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Monday, 3 March 2025

estimación étnica MP



Questa sembra essere, per ora la mia stima etnica secondo il test del DNA di MyHeritage





un dato curioso comunque è relativo all'apporto pirenaico del mio DNA (nel riassunto a lato, detto Francese, anche se rappresenta sia il sudovest della franca che il nordest della spagna, includendo Barcellona, tra l'altro).
La cosa interessante non è tanto che ci sia o che rappresenti più o meno percento del mio DNA (questi dati vanno presi con le pinze e, se si prende in considerazione tempi storici più lunghi, non è niente di cui sorprendersi); la cosa interessante qui è che se metto affidabilità alta della stima etnica in base alla mia sequenza genetica selezionata, l'unica area di cui MyHeritage è veramente certo della mia ascendenza risulta essere proprio quella pirenaica (e neanche quella veneta di cui il mio DNA e la mia genealogia è intriso da tutte le generazioni rintracciate nel mio albero genealogico che si spinge in certi casi fino al 1650).


Potremmo semplicemente classificarlo come una curiosità di una lettura parziale e non molto affidabile del mio DNA, ma se volessimo considerarla come vera, non è privo di interesse notare che un apporto del 4% del mio DNA  potrebbe in teoria arrivare da un antenato totalmente pirenaico che si collochi nel mio albero genealogico tra il 1750 e il 1800, data nella quale le armate di Napoleone invasero la Repubblica di Venezia e passarono per gli sparuti villaggi di contadini veneti dei miei avi.

Può essere che in qualche modo non impossibile da immaginare qualche mio avo sia figlio di un soldato francese di passaggio. Il fatto che non ci sia traccia di nomi francesi, spagnoli o catalani nella mia famiglia potrebbe essere a causa del fatto che l'incontro non è stato voluto, oppure è stato "segreto".
Quindi il figlio potrebbe aver ereditato il cognome di una famiglia locale qualsiasi.

Nelle carte indicative dei gruppi etnici di MyHeritage, in effetti si nota come nell'epoca tra il 1750 e il 1800 ci sia un piccolo focolaio di DNA francese proprio nelle zone dei miei antenati veneti.
Quindi non è un'ipotesi da scartare. È abbastanza plausibile.






Thursday, 28 March 2024

foto genealogica


mi, me fradei, me pare e me mare, me noni e me bisnoni, tuti insieme.


schema familiare


l'importanza della famiglia:

tutto ciò che siamo si regge grazie al lavoro di tutti quelli che ci hanno preceduto e sostenuto.


Monday, 14 February 2022

una familia diferente

Trabajando con constelaciones familiares es muy común encontrar personas que sueñan con tener una familia diferente.

La mayoría de las veces el relato se basa sobre la rabia o la sensación de injusticia por causa de traumas, experiencias duras, traiciones o por poca conexión emocional con padres y hermanos.

Es una emoción real a la cual hay que dar espacio y atención para que pueda sanar poco a poco.
Pero si vamos más en profundidad hay más:

Dentro de nosotros, detrás de nuestras corazas creadas en los años, siempre se encuentra un niño que sólo quiere amor.
Si se consigue sostener por suficiente tiempo las emociones de rabia o de tristeza hacia los familiares, llega el momento en que uno conecta con la emoción originaria del niño:
Lo que se experimenta entonces es el profundo amor de un ser inocente que quería sólo ver a sus padres y a sus hermanos felices, plenos, alegres, serenos y amorosos.

En las constelaciones este movimiento interno puede ser más o menos fácil, pero si se le da tiempo, es invariablemente el liberatorio resultado final que siempre se experimenta.

Reconectar con ese amor familiar es un gran paso interno que trae mucha paz.

.
A partir de allí el trabajo será aceptar que nuestros familiares que tanto queríamos ver felices no pueden despojarse de sus tristezas, porque esas tristezas son parte de sus historias.
Esas tristezas también los conectan con otras personas amadas que quizás perdieron o no pudieron tener de la manera que ellos querían.

Negar un luto sería negar un amor.

.
Así abandonando la idea infantil que los padres deberían ser perfectos y felices, podemos comenzar a amarlos de manera adulta: como personas con sus historias difíciles que consiguieron dedicarse a su familia según sus fuerzas y recursos, en la situación que tenían y, al final, sosteniendo su propio destino por fácil o difícil que fuera.

Cuando este entendimiento llega en profundidad y se experimenta directamente, como pasa en las constelaciones, dejamos de querer familiares diferentes porque nuestro amor ya es diferente:
Ya no niega una parte de ellos sino que los abraza en su totalidad con su luz y su sombra.

Y eso sí, es una inmensa liberación.

Wednesday, 11 August 2021

orizzonti genealogici

Scrivo qui i limiti delle mie ricerche sul mio albero genealogico fino ad oggi, 11 agosto 2021 (compleanno di mio padre, tra l'altro!)
Ecco qui sotto la lista dei miei antenati sui quali cerco di indagare per poter ampliare il mio albero genealogico.

Cusignana:

- Gabriele Pietrobon detto "Merlo" (nato prima del 1813) a Cusignana
Maria Barbisan (nata prima del 1813) a Cusignana - sposa del suddetto Gabriele Pietrobon

Girolamo Pietrobon detto "Merletto" (nato prima del 1801) a Cusignana
- Graziosa Pavan [il nome non è del tutto certo] (nata prima del 1801) a Cusignana - sposa del suddetto Girolamo Pietrobon

(*) - Bernardo Pavan (nato prima del 1770) a Bavaria, Nervesa della Battaglia
(*) - Maria Toffolon (nato prima del 1770) a Bavaria, Nervesa della Battaglia - sposa del suddetto Bernardo Pavan

(**) - Domenico Pavan (nato nel 1731 circa) a Bavaria, Nervesa della Battaglia

(**) - Francesco Favotto (nato nel 1697) a Breda di Piave
(**) - Antonia ... (nata nel 1699) a Breda di Piave - sposa del suddetto Francesco Favotto (Faoto)

(*) - Catterina Callegari (nata nel 1763 circa) a Bavaria, Nervesa della Battaglia
(**) - Sebastian Callegari (nato prima del 1745) - padre della suddetta Catterina Callegari

(*) Giovanni Battista Gottardo (nato nel 1728 circa) a Bavaria, Nervesa della Battaglia
(*)Santa Lovato (nata nel 1728 circa) a Bavaria, Nervesa della Battaglia - sposa del suddetto Giovanni Battista Gottardo

- Bernardina Mattiazzi (nata prima del 1835) a Paese


Paese:

- Maddalena Camuzzato [o Camozzato? Ca' Mussato? Mussato?] (nata nel 1835) a Paese (non so la frazione esatta) - sposa di Giovanni Pietrobon nato nel 1833 a Cusignana


- Domenico Bresolin (nato prima del 1823) a Padernello, Paese. 
- Candida Cavallin (nata prima del 1823) a Padernello, Paese - sposa del suddetto Domenico Bresolin

Sebastiano Zatta (nato prima del 1825) a Padernello, Paese
- Bernardina Rossi (nata prima del 1825) a Padernello, Paese - sposa del suddetto Sebastiano Zatta


Altivole:

Pietro Gazzola (nato prima del 1855) ad Altivole.

- Pietro Citton (nato prima del 1836) ad Altivole.
- Maria Favretto [o Favaretto / Favetto] (nata prima del 1836) ad Altivole - sposa del suddetto Pietro Citton

- Giacinto Murer (nato prima del 1863) ad Altivole [anche se c'è una minima possibilità che sia nato a Monastier]
Domenica Zandonà (nata prima del 1863) ad Altivole [anche se c'è la possibilità che sia nata altrove, anche a Monastier] - sposa del suddetto Giacomo Murer.


Monastier di Treviso:

- Antonio Lovisetto (nato prima del 1840) a Monastier, probabilmente nella frazione di San Pietro Novello.
- Maria Rosa Bassetto (nata prima del 1840) a Monastier, probabilmente nella frazione di San Pietro Novello - sposa del suddetto Antonio Lovisetto

- Angelo Carrer (nato prima del 1880) a Monastier 
Luigia Faganello  (nata prima del 1880) a Monastier - sposa del suddetto Angelo Carrer

- Raimondo Stefani (nato prima del 1844) a Monastier
- Angela Camolino [o Ca'Molino] (nata prima del 1844) a Monastier - sposa del suddetto Raimondo Stefani

- Carlo Stefani (nato nel 1815 circa) a Monastier
Teresa Bianco (nata nel 1819 circa) a Monastier - sposa del suddetto Carlo Stefani

- Pietro Florian (nato prima del 1851) a Monastier
- Anna D'Avanzo [o Davanzo] (nata prima del 1851) a Monastier - sposa del suddetto Pietro Florian


S.Biagio di Callalta:

Pietro Zuccarello (nato nel 1768 circa) a  Rovaré di S. Biagio di Callalta
Anna del Pio Luogo (nata il 4-12-1771) a Rovaré di S. Biagio di Callalta - sposa del suddetto Pietro Zuccarello


Santo Caporin (nato prima del 1766) a S.Biagio di Callalta (non so quale frazione)
Domenica Pegorer (nata il 1761. e morta il 21-5-1792) a S.Biagio di Callalta - sposa del suddetto Santo Caporin
Giacomo Caporin (nato intorno al 1740) a S. Biagio di Callalta (non so quale frazione) - padre del suddetto Santo Caporin
(*)Domenico Pegorer detto "Calabrio" (nato prima del 1743) a S. Biagio di Callalta


Giuseppe Pignata (nato prima del 1760) a Cavrié di S.Biagio di Callalta
- Santo Pignata (nato prima del 1740) a Cavrié di S.Biagio di Callalta - padre del suddetto Giuseppe Pignata
(**) - Domenica Codelotto (nata prima del 1740) - sposa del suddetto Santo Pignata

- Angela Toffolo (nata 1752. e morta il 21-6-1794) a Cavrié di S.Biagio di Callalta - sposa del suddetto Giuseppe Pignata
Antonio Toffolo (nato prima del 1732) a Cavrié di S.Biagio di Callalta - padre della suddetta Angela Toffolo


- Lucrezia Vaccher (nata prima del 1788) a Sant'Andrea di Barbarana [o a Monastier o a Rovaré]

- Angelo Montagner (nato prima del 1772) a Sant'Andrea di Barbarana 
Maria Cappelletto (nata prima del 1772) a Sant'Andrea di Barbarana - sposa del suddetto Angelo Montagner

Angelo Golfetto detto Padovan (nato prima del1770. e morto il 22-2-1802) a Sant'Andrea di Barbarana 
Santa Scomparin (nata prima del 1772) a Sant'Andrea di Barbarana - sposa del suddetto Angelo Golfetto

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(*) - scoperte del 18 agosto 2021
(**) - scoperte del 20 agosto 2021

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registri e archivi delle ricerche genealogiche in corso in questo link: "ricerche genealogiche sui miei antenati"

Sunday, 25 April 2021

Aggiornamenti Genealogici

L'albero genealogico allo stato attuale.
Chi ha orecchie per intendere intenda...


...e subito... pochissimi giorni dopo questo disegno... alcuni nuovi aggiornamenti sono venuti alla luce:


7 nuove scoperte sul lato mio, ramo materno, portando il mio albero al principio del 1700, e due nuovissimi antenati dal lato di Ubi, sempre lato materno.


 

Saturday, 13 March 2021

el me álbaro

marzo 2021 - fin qua semo rivai col álbaro jenealógico dea fameja


 

Sunday, 17 January 2021

nuevas constelaciones

Este año también seguimos con las constelaciones sistémicas de grupo. 
Una por mes, como siempre, en el Espai Suribachi de Gràcia, Barcelona.
El próximo encuentro es el Domingo 24 de Enero desde las 16h a las 19h aprox.
Seguid mis actividades en mi perfil de Instagram: @mas.pietrobon

Como siempre para participar hay que confirmar presencia por causa del aforo limitado.

Quien viene puede tener la mascarilla, pero, si participa, es posible que entre en contacto con personas que no conoce. En las constelaciones es bastante normal llegar a abrazarse.

El precio quiere mantenerse bajo para garantizar a todos y a todas la posibilidad de usufruir de esta terapia tan eficaz y tan elegante. Como contribución pido 20 € por persona (independientemente del hecho que se constele su situación o no).

Si alguien está en dificultades económicas y quiere participar, me lo comenta, y puede participar aportando sólo 10 €. Así los gastos están cubiertos.

No se aceptan "reservas" para trabajar su propia situación. Si alguien quiere hacer su constelación es muy probable que haya tiempo por hacerla, pero me reservo la posibilidad de decidir en el momento quién es la persona que más necesita trabajar.

La plaza se confirma a la hora de pagar por adelantado la cuantidad que uno quiere aportar.

Cualquier duda, contáctenme: 626651196


El encuentro de febrero será el día 13, Sábado, siempre de las 16h a las 19h.

(El hecho de que el precio sea bajo no quiere decir que no haya que tomarse en serio la participación. Si alguien se compromete a estar presente, se compromete a hacerlo. Cancelar la participación de última hora puede complicar el evento y es irrespectuoso frente a quien quería participar y no pudo por cuestiones de aforo limitado).

 

Saturday, 7 November 2020

Ali Amiche

Immaginate delle ali collocate in un muro bianco, davanti alle quali potete mettervi e vedervi volare come un angelo.
L'idea non è qualcosa che ho inventato io, ma quello che ho in mente di fare va oltre a questa visione grafica.
Si tratta invece di un opera concettuale:
Le ali non sarebbero realizzate da me, bensì da tutta la gente che conosco e che è presente nella mia vita.
A tutte le persone che sono presenti nella mia vita in diversi modi, o che sono state presenti nella mia vita in modo importante, richiederei di disegnare una piuma.
Solo una piuma.
Una piuma di 25 o 30 cm e niente più.
Nessuna indicazione sullo stile, sulla forma o sui colori da usare.
Semplicemente si disegna una piuma su un lato di un cartoncino e dall'altra parte una parola o una breve frase dedicata a me.
Raccolte tutte le piume, le metterei poi insieme per realizzare le mie ali.
Le ali costruite con la forza di tutti coloro che mi aiutano e mi vogliono bene. Le ali fatte da tutti quelli che mi hanno insegnato a crescere e a vivere.
Le ali che ne uscirebbero sarebbero ali di una potenza incredibile! Ali esistenzialmente poderose che permettono di volare davvero! Di volare nella vita, grazie all'amore di tutti.
Grazie
Grazie
Grazie

Thursday, 13 August 2020

Scoperte genealogiche!


In soli tre giorni il lato paterno del mio albero genealogico è risalito di due generazioni!
Anche nel lato materno ci sono importanti novità, ma trovo questo schema delle origini di mio nonno Genio uno schema molto suggestivo dei miei ultimi studi genealogici...

 

Monday, 13 April 2020

Thursday, 28 March 2019

sogno lucido della genelogia


All’inizio mi trovo dentro a una stanza piuttosto grande. È una sala, una galleria forse, oppure semplicemente un’aula. Ci sono delle persone che deambulano (forse ammirano qualche opera esposta ai muri, chissà, o forse aspettano qualcosa che deve cominciare) e su delle sedie di plastica, disposte in fila sulla parete, appoggio le mie cose.
Sicuramente passa del tempo in questa situazione in cui tutti sembrano un po’ assorti nei loro pensieri e dopo aver girato un po’ torno davanti alla “mia sedia” e vedo che c’è il mio maglione grigio sopra lo schienale e la mia borsa di cuoio a terra a destra. La cosa curiosa però è che c’è anche una borsetta da donna appoggiata sopra alla mia borsa (che le fa quasi da base, come se fosse stata messa là per non toccar terra) ed è sicuramente la borsetta di qualcuno che ha lasciato la giacca a destra (di colore nero), a due sedie dalla mia. Non mi infastidisco, ma noto questa cosa un po’ strana e non la trovo molto simpatica.

Ad un certo punto, dopo un po’ di tempo, tutti veniamo spinti (o ci dirigiamo, o ci obbligano ad andare) verso un angolo della sala, dove si apre una seconda stanzetta adiacente, più piccola, come se fosse una specie di spogliatoio o sgabuzzino... una sala di servizio.
Ci sono altre sedie disposte in fila, sempre con gli schienali attaccati ai muri e tutta la gente è seduta o stesa, io sono uno degi ultimi. Sembra che stiamo tutti ammassati in questo posto perché c’è qualcuno che sta facendo qualcosa nella sala principale.
La sensazione in realtà potrebbe essere quella di una banda di ladri che ci hanno minacciato e spinto fino a là per poter rubare tutto nella sala e chi si muove verrà ammazzato... anche se in realtà non ne sono molto sicuro: potrebbe infatti essere che stiano semplicemente preparando qualcosa e noi dobbiamo aspettare là in quel posto e basta. Mi ronza per la testa però l’idea di un gruppo di banditi dell’est Europa (Romania) e mentre passa il tempo e mi trovo confuso ad aspettare non so bene cosa, mi chiedo se avevo degli oggetti di valore dentro la giacca... penso che in effetti dovrei avere dei soldi nella tasca del giubbotto e nient’altro nella borsa. Non ricordo però quanti soldi e potrebbe essere che me li stanno rubando tutti.
Guardo sulla prima sedia a sinistra e c’è Toni, svaccato come se fosse su un sofà, insieme a delle ragazze voluttuose. Parlano... ridono forse... tutti sono disinteressati a cosa stia succedento... Mi alzo e guardo cosa succede nella sala principale: incrocio per sbaglio lo sguardo di una ragazza dai capelli nerissimi e corti: ci guardiamo, lei mi fa un sorriso. Ricambio. Mi siedo di nuovo, in realtà non posso fare nulla, ma potrebbero star rubando tutto a tutti di là. Aspetto.

Mentre tutto ciò si svolge con una certa confusione e lentezza, la visione del sogno inizia a modificarsi e, e, come uno zoom che si allontana lentamente dal luogo dell’azione, si comincia a vedere sempre di più tutto ciò che sta attorno alla scena: all’inizio si vede una grande autostrada periferica senza macchine, sormontata da giganteschi cavalcavia di cemento armato. C’è uno svincolo, un bivio che si apre a sinistra (molto vicino a dove doveva esserci la saletta con Toni e tutti noi altri), ma appena il punto di vista si allarga volando indietro si capisce che questa strada che doveva partire da questa deviazione è crollata giù, oppure è in costruzione, fatto sta che è tagliata e anche l’autostrada vuota è un cavalcavia che sta sopra a altri livelli... la luce, tra tutti questi livelli di strade è molto particolare e il paesaggio è post-atomico, abbandonato, desolante.
Lo zoom continua ad aprire il campo di visione e adesso uno dei giganteschi pilastri di calcestruzzo del cavalcavia si vede che passa attraverso un buco... una specie di circolo gigante oltre al quale c’è solo oscurità... passare attraverso questo enorme foro rotondo colloca il punto di vista nel buio e poco a poco è come se il circolo di luce di quel mondo dove mi trovavo prima (con il suo pilastro che ci passa trasversalmente in mezzo) diventasse un disco di luce di una dimensione luminosa, interna, mentre qua fuori, nell’oscurità non c’è nulla... il movimento continuo e lento verso indietro del punto di vista dà un effetto di movimento nello spazio e infatti adesso è come se quel buco fosse un portale di una immensa astronave dall’interno luminoso e io mi stessi allontanando nel vuoto dello spazio intergalattico nerissimo, senza stelle.
La porta rotonda dalla quale sono passato deve ora chiudersi: lentamente il pilastro inizia a ritirarsi verso l’interno della stazione spaziale e porta con sé la sua piattaforma di base, che probabilmente dovrebbe essere il portale di chiusura, che è un disco rotondo più o meno della stessa dimensione del buco (anche se non è perfettamente rotondo, anzi presenta molte stecche, barre o antenne disordinate su tutti i lati...).  Il lento e maestoso movimento si conclude, ma non molto bene perché il portale di chiusura e il buco sono disassati e quindi il disco pieno di spuntoni sbatte con il bordo in basso a destra del foro che viene tappato soltanto per poco più della metà. Questo disallineamento provoca lo staccamento del disco che cade nel buio più nero e si perde...

Continuo a volare indietro nell’oscurità perso nell’oblio cosmico senza nessun punto di riferimento e scopro alla fine che quella oscurità era in realtà un tunnel.
Un tunnel laterale di un complesso più grande.
Sono in un punto un po’ più luminoso a causa di una grande apertura sopra di me a un’altezza di un paio di metri dal suolo dove alla fine mi ritrovo ad essere poggiato.
Questa grande apertura è una parte deserta di una specie di grande cantiere. Le pareti di cemento sono rozze ma artificiali e la luce che arriva da fuori lascia comunque intuire che ci sono grandi strutture (abbandonate) che proiettano la loro ombra per terra (direi di nuovo cavalcavia e grandi palazzi urbani da periferia).
In basso a sinistra dell’apertura verso l’esterno si apre la galleria dalla quale sono venuto. Ma invece dall’altra parte, diametralmente opposto, il tunnel sotterraneo continua con un condotto ben più ampio. È una galleria dove potrebbe passarci un treno, è più larga che alta e il soffitto è scavato con una leggerissima inclinazione a volta, appena percettibile.
Tutta la struttura è grigia e abbandonata, piena di residui, pietre e macerie.
Dietro e davanti di me oscurità profonde.
Sopra le mie spalle l’apertura luminosa che dà un po’ di luce nel punto dove mi trovo, ma solo lì.
A questo punto del sogno, con naturalità, senza nessuna sorpresa, sono cosciente che tutto questo è un sogno. Anzi è quasi ovvio, nel senso che è come se tutto avesse preparato quel momento di coscienza lucida che era lo scopo finale delle esperienze precedenti e l’obiettivo di tutto era essere conscio ora, in questo momento per poter sfruttare questo sogno lucido al meglio, incontrandomi con essenze poderose come solo in un universo onirico si può fare...

inzio ad avanzare verso il nero profondo del tunnel principale, come se solo là ci fosse l’incontro che sto cercando... mantenendo la conscienza del sogno cerco di pensare quale possa essere la missione migliore... sono ormai profondamente avvolto dall’oscurità... penso di incontrare tutta l’umanità... ma forse è una missione troppo enorme... sono avvolto nel buio che avanzo... ecco! Decido alla fine di invocare tutto il mio albero genealogico! La mia famiglia! Tutti i miei antenati e progenitori insieme per incontrarli insieme!

Procedo nel tunnel che adesso in qualche modo riesco a vedere anche se, in teoria, non c’è più luce di prima... ci sono rocce, detriti, massi e sassi dappertutto... il tunnel è ancora vuoto... nessuna presenza si manifesta davanti ai miei occhi.
Ho invocato la mia famiglia, ma non vedo nessuno: il tunnel è deserto, ma continuo ad avanzare, non mi inquieto per questa attesa. Continuo fiducioso e solo...

Ad un certo punto una forza poderosa, mi impulsa da dietro: come un vento senz’aria o una forza magnetica senza spiegazione, mi solleva dal suolo e mi fa avanzare più velocemente di prima: sto levitando! Mi sento felicissimo!!! Lo spirito, gli spiriti, del mio albero genealogico si sono manifestati! Invisibili, ma presenti e fortissimi!!!
Sono sollevato a pancia in su, trasportato come un cantante che nel concerto si lancia sul suo pubblico: ho le braccia aperte e mi affido completamente a questa energia amica che mi trasporta velocemente in avanti, con calore e gioia.
Le mie gambe davanti, la testa indietro: mi abbandono a questa energia e mi viene da ridere! Da ridere tantissimo!!! Sono pieno di felicità!

Avanzo per un buon tempo in preda a quest’estasi donatami da tutti i miei progenitori e alla fine, giunto alla fine del tunnel, con un tocco leggero ed elegante del mio piede contro la parete grigia, faccio con tutta naturalità una piroetta elegantissima girandomi su me stesso ed arrivando a mettermi in piedi davanti al muro.
L’energia, con tutta sopntanietà, si dissipa e io noto che quel punto finale è in qualche modo luminoso (anche se con una luce... diversa... non intensa... inspiegabile). Dico tra me e me “che luce Candida...” e subito dopo penso... “Candido”... “Candida” (i miei bisnonni...) e mi si disegna un grande sorriso sulle labbra.
Noto una statuetta dentro a una nicchi scavata sulla parete... mi avvicino a guardarla... si tratta di una statuetta simile a quelle statue hindu di templi come quelli di Ellora o Ajanta... vedo da vicino una faccia e si tratta di una faccia di scimmia, su un corpo di uomo decorato, elegante e vestito di monili e in posizione di meditazione (stile dio Aruman, quasi). L’espressione della faccia da scimmia era arrabbiata e infastidita... in qualche modo quella statua ha a che vedere con l’anima di Candido... ma non capisco come... ma la statuina non è solo questo: allontanandomi un poco dal dettaglio della faccia, scopro che ci sono altre due teste davanti a quella che stavo osservando. È come se tre figure di divinità dalla faccia di scimmia siano unite tra loro l’una davanti all’altra. Le facce diventano progressivamente più rilassate (e umane?) e se la testa centrale è seria, ma anche fiera e determinata, la prima testa ha un’aria molto soddisfatta e sorridente (non saprei dire se sono teste di uomo di scimmia, di uomo o di donna...).
Intuisco che in qualche modo quella statua rappresenta una stratigrafia dell’anima di Candido (e di ciascuno di noi) dove un nucleo centrale è una scimmia scontenta e via via, altri livelli dell’anima diventano più felici ed elevati...
Ma non capisco fino in fondo, anche se nel sogno mi sembra infinitamente significativa questa simbologia e, anzi, penso di realizzare questa iconografia per tutti, anche per me... la prima scimmia sarebbe nel mio caso una metafora del mio “mr. Vitiminha”.
Ma non ho molto tempo per pensarci... sulla mia sinistra si apre la sala d’entrata un palazzo luminoso e sontuoso: le proporzioni sono classiche e tutto è di un bianco incredibilmente puro, anche se ogni parete, colonna, porzione di soffitto è decorata , con sobrietà e buon gusto, con decorazioni stile pitture antiche, romane classiche. Queste decorazioni sono incredibilmente colorate, ma con uno schema di colori ben chiaro e costante, anche se è come se si trattasse di colori mai visti e lo stile del disegno è unico, ma anche familiare... l’abbondanza di decorazioni e colori tuttavia non dava nessun senso di eccesso di pomposità, anzi, tutto sembrava spazioso, minimale, fresco e bianco... inspiegabilmente.
Alla mia destra, dietro una porta decorata stile pompeiano, una figura che non ricordo né forse vedo, ma che era formidabilmente importante e assolutamente conosciuta, mi invita, con una voce calda accompagnata un gesto elegante e amichevole della mano, a seguire la sua assistente che è una signora, bassa, un po’ robusta, sulla cinquantina, quasi bionda (con una lieve tonalità rossiccia forse), dai capelli ondulati e leggeri che le arrivano fino ai fianchi.
Lei si stava già dirigendo verso sinistra, oltrepassando la colonna centrale della sala e spostandosi verso la porta a sinistra dove si apriva un altra formidabile e bellissima sala ancor più grande e spaziosa.
La seguo e lei con professionalità e tranquillità, mi invita (forse per nome, conoscendomi già) a dare un’occhiata a una mappa posta su un basamento al lato di questa sala bellissima: si tratta di una specie di mappa di una città, decorata con lo stesso stile e gli stessi colori delle pareti, il che mi sembra allo stesso tempo, curiosissimo, misterioso e incredibilmente bello!
Guardo con attenzione ed ammirazione dei dettagli stilistici di quell’opera formidabile... poi mi sveglio...

Friday, 1 February 2019

quasi tutta la mia psiche

quasi tutta la mia psiche in una sola immagine! sono i 14 personaggi già presentati in un post precedente.


il fatto che siano "visivamente" 15 ha un senso...

Tuesday, 18 September 2018

sogno della chiesa in rovine

L'antico sogno della chiesa in rovine...







Un modellino gigante di un campo di battaglia collinoso metallico con tanti soldatini sopra.
la visione era a raso terra, in mezzo ai soldatini, di due colori (mimetico e blu) sul grigio del metallo, tutti mischiati tra loro in una battaglia.
stavo spiegando il modellino a qualcuno e dicevo che tra quei soldatini c'erano dei grandi generali, apparentemente come gli altri, ma che avevano fatto cose grandi.
sapevo che era un gioco, ma questo non toglieva nulla alle grandi imprese dei generali nel loro metallico mondo fittizio ludico.

a questo punto invece mi ritrovo tra le rovine di una grande chiesa, a volte sembre una gigantesca casa colonica, a volte un convento in rovina. parti senza tetto, macerie da tutte le parti.
io saltavo sui muri crollati insieme a Luca, mio fratello maggiore, più in fondo nella navata.
c'erano anche altre persone, tipo mia madre e un altro tipo, un estraneo che non ho mai guardato in faccia.
le rovine erano in qualche modo legate alla mia infanzia e le avevo già percorse e vederle cosí era esaltante. dalle ampie falle dei muri e dalle parti scoperchiate entrava una grande luce estiva di un sole bello e pulito.
mia madre mi si mette a parlare vicino e si sorprende della bellezza del posto. dice che lí una volta, lá sotto, dove c'era quella specie di anfiteatro naturale verde (e nella mia mente lo vedevo), lá una volta ci si lavorava con la stalla e non ci si rendeva conto di quanto bello era.
il luogo di cui parlava mia madre era poco più in lá. io sapevo che c'ero stato poco prima. e pensavo alla bellezza del luogo (ma poi non ero cosí convinto come mia madre, anche se concordavo).

voglio andare su per i resti del campanile, prima buttando l'occhio avevo visto una scala mezza distrutta che si arrampicava per quel che restava della torre e un tipo che la stava salendo. adesso che voglio andarci su anche io, vedo che le scale più crescono e più si fanno strette, fino a sparire attaccate al muro.
rinuncio solo guardandole. sento mio fratello vicino. mi dice: "guarda quel muro all'entrata, [un muro mezzo distrutto, anticamente affrescato con rombi rossi e bianchi] é il muro di san Notario"
io guardo il muro (adesso siamo sopra un tetto e vediamo tutto dall'alto) e dico: "san Gervasio"
mio fratello concorda.
adesso però dal chiostro che si vede alla destra in basso si vede della gente vestita con tuniche nere apparire de dentro un portone e ammassarsi sulle sbarre del cancello che blocca l'entrata.
so che sono amici miei, compagni di lavoro (so che tra loro, per esempio, c'è Carmelo). non capisco cosa succeda e perché siano vestiti di nero.
mi volto e dalla parte del muro di san Gervasio adesso c'è un gruppetto di persone con la stessa tunica nera che sta decidendo la sorte degli altri.
anche io ho la tunica nera.
vicino a me molta gente vestita uguale.
c'è un tipo mezzo calvo e grassottello, il capo, che é l'unico che parla ed é al centro di tutta l'attenzione e di tutti gli eventi. parla fanaticamente e fa dei resoconti su alcuni di quelli che stanno attorno e sotto di me. dopo averli giudicati (quasi un esame fatto da un professore stronzo) dice alla gente ció che deve fare e, o li chiama nel suo gruppo, oppure li manda dal lato opposto del tetto su cui siamo e li dà a un'altro capo "subalterno" che gestisce il gruppo sfigato.
di sorpresa il calvo chiama anche me, mi chiama per nome e dice che ho fatto dei lavoretti sporchi per l'altro capo, ma che in fondo posso venire con il suo gruppo.
il tipo mi sta abbastanza antipatico e fingo allegria, ma in fonde é sicuramente il gruppo migliore. faccio un salto come se fosse uno scalino e invece salto dal tetto a terra e mi metto nel gruppo nero dello stronzone. vicino a me mio fratello o Pippo, non so.
nell'avvicinarmi porto in braccio una gigantesca mezza zucca che é uno strumento musicale e lo suono entrando nel gruppo. una musica per celebrare che sono entrato nel gruppo migliore.
mi sveglio e ricordo il ritornello della musica onirica.
notevole sonorità...