le cose vive nel pianeta.
Dunque non è sbagliato dire che non sono io che vivo la mia vita, ma è la Vita che mi vive.

E come corollario... ipotizzando una specie di memoria psico-biologica relativa a tutto ciò che è vivo, forse non è impossibile, dal punto di vista teorico (o metafisico) una connessione con ogni cosa viva, sia nello spazio che nel tempo.
Siamo fratelli di tutto ciò che è organico, ma fratelli di primo grado, non metaforicamente...

E poi... se l'ontogenia segue gli stessi passi della filogenia... è come se la memoria cellulare conservasse davvero proprio tutto ciò che è successo fin dall'origine dei tempi...
La vita ricorda...
E forse, chissà, posso ricordare vagamente anche io...

E con questo punto di vista forse si potrebbe dare una spiegazione anche un'altro mistero... quello dell'inizio e della fine della nostra vita, secondo la nostra percezione individuale (un pensiero spiegato nel post Tu Sei Eterno...)

Ci rifletto.


Tuesday, 25 September 2018

poesia ritrovata - 8


vanno, ma vengono
e poi vanno, ancora
per poi tornare

eternamente

le sempre indecise
onde



Monday, 1 June 2015

tu sei eterno

se ti astrai dall'inequivocabilità dei numeri e delle cifre, dall'oggettiva certezza di tutto ciò che c'è sicuramente stato prima di te, dal concetto astratto e ormai assimilato che tutto ciò che non hai vissuto o che hai dimenticato esiste comunque nel tempo, anche se al di fuori di te....
hai notato che... dentro di te...

Tu
Esisti
Da Sempre

perché il tempo che tu conosci è solo quello che puoi aver sperimentato e vissuto. 
tutto il resto è un'astrazione. concepibile, e senza dubbio oggettiva. ma non tangibile, non reale in senso di vissuto personale.
il tempo fuori dell'esistenza di ciascuno può esistere solo in termini astratti, collettivi, ma non in termini individuali, personali, sensibili.
il tempo che sperimenti è la tua sola vita.
non ci può essere altro tempo sperimentabile al di fuori di te.

non puoi percepire i limiti dell'eternità che c'è in te: né l'inizio, né la fine.
non puoi sentire che tu hai avuto inizio, perché nel momento in cui hai iniziato a esistere non c'era nulla di "esistibile" prima di te.
il tuo tempo è cominciato con la tua esistenza e tu esisti dentro questo tempo e dall'inizio del tempo. del tuo tempo. l'unico tempo possibile. l'unico tempo reale. sperimentabile.
e non si tratta di un tempo percepibile come "finito".
non puoi concepirne l'inizio, non puoi sperimentarne la fine. è per forza di cose un tempo indefinito, un tempo infinito, una "eternità".
nella tua eternità tangibile, tu sei sempre esistito.

Tu Sei Eterno.


sei eterno, solo che non sai di esserlo.

Friday, 10 January 2014

THE ETERNAL ROCK BAND

This is something that I have been thinking since I was a boy: if there's a band and the guitar player of the band dies (or leave the band) they put another guitar player and that's all. same thing for the drummer and also for the bass player. a bit more difficult can be when the singer has to be changed, but as we can see there are so many bands that did it. the result is not always successful, but it's something that bands do quite commonly.

so.... instead of bands that lose their strength and appeal just because they want to keep playing even when they are tired to do it, why don't we create the ETERNAL ROCK BAND?
a group of player that substitute every member any time that anyone of them disappear.
the task of the band is to keep the band alive, like a living being! haha



it's technically possible!
it's wonderful!
you can have a rock band that crosses the centuries beyond the personal destiny of each member!

hahaha!
I know. it's nice because it's just crazy!
completely insane! hehe

Wednesday, 28 September 2011

Elogio della Mortalità

da uno scritto del 2002 di un giovine Massimo che giocava a fare il filosofo...


ELOGIO DELLA MORTALITÀ

essere immortali sarebbe una noia ...mortale!

Sai che schifo? Immagina: una monotona continuazione forzata lungo un percorso infinito di cui non si vede mai l’inizio e mai la fine. Nessun punto di riferimento!

Le cose assumono importanza solo nel confronto con la vita, ma se la vita è incommensurabilmente grande tutte le cose appaiono insignificantemente infinitesime.

Di fatto cos’è che potrebbe dare senso ad una esistenza infinita? quale evento è così grande ed indelebile da poter dare un carattere ad una vita infinita? Bhe, niente...

A conti fatti una esistenza senza fine è comparabile soltanto ad una non-esistenza senza fine.

E in fondo vivere in eterno o morire in eterno non è poi così diverso: l’uno è un deserto sconfinato, l’altro è un vuoto abissale.

In ogni caso in spazi così immensi stare fermo o muoversi in qualsiasi direzione non fa alcuna differenza.

La vita è bella finchè la dirigi tu, la decidi tu, finchè è tua ed hai la libertà di sfruttarla come vuoi, di darle una direzione che la caratterizzi... ma da morto, oppure con la prospettiva di una vita infinita, viene meno completamente ogni libertà decisionale sulla gestione della tua esistenza!

Nulla farebbe differenza.

Vivere o Morire assumerebbero lo stesso identico carattere di non libertà d’azione che, di fatto, è la negazione della nostra idea di vita.

Entrambe rappresenterebbero soltanto una condizione imposta: una attesa ineluttabile della perdita dell’unicità della propria esperienza: è un diluire la propria identità lungo l’eternità.

La vita eterna sbiadisce, cancella, sotterra pian piano ogni evento e ogni significato. Ogni identità, insomma.

Ogni immortale è condannato a non aver identità propria. e il suo destino non gli lascia alcuna libertà.

(non così diverso dalla morte, insomma)

Di fatto l’unica facoltà decisionale che resterebbe ad un Immortale sarebbe soltanto quella di porre fine volontariamente alla sua esistenza. In definitiva qualsiasi Immortale sano di mente finirebbe per suicidarsi!

E’ l’unica maniera che egli ha di dare un senso, un carattere alla sua esistenza!

L’unico modo di sentirsi vivo.

In fondo non è altro che lo stesso principio del Gioco:

uno gioca perchè c’è la possibilità di perdere. Gioca per mettersi alla prova, per provare il rischio. Un gioco è tanto più appassionante quanto più difficile e rischioso. Sapendo fin dall’inizio di vincere sempre, qualsiasi persona in breve perderebbe interesse per qualsiasi tipo di gioco.

Il gioco ha senso fintanto che si può perdere, così come la vita ha senso solamente fintanto che si può morire.


Wednesday, 18 November 2009

moneta persa, moneta eterna



Jorge Luis Borges in una nave al largo di Montevideo una notte a metà del '900, lancia una moneta in mare.

La moneta si perde nelle acque e abbandona per sempre il mondo degli uomini.


Borges scrive di quella moneta.
Io leggo Borges.
Io scrivo un post su quella moneta.
Tu leggi il mio post.


strano destino, quella moneta...
persa da più di mezzo secolo nel fondo dell'oceano, dovrebbe essere tra tutte le monete, la più dimenticata.
per sempre.

e invece continua a lasciare il suo segno nel mondo degli uomini
di coscienza in coscienza
per sempre.

il suo ricordo perdura eternamente
per essere stata persa quel giorno