Showing posts with label frontera. Show all posts
Showing posts with label frontera. Show all posts

Thursday, 5 August 2021

political himalaya

When someone speaks about Himalayan mountains which country do you think about? Probably India or Nepal, but actually if we consider the himalayani range region things are really different: India and Nepal are just a small part of all the mountain surface.
Even if the highest peaks are in these countries (and also the "easiest" ways to access to them) the biggest area is taken by China (with the Tibetan plateau) and several other countries are involved: Afghanistan, Pakistan, Bhutan, Myanmar and also Bangladesh.

Have a look to this map:


 

idrografia politica del Po

Sapevi che il bacino idrografico del fiume Po non è qualcosa di così "padano" come dicono: infatti passa per ben 4 stati! Italia, Svizzera, Francia e S. Marino! Non solo: il Friuli Venezia-Giulia (un'intera regione del Nord Italia) non ne fa assolutamente parte (senza parlare del Süd Tirol...). Inoltre anche la Toscana e le Marche ne fanno parte. La dimostrazione geografica che la Padania non esiste!

Bene, adesso che tutto è più chiaro, ecco finalmente a voi la cartina del Bacino del Po con le sue divisioni amministrative:


 (Visto da un punto di vista dialettale, il bacino del Po è quasi esattamente l'area dei dialetti Gallo-Italici. Le due aree sono praticamente sormontabili... la Padania è solo per i Gallo-Italici, se la vogliono...)

Tuesday, 3 August 2021

political map of the nile

When we speak of the Nile river, we general think about Egypt, but apparently Egypt is not the main part of the political division of the Nile river basin...


 

Tuesday, 7 July 2020

stranieri più vicini al veneto

in un'area così piccola c'è una buona verietà di paesi diversi a cui avvicinarsi...


Saturday, 17 August 2019

densely populated americas

What is a political map? It's a map that shows the "imaginary" human limits on the surfaces of the lands of our planet.
A political map is essentially a human related point of view of the world.
That is obvious, of course, but this concept implies another conclusion, and that's it: where no human beings dwell a territory, borders are practically insignificant.
Of course there are strong economical and geo-political interests in desert areas of the planet, but this is only a strategical purpose: assuring power to a community by means of expanding control over potentially useful zones.
But if we come back to a "human point of view" it's interesting to notice how deserts, as well as oceans and seas or wide extensions of forests and ices, they all represent only a great distance to overcome in order to get connected to other human beings' communities.
They are only "territories to cross" let's say and they present for sure some difficulty for humans to live in.
What I'm trying to say it's that a conventional "political map of the world" is somehow mostly a "strategical map of the world", and by human point of view it's more interesting associating borders and countries only to the areas that are dwelled by humans. This gives a better idea of how human beings are connected, divided and organized.

For this reason I'm developing a "political map of the world" that considers only the regions with a medium-high density of population and that makes disappear the desert areas.

Here below you have a sample: the Americas, by counties; but only the populated regions. 


Someone could say that's not correct to do this because even if sparsely populated regions are almost desert, there are still people living there, and they are also citizens of their respective countries.
That's true, for sure, but it's also true that the "presence" of the central government of a nation is more loose in areas in which nature is still the real power.
In these terms, human organizations count less in almost desert lands, it's for this reason that I just overlapped a map of population density of the Americas, with a conventional political map of the same continents.


The result is really interesting to me. It makes also clearer some population proportions and some internal human dynamics of several countries.
For example the presence of Canada is really small. Indeed the population of this country is much smaller than others (this is something that is difficult to notice in a typical political map of the world).
It's also interesting to notice how some regions of Mexico or Brazil are like "far islands" for the main core of the nation, but they are very near to the border of some other country (the USA or Peru, for instance) and this makes clear that for the inhabitants of these areas the influence of the nearer human community is stronger than the feeling of union with the rest of their own nation, in some case.

These analysis are really interesting, and I strongly suggest you to watch carefully any detail of this map in order to notice new surprising connections and disconnections that a conventional map never shows.

Further on I will finish my world map with the same concept.
I hope you liked it

Friday, 3 May 2019

nuovi nomi dei documenti

Se si considerano realmente gli effetti pratici delle politiche migratorie italiane relative agli sbarchi dei clandestini e alle imbarcazioni intercettate nel mediterraneo, sarebbe il caso di aggiornare i nomi di certe scartoffie burocratiche di modo che questi documenti presentino finalmente una nomenclatura più attinente alla realtà.

Per esempio, invece di Permesso di Soggiorno sarebbe più corretto il nome Permesso di Esistenza, mentre il Visto d'Entrata nella Repubblica Italiana, andrebbe più correttamente chiamato Certificato di Diritto di Sopravvivenza alla Frontiera.

Così tutto diventa più chiaro.

Wednesday, 3 April 2019

31 stati confinanti

qual è lo stato che confina con i seguenti stati:


1    -ANDORRA
2    -ANTIGUA e BARBUDA
3    -AUSTRALIA
4    -BARBADOS
5    -BELGIO
6    -BRASIL
7    -CANADA
8    -DOMINICA
9    -FIJI
10  -GERMANIA
11  -ISOLE COMORE
12  -ISOLE MAURITIUS
13  -ISOLE SALOMONE
14  -ITALIA
15  -KIRIBATI
16  -LUSSEMBURGO
17  -MADAGASCAR
18  -MONACO
19  -MOZAMBICO
20  -NUOVA ZELANDA
21  -OLANDA
22  -REGNO UNITO
23  -SAINT LUCIA
24  -SAMOA
25  -SPAGNA
26  -SURINAME
27  -SVIZZERA
28  -TONGA
29  -TUVALU
30  -VANUATU
31  -VENEZUELA

Ma certo! Come avrete ben capito, si tratta della Francia! Con tutte le sue frontiere marittime e terrestri.
Per la cronaca, confina via terra con Olanda, Brasile e Venezuela.
...E via sotterranea con il Regno Unito!

Niente di nuovo o di straordinario, certo, ma comunque è interessante quanti territori in giro per il mondo sono ancora in stretto contatto con la République Fraçaise!


Thursday, 2 August 2018

sogno ai confini del sogno

dal mio magazzino di sogni antichi...


Stavo su un palco. Era di notte e davanti c’era un pubblico.
Stavo tranquillo insieme e dell’altra gente, probabilmente ero il cantante o il chitarrista di qualche gruppo rock o qualcosa del genere perchè la sensazione era quella di trasmettere l’energia delle parole al pubblico o qualcosa di simile.
Forse alzavo un braccio, c’era una qualche frase che dicevo e il pubblico in coro faceva alzare quella voce collettiva dei concerti che tanta emozione infonde.
Più il coro si incendiava di forza e più l’emozione collettiva aumentava, più la scena davanti a me si elevava e vedevo una moltitudine di persone come in uno stadio. Il palco non si stava muovendo, ma la mia visione era come se si elevasse e alla fine scoprivo che stavamo sopra tutta la gente, sul bordo dello stadio, in alto.
Il pubblico tra il nero e le luci gialle era un’immagina incredibile.
Un fiume di gente che si perdeva nell’oscurità e nei riflessi giailli.
Era così impressionante il colpo d’occhio che per contemplere meglio quella scena cominciai a retrocedere camminando all’indietro, verso la sinistra del palco e da quel punto di vista più esterno era facile vedere che la moltitudine non stava solo dentro al “cratere” dello stadio, ma che si estendeva anche fuori di esso. Il palco stava letteralmente volando sopra una turba oscura e in estasi.
A questo punto io già non facevo parte del gruppo di persone che stava sul palco e semplicemente camminavo all’indietro sul bordo dello stadio che si intuiva per la posizione della gente, ma del quale solo si poteva vedere il muretto che ne delimitava il bordo sul quale io stavo camminando. Era un muretto di uno spessore di circa 20 centimetri e si trovava a una altezza considerevole, visto che continuavo a sentirmi sulla parte alta di uno stadio. La sensazione di camminarci sopra e all’indietro peró non mi generava nessun senso di vertigine. Semplicemente era interessante contemplare quella scena dall’alto.

É a questo punto che in modo piuttosto cosciente (anche se non del tutto, visto che non mi rendevo conto di stare dentro a un sogno) decisi che dovevo prendere una posizione attiva in quella situazione e mi resi conto che io potevo fare quello che volevo.
L’azione da farsi fu quasi automatica: di fronte a una scena così immensa vista da una altezza così grande scelsi di spiccare il volo sopra lo stadio e di volare oltre.
Ci fu un breve attimo di esitazione e di dubbio, poi il lancio fu spontaneo e leggero.
Mi elevai senza problemi disegnando una traiettoria fluida. Passai sopra la gente dai riflessi gialli, festosa nell’oscurità. E andai oltre.
Volando in quella notte vidi la luna piena e tutto il paesaggio si colorò del blu pallido magico delle notti di luna piena.
Sapevo a quel punto che dovevo spingermi oltre per trovare qualcuno. Non sapevo chi, nè dove, ma sapevo che se mi fossi spinto fino ai confini di quel mondo, avrei trovato ciò che cercavo.
Stavo volando adesso sopra un mare calmo, buio di un blu intenso e dove il riflesso della luna si specchiava chiaro. Volavo, volavo verso l’orizzonte.
Ogni tanto attraversavo qualche nuvola fresca.
Nulla sembrava cambiare all’orizzonte.  Solo acqua. Acqua e luce lunare. Ma non persi nemmeno per un istante la certezza che perseverando avrei trovato ciò che stavo cercando.
Cominciai a volare a una velocità incredibile come mai avevo fatto prima. Ero un fulmine!
Dopo un bel po’ di volo in questo mare sempre uguale, cominciai a intravedere all’orizzonte delle isole rocciose.
La mia sensazione di aver trovato il punto che cercavo era fortissima.
Cominciai a volare più piano e senza accorgermene era già di giorno.
Le isole erano scogli appuntiti di piccolissime dimensioni in mezzo alla solitudine dell’oceano. Erano così frastagliati e aguzzi che era impensabile anche solo appoggiarvisi sopra.
Continuavo la mia perlustrazione e ogni volta che oltrepassavo uno scoglio ne scorgevo un’altro dello stesso tipo.
L’immagine del paesaggio era bella anche se brutalmente scarna e pregna di una solitudine infinita.
Dopo aver oltrepassato 7 o 8 scogli appuntiti, ne vidi uno piccolissimo, ma piatto e con una specie di tetto in paglia sopra, al margine dell’isola.
Mi ci avvicinai e mi distesi su di esso. Era come stare steso su un’altare in mezzo agli abissi dell’oceano. Lo scoglio si elevava a pochi centimetri dal livello dell’oceano infinito ed era protetto su due lati da due piccoli scogli a punta a poca distanza.
Il tetto in paglia era sorretto da un piccolo muretto di pietre a secco alto non più di mezzo metro e la casa (perchè non c’era dubbio che fosse una casa) non era più lunga di un metro e mezzo nel suo lato lungo.
Anche se le dimensioni erano assurdamente ristrette, la sensazione non era quella di una costruzione per gnomi o di un riparo inutilizzabile, lo percepivo piuttosto come un rifugio rudimentale e spartano, minimo ma sufficiente.
Sul lato della miniparete che dava sulla pietra piatta dello scoglio (l’altro lato dava al mare aperto) crescevano delle viti nane, che anche se non erano molto grosse sembravano molto vecchie.
Insieme ad altre viti uguali dell’altro margine dell’isola creavano una specie di pergolato spoglio, una sorta di “gabbia” naturale di rami duri e secchi. Io ci stavo steso sotto e date le dimensioni dell’isola non potevo alzare neanche la testa: tutta quella struttura non lasciava spazio a nessun movimento se non la posizione distesa.
Quelle piante, in quell’isola pietrosa aridissima, anche se non riuscivano a dare nessuna foglia e nessun’ombra, dovevano essere l’unica difesa dal sole impietoso che stava ardendo su tutte le pietre e sull’oceano. Faceva caldissimo. Il sole batteva fortissimo. Dovevano per tanto essere preziosissime.
Mi chiesi come potesse l’abitante di quell’isola farsi un fuoco, quando ne avesse bisogno, se non poteva toccare quelle piante che erano tanto preziose e importanti in quella desolazione.
Vidi allora galleggiare a una decina di metri dall’isola un pezzo gigantesco di legno, un tronco immenso, ma che era lavorato, sembrava un resto della poppa di una grande nave tutta intagliata in un solo pezzo di legno. Stava galleggiando ed era legata a una corda che lo tratteneva vicino a un muro di mattoni, che non mi sorprese, anche se prima non c’era nulla oltre l’isola e gli scogli.
In effetti adesso mi sentivo come in una gondola in un canale veneziano ampio e tropicale.
Seguendo un poco il muro vidi un’altro legno gigante, come se fosse la prua della stessa nave sparita o sprofondata. Il muretto si aprì a un giardino che dava in quell’ampio canale di un lato solo. Salici scendevano sull’acqua e dietro si vedeva un grande palazzo. Antico, ma maestuoso.
Mi avvicinai alle scalette d’entrata. Le salii e mi ritrovai davanti a una porta, al controllo di sicurezza di quel palazzo.
Due ragazzini si avvicinarono, erano forse vestiti come scolaretti delle elementari. Schiacciarono un pulsante al citofono dell’entrata e si identificarono in un modo che adesso non ricordo, forse un codice o forse per nome.
Io avevo ancora la sensazione che dovevo trovare qualcuno e sapevo che quello era il posto giusto, che ero venuto là per un motivo ed era giusto che cercassi di entrare.
Provai quindi a identificarmi allo stesso modo e non ricordo bene come, ma alla fine entrai davvero. Nel giardino mi diressi a sinistra, verso l’ala di un edificio. Entrai, mi presentai alla reception con la certezza di chi sta facendo qualcosa che va fatto.
Mi chiamarono per nome e cognome, presero la mia giacca e mi diedero una busta. Poi mi dissero di proseguire per il corridoio e che avrei trovato qualcuno.
Così feci e trovai un gruppetto di persone. Al centro c’era una signora dai lunghi capelli neri e carnagione scura, sembrava latino americana, vestiva un camice bianco come uno scienziato nel suo laboratorio e in effetti sembrava di stare dentro a un laboratorio. Lei distrattamente mi disse qualcosa, amabilmente, ma non capii. Poi continuò a parlare per tutti e mi resi conto che parlava in inglese ma con un accento fortemente straniero e che quindi era per quello che non ero riuscito a capirla da subito.
Mi guardò e molto amichevolmente mi disse: “Massimo, vieni qua con la busta? Hai paura che ti rubino il salario?” io mi guardai intorno mezzo divertito anche se un po’ confuso, facendo capire che non sapevo nè cosa ci fosse nella busta, nè cosa stesse succedendo.
Avevo stranamente tra le mani un sacco di vestiti che non sapevo dove appoggiare.
Ci avviammo tutti lungo il corridoio....

E poi non ricordo nient’altro

Friday, 12 February 2016

New PANGAEA map

this is the new Political Pangaea map
the accuracy of the map is bigger than before and the projection now an equi-rectangular. it means that this conceptual work is quite constant in scientific terms.


the period of this conceptual Pangaea is between Triassic and Jurassic era, more or less 150 millions years ago.
here you can find the map in parts





if you want you can now assemble them!

(the 3D result inside this post: Pangea Globe)

Wednesday, 10 February 2016

schema di frontiere marittime

se seguissimo tutte le coste del mondo quante volte passeremmo da uno stato all'altro?
un sacco di volte, no?
in effetti...
beh, ecco un inutilissimo schema per capire quante frontiere marittime esistono al mondo (marittimo inteso proprio come "mare" e non come "laghi").


la costa più varia e piena di frontiere è ovviamente la linea che comprende le coste ininterrotte dell'Europa, dell'Asia e dell'Africa.
Spesso i nomi degli stessi stati ritornano a riapparire perchè posseggono più linee di costa separate dalla presenza di altre nazioni in mezzo.
il maggior numero di coste marittime separate ce le ha la Russia, ben sei!


Wednesday, 22 April 2015

comparador de tamaños geográficos

más de una vez me dediqué a hacer comparaciones geográficas para entender los reales tamaños de los países y las regiones de nuestro planeta, es una cosa bastante interesante, la verdad, porque muchas veces los resultados son bastante sorprendentes.
en el web también circulan un montón de análisis comparativos sobre áreas diferentes del planeta.
hay muchas maneras de hacer esta operación gráficamente, pero lo mejor, sería hacerlo de manera práctica, física.
es así que se me ocurrió un objeto que sería fácil de crear y bastante efectivo en este sentido: el Comparador de Tamaños Geográficos!


es un objeto muy sencillo, se trataría de utilizar un mapamundi esférico, normal y corriente y ponerlo dentro de una funda transparente plástica, del mismo tamaño del mapamundi.
la funda transparente llevaría dibujada encima la silueta del planeta con sus fronteras.
si la funda y el mapamundi están en la misma posición las formas coinciden, pero a través de un pequeño agujero (en el pacífico o en el polo sur) sería muy sencillo mover con el pulgar la esfera interior con respecto a la funda, creando una rotación y un movimiento de las fronteras sobre la base del mapamundi.


sería así fácil y sencillo jugar con las comparaciones territoriales del planeta tierra!
este juguete es un objeto imprescindible para cada fanático de geografía!
las observaciones que se pueden hacer serían muy interesantes!
por ejemplo: mira el tamaño de Mali encima de Europa!
inmenso!!



Thursday, 9 April 2015

fronteras rectas

en el mundo cuáles son las fronteras rectas trazadas con la regla?
en realidad son menos de las que parece, aquí las tenéis, a grandes rasgos:


es obvio y lógico que representen básicamente fronteras de territorios colonizados y escasamente poblados.
todas estas fronteras se encuentran en desiertos, selvas ecuatoriales o zonas árticas, es decir, áreas no muy habitadas por el hombre.
este segundo mapa pone en relación la población humana con las regiones de fronteras rectas y se puede ver claramente que una cosa está conectada a la otra.



eso es lo que tiene que ver con las fronteras de los países, pero está claro que dentro de un país en sí, las cosas pueden cambiar y la ortogonalidad puede ser simplemente un sistema de concebir el mundo.
el ejemplo de Estados Unidos es quizás el más claro:


donde no haya ríos o costas el sistema es crear una gran tabla de ajedrez donde una linea que empieza en Canadá puede, virtualmente cruzar todo el país (que es casi un semi-continente) y llegar hasta la frontera de México.
y esto determina la fuerza destructoras y creadoras del mundo artificial, determinado por los poderes de esas líneas imaginarias (a veces no tan virtuales) llamadas fronteras.

Monday, 20 October 2014

how to read a political map

this is a good political map of the world in which you can read the real names of the countries as they should be. 
this is a very useful map to show to the nationalist people just to remind them that a land is just a piece of soil which borders always changed during history. they will go on changing like waves in the sea and if we are born inside one of this moving borders it's just a simple case.
so every time that you watch at a political map this is the way you should really read the names written in it!


as you can see, people live in countries that are just a casual portion of the planet. nobody decided were to be born. you can just chose where to live, sometimes. but anyway, any country in the world is just an historical coincidence that will sooner or later disappear.
so, don't be so interested in the names that are written on the conventional maps, this is the real way to read a world map: