Showing posts with label filosofia. Show all posts
Showing posts with label filosofia. Show all posts

Tuesday, 10 August 2021

dall'unico all'universale

Ci hanno insegnato che dobbiamo definirci con etichette chiare e definite, ma soprattutto "uniche": una definizione, cartesianamente e necessariamente, esclude l'altra. Per cui devi avere una sola Nazione. Solo una! devi scegliere, se ti senti una cosa o l'altra, perché sentirti di varie identità allo stesso tempo NON SI PUÒ!
Non puoi essere Italiano E Brasiliano? Solo in certi rarissimi casi, ma è necessario scegliere... e se invece uno si sente Veneto E Italiano? E magari anche Mediterraneo, Latino e Europeo? 
Dicono che non si può... ma il perché non si sa...
La nostra identità sembra fatta di nette separazioni, come tifare una squadra di calcio: non c'è un perché, però devi deciderne una sola e tifare per quella! Averne diverse allo stesso tempo non vale...
Non vedete l'infantilità e l'illogicità di questo pensiero?
E allora perchè uno non può essere allo stesso tempo Trevigiano, Italiano, Europeo e Mondiale senza contraddizioni?
Perché non si può scegliere tra varie bandiere e varie lingue?
Perché non posso essere Cristiano, Buddhista, Musulmano e Sciamanico allo stesso tempo? Magari con qualche tocco di Ateismo? Perché no? Da dove viene tanto fanatismo nel non poter avere due, tre o quattro fedi (o non fedi) contemporaneamente?
È una mentalità univoca stretta. Scelte a priori che ti obbligano a negare il diverso.
Perché non definirsi con diverse professioni allo stesso tempo? Perché non poter avere diversi gusti sessuali in base al momento e all'ispirazione? Perché non spaziare tra i vari cognomi del proprio albero genealogico? 
Addirittura l'età è concepita come la negazione degli anni precedenti, quando invece le età non si "superano", ma si "accumulano" e restano tutte presenti dentro di noi.
Insomma il pensiero dell'unicità della definizione è un pensiero limitato, io preferisco il pensiero universale, dove la verità muta e si manifesta in modo flessibilie e libero.

Sunday, 27 December 2020

messaggio da un sogno-14


Stanotte un personaggio simile a un folletto parlava a un bimbo che giocava felice in un minuscolo prato vicino a una pozza d'acqua.
Il suo messaggio era questo:
"Se un giorno ti senti confuso e non sai più se questo luogo ti piace così tanto, non preoccuparti tanto pensando quale dovrebbe essere la tua nuova direzione.
Vedi l'acqua?
Quando arriva in un buco gira in tondo senza vie d'uscita, ma quando arriva ad avere la profondità giusta, trova naturalmente, da sola, il punto dove fluire per uscire."


Wednesday, 1 July 2020

tus huellas te persiguen


No huyas de tu pasado.
Si lo intentas el resultado podría ser una paradoja como esa:

socorro! mis huellas me siguen!

No puedes escapar de tus huellas...


Thursday, 18 June 2020

il corpo sa. la mente impara.


Il corpo viene da un'evoluzione di miliardi di anni.
Il neocortex celebrale, l'area del pensiero logico del nostro cervello, da poche centinaia di migliaia di anni.
Il corpo ha esperienza, il corpo sa. La sua evoluzione ne è la prova vivente e perfetta.
La mente è giovane, dubita, prova, teorizza. La sua struttura ha molta meno esperienza del corpo.
Il corpo sa quando deve nascere, crescere, svilupparsi, ritirarsi, ammalarsi, morire.
Il corpo non pensa, il corpo sa.
La mente riflette, considera, dubita, ipotizza, suppone, ma la mente non sa. La mente prova e osserva.
Il corpo è in continuo dialogo con la realtà.
La mente è in contatto con il mondo solo attraverso ciò che le dice il corpo.
Il corpo insegna.
La mente impara.
Il linguaggio del corpo è il linguaggio della realtà.
Il linguaggio della mente è il linguaggio della teoria.
Il corpo parla attraverso i sensi: le sensazioni e i sentimenti.
La mente parla attraverso pensieri e idee.
Il corpo comunica ciò che è.
La mente dovrebbe solo ascoltare e imparare.

Se la mente non ascolta le sensazioni del corpo e non riconosce che è il corpo quello che sa e che insegna, allora la mente si discosta dalla realtà. Entra nel mondo delle idee.
La mente allora pretende di insegnare alla realtà come la realtà dovrebbe essere davvero.
Non accetta ciò che è. Classifica ciò che esiste di "ingiusto". E pensa di sapere come dovrebbe essere "giusto"... dice alla realtà come una "buona realtà" dovrebbe essere.
Ma la realtà non è interessata a ciò che opina la mente.
Ritenere la realtà ingiusta e sbagliata può sembrare corretto, teoricamente (e cioè nel mondo delle idee), ma risulta totalmente inutile e frustrante dal punto di vista pratico (e cioè nella realtà).

È la realtà che comanda.
Il pensiero deve solo ascoltare e imparare.
Non può far altro, d'altronde.

Una buona teoria deve sempre fondarsi sulla realtà dei fatti, altrimenti è solo una fantasia, un vaneggiamento senza applicazione.

Realtà.
Corpo.
Sentimenti.


Friday, 12 June 2020

Saturday, 16 May 2020

vivir sin juzgar


Todas las sabidurías tradicionales y espirituales dicen lo mismo: Vive sin juzgar. Sé abierto y receptivo a lo que la vida te da y te manifiesta.
Me parece muy bien, pero luego miras al mundo (y a ti mismo también...) y todo el mundo juzga, tiene ideas preconcebidas, excluyen una parte de la realidad, otra parte ya la lee con sus valores ya fijos e inamovibles.
Pero el otro día pensaba... una sensación de receptividad completa a la vida la vamos experimentando todos nosotros y todos los días! Mejor dicho: todas las noches! Se trata del sueño!
En el sueño todo lo que ocurre acontece de manera insospechada. Todo es un misterioso símbolo que esconde un mensaje oculto que hay que leer por detrás de las lineas...
Se puede reaccionar con sentimientos y acciones, pero siempre "sin saber el por qué", o sea, sin tener una respuesta o una lectura de la realidad de antemano.
Imagina un racista.
Un racista en su realidad ve a un negro africano: ya tiene todas sus respuestas internas para etiquetarlo y excluirlo.
Un racista en su sueño ve a un negro africano: lo mira con atención. Puede no gustarle, porque para su mentalidad limitada no representa algo "bueno", pero lo observa, siente lo que le provoca, se conecta con él emocionalmente.

Así que el reto es el siguiente:
Pasear por las calles imaginando que todo, todo, pero todo, sea tu sueño.
Observa todo como un sueño, como un símbolo, cómo un mensaje.
Cada persona es un mensaje diferente.
Todo objeto, todo ser, tiene algo para ti, algo para decirte.
Ábrete al mundo de esta manera y no estarás juzgando a la realidad: la estarás tan sólo observando con curiosidad, en manera totalmente receptiva.

Yo lo estoy intentando hace tiempo. No lo consigo por más de unos segundos, pero lo intento.
Según muchísimas sabidurías... podría ser un camino hacia la felicidad.

Es otra de mis técnicas psico-oníricas!

Saturday, 9 May 2020

Monday, 13 April 2020

siamo ciò che mangiamo...

Si sa: siamo ciò che mangiamo.
La cosa interessante però è che in società diverse dalla nostra, quelle che sono più connesse ai cicli e ai ritmi della natura, in generale si onorano e si rispettano gli animali che vengono sacrificati per essere poi mangiati.
Un esempio qualsiasi: se arrivano mandrie di bufali, ciò è un dono divino di abbondanza. Ammazzando un animale, questa divina manifestazione della natura, lo si onora e lo si ringrazia in un certo modo. Tanta è la felicità per avere cibo e abbondanza che questo animale già di per sé diviene l'idea stessa di vita, di allegria, di generosità e di connessione con una provvidenza superiore.
In poco parole gli animali che ci servono per nutrirci hanno un che di sacro, una dignità mistica che incorporiamo mangiandone le carni.
Questa idea vale anche per i riti cannibali dove cibarsi del guerriero nemico rappresenta incorporarne la forza il coraggio. Ci nutriamo dunque delle caratteristiche che proiettiamo su chi si è sacrificato per essere il nostro cibo.
E ciò non ci deve stupire se poi, nella nostra cultura, per esempio, a messa simbolicamente mangiamo il corpo di Cristo e beviamo il sangue di Cristo! Anche in questo caso cibarsi di qualcuno, incorporarlo, rappresenta integrare le sue caratteristiche, onorare il suo sacrificio e diventare come ciò che mangiamo.

Questo dovrebbe farci riflettere, perché da quando le religioni monoteistiche ci hanno voluto collocare al centro della natura come padroni (e non come parte), non onoriamo più l'animale che ci nutre come un divino dono carico di dignità. Semplicemente consideriamo gli animali che mangiamo come inferiori esseri di cui disponiamo a nostro piacimento, perché noi possiamo farlo.
Tornando all'esempio precedente, per dire, notate che differenza tra un nativo americano che incorpora in sé la sacra forza del bufalo divino che lo sostenta e qualcuno della nostra civiltà che si nutre di animali considerati stupidi e vili!
Porco!
Vacca!
Gallina!
Capra!
Pollo!
Sono la nostra base alimentare carnivora e anche degli insulti per svilire le persone.
Be', capirete bene che se ci nutriamo di cose che consideriamo indegne, incorporiamo questa energia in noi, metaforicamente.
Sarà un caso che ci sentiamo una razza parassita della Terra e che merita di estinguersi?
Siamo ciò che mangiamo...

Consiglio di onorare e ringraziare gli animali morti per fornire la carne di cui ci cibiamo ogni volta che possiamo. E di cominciare a considerare come degni i maiali, le vacche, le pecore, le galline. Vite sacre. Vite nobili.

Ma certo fate come volete.
Cibatevi pure del concetto che più vi va di incorporare....

Saturday, 4 April 2020

sul matrimonio

Avete notato che molti di coloro che non si sposano dicono: "perché per me il sposarsi non ha nessuna importanza..."
In realtà è evidente che chi non si sposa è chi dà più importanza di tutti al rito del matrimonio! Così tanta importanza gli dà che ha paura di fare questo passo di fronte a tutti.
Mi spiego, non è che tutti debbano sposarsi, ovviamente, ma se uno ha una relazione stabile, figli, la legge agevola spesso due persone unite di fatto, essere uniti di fatto o sposati (via amministrativa) non è molto diverso in termini di burocrazia e sbattimenti e inoltre la società (e probabilmente i nostri genitori e/o nonni) sarebbero più contenti se si seguisse la tradizione del matrimonio (religioso o no, fa lo stesso. con festone o senza). Tutto dovrebbe spingere a far questo piccolo gesto formale per far tutti contenti e per ufficializzare davanti alla legge un unione.
Se uno è anticlericale o non è religioso, può farlo legalmente. Se uno non ha soldi per la festa, lo fa senza ricevimento e cerimonia.
In fondo se davvero "non importasse" sposarsi, uno probabilmente lo farebbe. Sarebbe poco più difficile che andare a una cena di lavoro a cui non vorremmo andare, ma ci tocca, oppure come fare una dichiarazione dei redditi che non è che ci piace proprio tanto, ma vabbè, si fa.
Tipo, se uno non fa un figlio è perché lo ritiene una cosa importante e non si sente pronto, non perché "fa lo stesso averlo oppure no". È più probabile che se a uno davvero facesse lo stesso, finirebbe per farne di bambini... lo stesso vale per il matrimonio. Ma non come atto formale (come spesso si dice, per giustificare la posizione ideologica) ciò che spaventa è il rituale, il valore simbolico, il rito di passaggio. Ufficializzare al mondo una scelta, un compromesso. fare un passo in cui ci si vincola di fronte al mondo, al nostro partner e a noi stessi. E se non ci va di fare questo passo è perché lo riteniamo una cosa grande. Una cosa che cambia le nostre dinamiche sociali, emotive, sentimentali e interne.
Non si rifiuta a priori il matrimonio per essere una sciocchezza.
Lo si rifiuta perché si fiuta nell'aria che ha un'importanza simbolica fortissima.
Si diventa grandi.

Thursday, 16 January 2020

il Dio Piccolo e il Dio Grande

Il Dio Piccolo è semplicemente buono, ma il Dio Grande è sia buono che atroce, sia amico che nemico.

Il Dio Piccolo, il luminoso, si veste della stretta e limitante morale del piccolo uomo, ma il Dio Grande, l'oscuro, è oltre a ogni morale e gestisce ogni cosa in modo davvero superiore, con logiche divine che vanno al di là della piccola mente del piccolo uomo.

Il Dio Piccolo controlla solo una parte delle cose dell'universo, il resto è nelle mani del diavolo o del libero arbitrio... ma il Dio Grande è ferreo! Egli manovra tutto il creato e non ha alcuna paura di dire al piccolo uomo che è soltanto uno schiavo delle sue leggi superiori. La libertà dell'uomo di modificare la propria vita è concessa soltanto perché alla fine, inevitabilmente, ricadrà sempre e comunque in ciò che il Dio Grande ha già stabilito. Egli è inflessibile.

Il Dio Piccolo dice che ti ama e che fa tutto il meglio per te, ma poi ti mette in un mondo che non corrisponde a queste promesse e quindi si dimostra falso ed ipocrita; il Dio Grande ti presenta un prezzo da pagare per esistere, sia quale sia la tua vita, ti piaccia oppure no. Puoi decidere come vuoi pagare questo prezzo, ma lo pagherai sempre! Non puoi scappare. Devi accettarlo e basta. Scappa, lotta, nasconditi, piangi, arrabbiati, lagnati, suicidati, fai come vuoi, ma questo prezzo lo dovrai pagare comunque. E infatti così è la vita: infinitamente abbondante e infinitamente esigente e tutto dipende dal tuo accettarla o no. Ed è per questo che il mondo che il Dio Grande ti presenta è coerente, è sincero, è diretto, è giusto.

Il Dio Piccolo, luminoso, agisce solo per gli uomini, come se essi fossero il centro dell'universo, ma il Dio Grande, oscuro, agisce con obiettivi infiniti, sia nello spazio che nel tempo, e gli uomini non sono che una piccolissima, umile, secondaria parte di tutta questa immensità. Una infinitesima parte, necessaria, ma non più importante di ogni altra cosa nell'universo.

Il Dio Piccolo è un padre paternalista che si occupa degli uomini come se fossero dei bambini: esseri ignari che chiedono aiuto e conforto, senza saper fare niente da soli. Il Dio Grande e Oscuro è una madre terribile, un padre che già se ne è andato per sempre. È un adulto che si aspetta che anche tu sia adulto! Si aspetta che tu ti faccia carico del tuo destino, responsabilmente, sia esso di sacrificio, di dolore, di guerra e tormento. È così che il Dio Grande ha infinito rispetto per te e infinita fiducia in te e infinito amore. Amore da adulto a adulto, con fiducia. Amore e ammirazione per te e per tutto il tuo destino per difficile che sia. Egli sa che tu sai farti carico delle tue imperfezioni, delle tue sconfitte, delle tue vittorie, della tua vita intera. Non si spaventa a causa del tuo destino e non ha pena di te: ti ama integralmente, esattamente così come sei, con le tue limitazioni e i tuoi problemi.

Il Dio Piccolo ti rende inutile con il suo amore buono, il Dio Grande ti rende degno con la sua fiducia distante, ma rispettosa, sapendo che tu stai esattamente dove devi stare e lì tu sei capace di stare.

Il Dio Piccolo accetta soltanto una parte di te, il resto è sporco, schifoso, il resto è inquinato dal peccato. Il Dio Grande ama tutto di te, anche se sei un pazzo, un assassino, uno stupratore, un torturatore, un pedofilo, un mostro, un cannibale! Tutti questi modi di essere li ha creati lui e hanno una ragione superiore di essere dentro le sue imperscrutabili leggi divine. Questo semplicemente per il fatto che questa è la realtà e la realtà è il Dio Grande! Ognuno accetti la realtà così com'è e basta.
Se accetti la realtà allora le cose possono cambiare, ma non se non lo accetti: il Dio Grandi ha regole più forti di te, che ti piaccia o no. Sono regole che attraversano tutto il cosmo e tutta l'eternità. Chi sei tu per sapere come dovrebbe essere l'universo? Smetti di credere di poter sapere di più, di poter sapere come sarebbe meglio! Accetta ciò che è più grande di te! Accetta l'ombra! Accetta l'oscuro! Solo se ti sottometti umilmente a questa spietata inflessibilità, allora le regole ti favoriranno.

Il Dio Piccolo si occupa solo delle cose "buone e giuste" e non delle altre sciocchezze della vita terrena. questo Piccolo Dio esige da te sforzo e serietà, esige che tu smetta di giocare e che tu inizi a lavorare tristemente, sacrificandoti alla sua moralità. Il Dio Grande si occupa di tutte le cose che esistono: lui è il Grande Creatore e può creare il bello come il brutto, il buono come il cattivo, il giusto come l'ingiusto. Lui gioca con ogni possibilità e tutto ciò che è, è esattamente come deve essere! Quindi gioca, ché giocare è sacro! Abbi piacere perché il piacere é sacro! non c'è differenza tra cose frivole e cose serie, tra cose morali e cose immorali. Lui è infinitamente potente e abbondante, non ha bisogno di ridurre nessun aspetto della realtà.

Il Dio Piccolo non si occupa delle piccole esigenze personali e di piacere, ma il Dio Grande sì: tu accetta la sua forza e la sua volontà, sincronizzati con Lui e Lui senza nessuno sforzo può riempirti di qualsiasi cosa! Questo semplicemente perché per Lui questo non è nulla, poiché non viene da un suo gesto fatto espressamente per te, ma viene soltanto da come è creato e organizzato l'universo e niente più. Apriti all'amore per questo mondo esattamente così com'è: imperfetto ai nostri occhi imperfetti! E apriti all'amore verso te stesso, totalmente, nel tuo aspetto luminoso così come nel tuo aspetto oscuro, e tutto verrà attratto a te automaticamente: abbondanza, prosperità.

Ama il Dio Grande, il Dio Oscuro: dentro di lui c'è anche il Dio Piccolo, il luminoso! Così come una stella è immersa nel cosmo, il Dio Oscuro è più Grande! Così come la morte avvolge la vita tutto attorno, il Dio Grande è il dio che contiene il Dio Piccolo! L'oscuro è sempre infinitamente più grande! Se ami il Dio Grande tutto sarà un gioco, senza più giusto o sbagliato, bello o brutto. Tutto quello che vuoi sarà sacro, tutto quello che sei è sacro. Tu sei divino tanto quanto il Dio Grande. Amati! Concediti tutto!



Monday, 3 September 2018

semplice è complicato



è molto semplice rendere le cose complicate

ma rendere le cose semplici è molto complicato




Sunday, 26 August 2018

Sunday, 19 August 2018

dove sei?


se non ti importa dove sei

non sei perso



perdersi

perdersi diventa un problema
solo nel momento in cui pensi
che comincia a farsi tardi

Saturday, 4 August 2018

il senso della vita

riflessione senza pretese di aver capito i massimi sistemi dell'universo:

guardando la natura non mi resta che credere che il senso della vita non possa che essere transpersonale.
se la natura affidasse un senso personale all'individuo la logica sarebbe quella di farlo vivere il più a longo possibile, di fargli evitare le sofferenze, di proteggerlo da ogni cosa che possa metterlo in pericolo. invece sembra che la logica sia un'altra: molti animali vivono poco per lasciar spazio a nuove generazioni più adattabili all'ambiente, altri animali hanno l'istinto di sacrificarsi per gli altri se questo serve alla sopravvivenza della specie, in generale poi le problematiche, le sofferenze e le difficoltà dell'individuo sembrano avere poca importanza per la natura, se queste comunque garantiscono un futuro alla specie.
allora?
qual è il senso della nostra vita?
io non lo so, ma credo stia nella comunità, nell'empatia, nell'altruismo, nel far bene al nostro prossimo. lo scopo non lo so, ma questo ha più senso di qualsiasi senso individuale.
e dentro a questo senso maggiore, collettivo, c'è abbastanza spazio per le cose che ci fanno stare bene come individui e che ci permettono di gioire di questo universo che, per un breve spazio di tempo, ci è dato di contemplare.
fare per gli altri è già un senso sufficiente.
fare le per generazioni future.
la vita poi non resta che viverla.

ciò che è importante

che ci siano successe cose brutte o cose belle, cose tremende o cose meravigliose, questo non ha alcuna importanza.
ciò che è importante è che queste cose abbiano un senso per noi.

Tuesday, 3 July 2018

world cup philosophy

para los que estén mirando la copa del mundo en estos días, tan sólo una pequeña consideración metafísica:
la importancia de la incerteza en la capacidad de disfrutar la vida!
la incerteza es una parte esencial de la felicidad de vivir! está claro que en la incerteza todo puede pasar, lo bueno y lo malo, la ruina y el éxito, pero es justamente por eso que vivir es apasionante.
cuál sería el placer de ver los partidos del mundial (incluso si el equipo ganador fuera el proprio) si supiéramos ya de antemano y con certeza absoluta y total quien iba a ganar? ninguno.
la incerteza es lo que convierte todo en algo apasionante!
la posibilidad de perder hace que la victoria sea una emoción.
en el deporte como en la vida.
en el momento que el misterio acaba todo pierde su magia.
la incerteza es importante.
acuérdate de eso la próxima vez que sientas el peso de lo incierto. es este peso que da valor a lo cierto. sin este peso, lo cierto no tiene nada de bonito.

el mundial es apasionante tan sólo mientras no se sepa quien gana

Tuesday, 10 April 2018

conoscenza e mistero

L'uomo ha sempre molta sete di conoscenza, ma spesso ci si dimentica che è proprio per questo che il mistero, ciò che è occulto e sconosciuto, è importante.
Non rattristatevi del fatto che non si possa conoscere ogni cosa: il mistero è una cosa meravigliosa, una benedizione nella nostra vita!
Il mistero è il carburante dell'entusiasmo!
Non dobbiamo lottare contro il mistero, ma alimentarci di esso.
Non è una minaccia da allontanare, ma una dimensione amica da esplorare.

Tuesday, 29 November 2016

il dubbio...

le persone hanno molta paura del dubbio.
per esempio:
sia che tu creda a un qualche dio, sia che tu non creda in nessuna divinità, la scelta fu probabilmente fatta in un certo momento del tuo passato e poi, giunto alla conclusione più consona alla tua visione del mondo.... basta.
non ci si pensa più. hai finalmente allontanato in qualche modo il dubbio.

io credo
io non credo

scelte fatte molto tempo fa e portate avanti per coerenza o per correttezza.
oppure solo per allontanare la terribile convivenza con il dubbio.
la paura del dubbio.
la paura di dire: non lo so.
la paura di rimanere aperto davanti a una questione irrisolvibile e che non ha senso cercare di risolvere in convinzioni astratte, ideali e a priori.
ma la paura del dubbio fa che ognuno debba avere una posizione fissa e assoluta a riguardo di queste cose...

il dubbio è scomodo e fa paura.
credere o non credere sono spesso solo modi di scacciare il dubbio il più lontano possibile 

Wednesday, 19 August 2015

La Teoria della Bicicletta

Jeanne Meunnier sostiene fortemente la Teoria della Bicicletta:

la vita è come una bicicletta, è tutto un gioco di equilibri e di impulso.
avviare le cose è relativamente difficile, ma quando sono avviate vanno un po' da sole.
andare lento rende più facile la caduta, ma anche meno pericoloso un possibile incidente.
non sempre si può scegliere il terreno che ci troviamo davanti, ma si cerca comunque di schivare le buche e di trovare la traiettoria migliore.
in salita bisogna usare cambi piccoli e concentrarsi sulla strada che si ha immediatamente davanti perché guardare troppo in alto scoraggia, mentre quando siamo in discesa si può guardare lontano ed è quasi meglio non pedalare dato che si gode dello slancio (ma comunque c'è poco da ridere: è chiaro che la discesa non dura in eterno e dopo una discesa c'è inevitabilmente una salita).
ad ogni modo in tutta questo gioco di forze,equilibri e velocità un po' istintive e un po' complicate, resta comunque il punto fondamentale: si va in bici perché è bello andare in bici! bisogna dunque godere del paesaggio che si ha attorno senza però dimenticarsi di guardare avanti.

come potete notare la Teoria della Bicicletta è indubbiamente portentosa e analizzando un po' meglio le analogie si potrebbe addirittura continuare con lo sviluppo di nuove accezioni molto appropriate della metafora, indubbiamente azzeccatissima.

la perfezione formale della Teoria della Bicicletta mi ha dunque indotto a formulare un corollario di cui sono fortemente convinto: il Corollario dell'Inventore della Bicicletta.
suddetto corollario espone la seguente considerazione:

data l'assoluta e inconfutabile perfezione dell'analogia tra la vita e la bicicletta esposta nella Teoria della Bicicletta è senz'altro ovvio pensare che l'inventore della prima bicicletta non volesse assolutamente inventare un mezzo di locomozione, ma piuttosto volesse ideare un marchingegno che simulasse in modo meccanico e fisico le dinamiche esistenziali della vita di ciascuno di noi.
la bici non è nata come strumento per spostarsi più velocemente, ma come metafora della vita.