Showing posts with label magia. Show all posts
Showing posts with label magia. Show all posts

Thursday, 22 July 2021

Racconto dell'isola

Idea per un racconto surreale.

Un uomo vive in un'isola in mezzo all'oceano. È una piccola isola vulcanica, intorno a lui solo l'orizzonte del mare.

L'uomo vive la sua solitudine e il suo estremo isolamento. Ogni tanto si spaventa per grandi tormente oceaniche, a volte per la scarsità d'acqua o la difficoltà di ottenere il cibo, a volte degli squali si intravedono e lo spaventano, ma ciò che più lo lascia inquieto è il vulcano dell'isola che (specialmente di notte) scoppia in grandi boati e sputa fiamme e rocce infuocate, facendo tremare la terra sotto i piedi.

L'uomo passa infiniti giorni e infinite notti in questa solitudine e in questa monotonia instabile e inquieta.

Un giorno si alza e guardando all'orizzonte scopre che adesso c'è un'isola là in fondo. È un'isola lontana, ma si vedono le montagne, la vegetazione più scura, le spiagge e un altro vulcano che libera fumo nero.

L'uomo non si capacita di come sia possibile... pensa mille possibilità per cui quell'isola possa essere apparsa all'orizzonte, ma niente si spiega: non si tratta di un'isola "nuova" creata da un nuovo vulcano, è un'isola con vegetazione e tutto... semplicemente è comparsa...

Passano i giorni e l'uomo si abitua alla vista della lontana e misteriosa isola.

Diventa poco a poco un elemento familiare che completa il suo mondo e che gli fa immaginare come sarebbe stare dall'altra parte... come sarebbe quell'isola da dentro...

Un giorno, svegliandosi la mattina, di nuovo la sorpresa: l'isola è molto più vicina!

Come è possibile? Non si sa...

Adesso però si possono vedere in lontananza gli alberi, a volte si può intravedere qualche grande uccello planare attorno alle vette rocciose e verdeggianti.

È incredibile... è come se di notte avesse fatto un salto di un paio di chilometri! Assurdo!

Comunque passano i giorni e di nuovo l'uomo si abitua all'isola misteriosa, ma sempre più familiare. Diventa poco a poco un enigma ma anche un riferimento che riempie le sue giornate e la sua vista.

Dopo molti giorni e molte notti, di nuovo il miracolo! Di nuovo l'isola è più vicina! 

Adesso si vede bene tutto quello che c'è dal lato visibile! È ancora molto distante per poter raggiungerla a nuoto o con una zattera, ma è inevitabile pensare a come poter arrivarci... è grande e bella! sembra disabitata. Il panorama si riempie di questa lussureggiante visione. L'uomo smette di guardare gli altri orizzonti e solo scruta e analizza i dettagli di questa mistriosissima isola che si muove...

Una notte mentre dorme il vulcano della sua isola esplode in una potente eruzione... L'uomo si spaventa molto. Il cielo nero è illuminato dalle esplosioni e da fiumi di magma infuocati. Ma ecco che adesso anche il vulcano dell'isola misteriosa esplode in una potente eruzione! Panico! L'uomo si perde in una serie di deliri di paura finché non sorge il sole. I vulcani si calmano... pericolo scampato... l'uomo si addormenta sulla spiaggia.

Al risveglio, quando il sole è già alto, con grandissimo stupore l'uomo scopre che l'isola misteriosa è tornata in fondo all'orizzonte... lontano lontano.

Ormai questa stravaganza non lo sconvolge più, ma si interroga su cosa sarà accaduto, su cosa succederà adesso e si chiede come sarebbe adesso vedere la sua propria isola dalle spiagge dell'altra isola. Inizia a immaginare che quella stessa notte l'isola misteriosa potrebbe sparire per sempre ed entra in lui una tristezza profonda: quell'isola è diventata una compagna che dà senso al suo orizzonte e alle sue giornate. Il mistero di quelle apparizioni poi lo intriga e il solo pensiero che possa sparire con tutto questo mistero e lasciarlo di nuovo da solo, in mezzo all'oceano,a contemplare un infinito orizzonte vuoto in tutte le direzioni lo spaventa.

Ma il giorno dopo l'isola resta alla vista. E così anche il giorno dopo e quello dopo ancora.

L'uomo inizia ad essere grato all'isola per non sparire dalla sua vita. Per accompagnarlo.

Un mattino, dopo varie settimane, l'isola torna ad avvicinarsi. È un processo lentissimo, ma dopo ancora delle altre settimane l'isola si riavvicina e continua ad avvicinarsi ancora.

Una mattina l'uomo si sveglia e l'isola è vicina! È proprio davanti alla spiaggia, a un centinaio di metri di distanza e si staglia in tutta la sua imponenza con le sue montagne e la sua vegetazione.

L'uomo rimugina qualche ora e alla fine decide di attraversare a nuoto quella distanza per toccare l'altra isola e per esplorarla.

Si mette a nuotare, anche se teme un po' gli squali e le correnti, ma alla fine, poco a poco si avvicina all'isola misteriosa. Dopo qualche minuto carico di tensione l'uomo arriva vicino alla spiaggia dell'isola che si muove. Tocca con il piede il fondo della spiaggia e velocemente si lancia verso la sabbia asciutta.

prende fiato, è tutto emozionato, e per la prima volta ammira la propria isola da un'altra prospettiva! è incredibile ed emozionante: tutti i dettagli conosciuti dell'isola adesso appaiono in ordine, visti da una certa distanza. Con gli occhi può seguire, con la mente, i percorsi e i sentieri conosciuti, anche se nascosti a volte dalla vegetazione e dalle pietre. Vede l'imponente vulcano della sua isola, che fuma e sembra una divinità irritata. 

Tuttavia non si sente molto a suo agio in quell'ambiente nuovo: è un misto di inquietudine e di eccitazione per poter finalmente esplorare quell'isola tanto sognata. Addentrarsi nella vegetazione però gli fa un po' paura e non si allontana molto dalla spiaggia. Il timore che l'isola in cui si trova si allontani di colpo lo mantiene vicino alla costa.

È una grande avventura, una bellissima esperienza, emozionante e misteriosa. L'uomo torna alla spiaggia, torna a guardare la sua propria isola da quel punto, ammirato, amando l'isola che lo ha cresciuto, e poi, temendo che cali la notte, decide di tornare a nuotare verso la sua isola e lasciare l'isola misteriosa alle spalle.

Quella notte l'uomo quasi non dorme dall'agitazione, dai pensieri, dai ricordi e dall'orgoglio di aver attraversato ed esplorato l'altra isola.

Il giorno dopo l'uomo non resiste e torna a nuotare dall'altra parte.

giorno dopo giorno l'uomo esplora sempre più aree dell'altra isola, il che lo rende felice, ma spesso si trova con sete e fame, non conoscendo i posti dove poter nutrirsi e abbeverarsi. Ogni tanto trova qualche pozza d'acqua o qualche frutto sconosciuto, ma non sa se sono velenosi oppure no e spesso per fame o sete torna ad attraversare lo stretto braccio di mare per mangiare e bere nella propria isola.

Un giorno, esplorando l'isola misteriosa, l'uomo vede dei movimenti, dei rumori, del fumo. Subito pensa sia una manifestazione del vulcano, ma poi intravede in lontananza una persona.

Si scrutano, sembra amichevole. L'uomo fa un gesto, l'altra persona fa un gesto di risposta, ma poi si nasconde nella vegetazione. L'uomo torna alla spiaggia e nuotando, torna alla propria isola.

Il racconto prosegue sviluppando poco a poco l'avvicinamento tra l'uomo e l'abitante dell'isola. Si scopre poi che si tratta di un'intera tribù e non soltanto di un individuo. I rapporti sono amichevoli e alla fine l'uomo finisce anche per essere invitato nel villaggio. Dopo un lungo periodo di tempo l'uomo si sente benvenuto e invece di passare continuamente da un'isola all'altra, decide finalmente di dormire per la prima volta nell'isola misteriosa, tra gli abitanti dell'altra tribù, nel villaggio.

Tutto continua bene, l'uomo dorme quasi sempre nella propria isola, impara qualche parola della lingua della tribù dell'isola misteriosa, attraversa lo stretto spazio che separa le isole con disinvoltura e senza più nessun timore. A volte preferisce starsene nella propria isola. Comincia anche a non guardare più con tanta attenzione l'isola dall'altra parte: è diventata una normalità, un luogo consueto. A tratti invece scorge gli abitanti dall'altra parte e comunicano a gesti.

Ad ogni modo i contatti sono regolari e l'uomo continua a esplorare l'altra isola. Solo il vulcano lo spaventa molto. Ormai conosce tutto il lato più vicino, e però ancora ben poco del lato "nascosto" dell'isola misteriosa.

Decide di esplorarlo tutto. Si addentra in una vegetazione diversa, fitta. Perde di vista la propria isola. Si apre strada nella vegetazione anche se non c'è sentiero. Alla fine arriva alla spiaggia dall'altra parte, di sabbia nera, vulcanica, e là riposa.

Ha molta fame e inizia a cercare frutta. Non trova nessun frutto conosciuto, ma ce n'è uno nuovo, che sembra davvero succulento... la fame è troppo forte e decide di rischiare e di mangiarlo. 

È delizioso! 

Ne resta entusiasta. Si rimpinza la pancia e prende una decina di frutti per portarli con sé nella sua isola.

Passando per il lato conosciuto dell'isola misteriosa incrocia qualche abitante della tribù ed è il disastro! Gli abitanti di quell'isola iniziano a gridare furiosi! Sembrano insultarlo, sono fuori di loro. Alcuni spariscono nella vegetazione e poco dopo appaiono con degli archi e delle frecce. Cominciano a lanciarle contro di lui! Vogliono ammazzarlo! L'uomo comincia a fuggire, spaventatissimo.

Fa cadere dei frutti, ma arriva alla spiaggia e inizia a nuotare verso la propria isola. Sente dietro di sé le urla della tribu e il rumore di frecce che cadono nell'acqua vicino a lui.

Arrivato nella propria isola si nasconde in un posto sicuro. Tiene d'occhio la tribu dall'altra parte, che non attraversa lo stretto, per fortuna, ma che accende vari falò sulla spiaggia continuando a urlare e a minacciarlo.

Cade la notte e l'uomo alla fine dorme.

Il giorno dopo l'uomo resta sulla propria isola, attento e all'erta.

Il vulcano dell'atra isola sembra preparare un'eruzione... ci mancava solo questa...

Dopo qualche giorno si sveglia di soprassalto di notte e scopre che due individui della tribù dell'altra isola sono lì, seduti vicino a lui. Dopo lo spavento, nota che i due sono tranquilli. Iniziano a fare gesti e a dire qualche parola comune che conoscono e in qualche modo fanno capire che quei frutti erano sacri. Che non si possono mangiare (almeno questo è ciò che capisce l'uomo). L'uomo cerca di rassicurarli e di informarli che ha capito. Gli individui della tribù lo salutano e se ne vanno. L'uomo rimane pensieroso... soprattutto adesso che ha visto che gli abitanti dell'altra isola sanno attraversare il mare e conoscono il suo nascondiglio...

Dopo vari giorni tranquilli (a parte il vulcano che continua a sputare fumo e a ruggire) l'uomo decide di attraversare di nuovo il mare e di arrivare nell'altra isola. Non trova nessuno. Con cautela decide di avvicinarsi poco a poco al villaggio, ma non trova proprio nessuno. Resta nello spiazzo centrale del villaggio, desideroso di tornare a intessere buoni rapporti con la tribù. Passano le ore. Si stende nella tranquillità del giorno soleggiato e senza rendersene conto si addormenta.

Si sveglia di soprassalto, svegliato dalle urla degli abitanti del villaggio. È quasi notte e sembrano essere tornati tutti adesso. Sono infuriati, urlano, lo insultano, gli fanno gesti minacciosi. Qualcuno si avvicina e lo spinge via in modo aggressivo. L'uomo che dapprima cercava di calmarli, adesso si spaventa e inizia a fuggire. Gli abitanti dell'isola lo inseguono urlando. 

L'uomo arriva velocemente sulla spiaggia, ma ...orrore! la sua isola non c'è più!

Sembra che l'isola misteriosa si sia allontanata di colpo e non c'è più niente all'orizzonte...

Gli indigeni arrivano urlando alla spiaggia e l'uomo decide di lanciarsi in acqua per salvarsi. Nuota lontano, ma non c'è nessuna isola da raggiungere ormai... resta al largo guardando la spiaggia piena di abitanti che urlano e lo insultano. Lui è spaventato... non sa bene cosa fare... inizia ad aver paura delle correnti e degli squali, ma non può più tornare sulla spiaggia adesso... 

È esiliato nel mare. Ha perso la sua isola sicura... È in pericolo totale di vita...

Decide di aggirare delle rocce per cercare si lasciarsi dietro gli indigeni. Ha paura di nuotare tra quelle acque scure, ma è l'unica soluzione. Gli abitanti cercano di seguirlo e di mantenerlo a distanza, ma poco a poco cala la notte e non riescono ad aggirare gli scogli continuando a tenerlo sott'occhio.

L'uomo, spaventato dall'oscurità e affaticato dal nuoto, aggira tutta una piccola penisola e alla fine riesce ad arrivare a uno spazio sicuro tra due grandi rocce scure. Riesce a uscire dall'acqua e cade nel sonno più profondo.

Il giorno dopo si sveglia e si chiede cosa può fare: la sua isola è sparita, l'isola in cui si trova invece è ostile e minacciosa... passa quasi tutto il giorno pensando cosa fare... si arrampica un poco solo per riuscire a trovare qualche pozza d'acqua per bere, ma non osa allontanarsi dal suo nascondiglio.

Passa qualche giorno. Nulla cambia. L'uomo è costretto ad aggirarsi nelle vicinanze del suo rifugio per trovare qualche bacca e qualche frutto da mangiare, ma non osa spostarsi molto. A volte sente dei rumori che potrebbero essere gli indigeni e si mette in acqua e nuota lontano. Ma questa situazione non è sostenibile. Non può continuare così... Non gli viene in mente nessuna idea... è disperato e maledice il giorno in cui ha deciso di esplorare quell'isola stregata.

Un giorno decide di muoversi, nuotando, verso un altra spiaggia che ricordava di aver visto quando osservava l'isola da lontano. Dopo qualche ora, ci arriva in qualche modo. Non sa se è un posto sicuro, ma c'è un fiumiciattolo ed è più facile trovare qualcosa da mangiare. Può anche trovare dei legni per fare degli arpioni per pescare dei pesci. Purtroppo però non può accendere fuochi nè riposarsi tranquillo.

Il vulcano comincia a eruttare di nuovo. Questo posto sembra essere diventato l'inferno!...

Gli unici due piani che riesce a escogitare dopo tanto tempo in questa situazione è: o cercare di tornare in buoni rapporti con la tribù, oppure crearsi una imbarcazione e cercare di lanciarsi nell'oceano, oltre l'orizzonte, in direzione alla sua isola d'origine, sperando che si trovi appena oltra l'orizzonte...

Entrambi i piani però sono molto rischiosi e lo spaventano.

È davvero una situazione orribile. Piange e si dispera per aver perso la propria isola.

Passano ancora dei giorni e quando l'uomo decide di attraversare la spiaggia per prendere della frutta e bere un po' d'acqua, viene scoperto dagli indigeni. Urla e grida. Non si sono proprio calmati! Alcuni avevano portato archi e frecce e cercano di colpirlo. 

Terrorizzato l'uomo si lancia di nuovo in mare e cerca di aggirare di nuovo gli scogli.

Ce la fa anche stavolta... gli schiamazzi degli indigeni sembrano essere d'appertutto. Non li vede, ma continuando a nuotare si rende conto che lo hanno circondato e che sanno che sta da qualche parte tra le due spiagge, protetto dagli scogli.

La situazione è critica... L'uomo torna nel piccolo anfratto che era stato il suo primo rifugio.

È disperato... non sa cosa fare, mentre il vulcano continua a sputare fuoco sempre più forte.

Solo di notte le voci degli indigeni sembrano svanire poco a poco e l'uomo decide di compiere un azione azzardata: a nuoto torna alla prima grande spiaggia che aveva calpestato per la prima volta, quella che stava direttamente davanti alla sua isola, e protetto dall'oscurità notturna, con tutta la cautela, si aggira tra i boschi alla ricerca di tronchi e di frutta. Ha deciso di costruirsi una zattera in qualche modo e di allontanarsi dall'isola, perchè ormai rimanerci è morte certa.

Non riesce a compiere la sua missione in una sola notte e il giorno dopo nota come la tribù continua a cercarlo e a pressarlo, con ira e rabbia. Non c'è soluzione: deve fuggire.

Aspetta che cali di nuovo la notte e torna di nuovo a cercare di concludere la sua zattera, con tutta l'attenzione del mondo.

Esplode con un fragore colossale il vulcano!

Tutti gli indigeni si svegliano: si nota una gran confusione nell'oscurità, tra gli alberi. Nella baraonda e nell'oscurità, in modo roccambolesco, l'uomo riesce a tornare nella spiaggia con i suoi tronchi e porta il materiale nel suo nascondiglio, sano e salvo.

Il giorno dopo si sveglia tardi, lavora sulla sua zattera mentre il vulcano borbotta sempre di più. 

A fine giornata la zattera sembra pronta. Riesce anche a racimolare dei frutti e a raccogliere dell'acqua per il suo viaggio oltre all'orizzonte... Adesso solo bisogna salpare...

Non lo fa...non osa... aspetta... cala la notte.

Quella notte aha incubi orribili. Si sveglia molte volte. Alla fine arriva l'alba confortante...

Deve trovare il coraggio di andare. Passano preziose ore di luce mentre la mente dell'uomo cerca mille possibilità alternative per evitare di partire... pensa se non sarebbe il caso di aspettare che, miracolosamente, l'isola torni ad avvicinarsi alla sua... in fondo quella misteriosa apparizione era già successa... ma potrebbe anche non succedere più... potrebbe anche essere ogni giorno più lontana... alla fine un ennesimo scoppio del vulcano gli dà l'ultimo scossone per lanciarsi.

E va...

Verso l'orizzonte...

Si allontana poco a poco dall'isola. Si aiuta con un remo fatto alla buona. Gli indigeni lo scorgono e iniziano a urlare minacciosi... ma lui, lentamente, si allontana...

Ad un certo punto arriva a un paio di chilometri di distanza dall'isola... Inizia a guardarsi indietro: l'isola misteriosa... guarda davanti: l'orizzonte infinito, vuoto, tutto l'oceano davanti. Inizia a dubitare... resta un bel po' fermo, senza sapere cosa fare. Rimpiange la terra ferma dell'isola misteriosa, maledice la tribù, piange la sua isola originaria e resta, disperato, chiedendosi cosa fare... quale sarà la soluzione meno pericolosa? Tornare o andare avanti?

Il tempo passa, l'acqua è poca, il cibo anche... decide di proseguire...

Verso sera è già lontano, ma si muove piano... dietro di sé solo la sagoma dell'isola, in lontananza. il vulcano che sputa fuoco e fumo... davanti: ancora niente...

Cala la notte. Grandi pesci minacciosi sembrano aggirare la zattera, non molto solida... la paura è grande, la solitudine infinita.

Dorme e si risveglia: l'isola dietro di lui quasi non si vede più, ma c'è il fumo del vulcano che mostra ancora la sua presenza. Attorno a lui, a parte quel riferimento: niente. Solo acqua e onde.

Passa la giornata e verso sera non si vede più niente tutto attorno... pensa se non è il caso di cercare di tornare indietro... la fatica è grande: sta remando tutto il giorno... il cibo è poco... sta tutto il giorno sotto il sole e con la pella arsa dal sale marino...

L'acqua sta già terminando... un po' è caduta, spinta dalle ondulazioni dei flutti...

La notte sta scendendo e non si vede niente all'orizzonte. L'uomo piange amaramente... ma ogni secondo scruta l'orizzonte sperando di vedere un miracolo: la sua isola.

Ma niente: il giorno successivo è uguale e monotono... nessuna sorpresa. L'uomo è esasperato. cerca di centellinare l'acqua e i pochi frutti che gli restano, ma è nervoso e spaventato...

A metà pomeriggio il cielo sembra farsi scuro... una tempesta all'orizzonte... L'uomo si guarda attorno, ma c'è solo acqua. Disperato chiede clemenza al cielo. Si sente fragile, perso, impotente, disperato... ogni direzione potrebbe nascondere l'isola, ma nulla appare... ogni pensiero gli fa notare come è sempre infinitamente più probabile che stia sbagliando rotta invece che sia sulla rotta giusta... è una questione di statistica e ormai ha perso completamente l'orientamento, non sa se le correnti lo hanno spinto alla deriva oppure no... non sa più nulla.

Il temporale si sta intensificando all'orizzonte. Il vento comincia a essere fresco e a spazzare la superficie. L'uomo teme che le onde possano distruggere la sua zattera (sarebbe davvero probabile...). Prega non si sa chi perché tutto finisca...

Invece inizia a piovere e le onde diventano poco a poco più agitate.

Cala la notte: disperazione... all'orizzonte tuoni e fulmini...

La paura è grande ma la stanchezza ancora più forte e alla fine l'uomo cade stremato nel sonno, sotto la pioggia.

La mattina dopo la tempesta sembra essere passata al largo e averlo risparmiato. Però il movimento delle onde ha fatto cadere gli ultimi frutti che aveva, il remo e l'arpione per pescare... adesso è proprio alla deriva. L'unica nota positiva (oltre al fatto di essere ancora vivo) è che la pioggia ha riempito i suoi contenitori d'acqua.

Continua il viaggio nel nulla...

Passano un paio di giorni deliranti...

Finisce davvero l'acqua...

L'uomo perde ogni speranza. La sua isola non appare più.

Sa che è arrivata la sua ora: non ha più energia, non ha più cibo né acqua, non ha modo di decidere la sua direzione e intorno a lui solo l'oceano immenso.

Si abbandona. Si lascia andare: si distende sulla piccola e stretta zattera che poco a poco si sta sfasciando e guarda il cielo passare dalla luce della sera alla notte... con le stelle...

Inizia un viaggio delirante nella sua mente... tra la vita e la morte... i sogni si confondono con la realtà... le paure con la certezza di non aver più speranza... vede varie volte la sua isola, ma era un sogno, confonde le due isole nella sua memoria, non ricorda più chi è, chi sono gli indigeni. Tutti hanno la sua faccia, sono tui lui stesso che si caccia da solo, che urla con mille bocche all'unisono, che vuole uccidersi, che vuole scappare da se stesso e che passa da un'isola all'altra che è sempre la stessa isola: lo stesso incubo. I vulcani sputano fiamme come in una sorta di conversazione rabbiosa.

Ed ecco che l'eruzione è fortissima!

In confusione tra sogni e realtà, incubi e miraggi, l'uomo si raddrizza sui pochi pali ancora legati supra l'acqua e vede... un vulcano all'orizzonte... un vulcano in eruzione con fiumi di lava... laggiù in fondo all'orizzonte.

È la sua isola!!!

Si lancia in acqua e scopre che non ha forze per nuotare... quasi non riesce a tenere gli occhi aperti... non può remare verso l'isola... non sa se ci sta andando contro oppure no... non sa se credere che sia vero o no... non sa se sperare o no...

Esausto perde conoscenza. Si risveglia molto tempo dopo e sembra andare al largo dell'isola senza intercettarla... Di fatto sembra che ci sia passato vicino e che adesso si stia perdendo di uovo verso l'orizzonte. Disperazione totale... Ultimo urlo di rabbia. Ultimo pianto e svenimento finale.

Si sveglia sulla spiaggia della sua isola, semimorto.

Un uomo della tribù, unico e solo, gli sta dando acqua e si sta prendendo cura di lui.

Alla fine, dopo vari momenti di sonno, riesce a svegliarsi e ad alzarsi. Scopre che l'uomo della tribù sta là, nella sua isola, da solo. Anche lui ha perso la sua isola.

Passano i giorno e torna la normalità, l'uomo è entusiasta di stare di nuovo nella sua isola, sano e salvo, e senza persone minacciose e ostili.

Un giorno l'uomo della tribù gli fa cenno di seguirlo e lo porta verso una caverna che sta alla base del vulcano in eruzione. L'uomo teme di entrare laggiù. L'indigeno lo sprona a passare, ma l'uomo si rifiuta.

Nei giorni seguenti l'indigeno ogni tanto cerca di invitare l'uomo ad entrare nella caverna, ma il vulcano sembra sempre più pericoloso e l'uomo teme che una frana lo chiuda dentro alla caverna per sempre.

Dopo ripetuti tentativi, un giorno l'uomo accetta l'insistente invito del suo amico ad entrare nella caverna.

L'i trova una meravigliosa fonte di acqua cristallina e una piscina trasparentissima dove un raggio di luce illumina d'azzurro le profondità piene di pietre luccicanti.

È meraviglioso.

L'uomo si tuffa nell'acqua rifrescante e dissetante.

È il posto più bello che abbia mai visto. A partire da quel giorno quella sarà la sua nuova casa.


-----------------


Ecco. Fine.

Qualcuno riesce a capire qual è il significato di questo misterioso racconto? hehe.



Saturday, 23 January 2021

l'oracolo


Il caso è un poeta.

Ma non soltanto: è anche un saggio oracolo.

Questo lo si sa bene fin da tempi immemori.

il sacchetto per l'Oracolo fatto a mano da Ubi


Ho deciso di crearmi un vero oracolo personale. Non è la prima volta, ma stavolta l'ho fatto proprio bene: con la giusta proporzione di sostantivi, di verbi, di aggettivi, di pezzi di frasi eccetera. Ne è uscita una macchina di poesia pura che dà frasi sconcertantemente interessanti e profonde!

Alcuni esempi? Eccoli:

La saggezza è uguale all'acqua:si modifica.

Il volere degli antenati non dipende da te, ma è specchio di te stesso.

La parola, come l'acqua, nasconde l'alba.

La passione lascia libero il destino.

Il tuo punto di vista è, mutevolmente, tuo.

L'innocenza del bambino supera la forza.

La marea non sempre trasforma.

Quando vedi che è specchio di te stesso vedi per la prima volta.

Nella profondità l'equilibrio sacro attrae la marea.

L'innocenza del bambino trasforma per la prima volta il vecchio.

Dritto davanti a te la percezione non si mostra.

La morte guarda indietro senza dramma.

Il firmamento con innocenza inonda il fiume.

Il dubbio rende oro.

Da un altro punto di vista l'attesa attrae, fa cantare.

È inevitabile il tuo punto di vista: non puoi stare senza.

La bellezza rende reale la magia.

Il presente è incatenato. Non abbandona.

Quando non ci credi l'eterno rinasce. Si prende il suo tempo.

Senza dramma non arde.

L'interruzione non ti è nemica. Evita la speranza.

Nella caverna la soglia rinnova il cammino.

Come una madre il sangue non fa più paura.

L'alleato non serve. Il capo sicuro vuole sentire il maestro.

Il canto rende difficile l'abisso.

L'abbraccio riscalda ciò che ancora non vedi.

Ciò che pensi fluisce al posto tuo.

L'amore mette da parte la fatica.

La morte è la madre della lacrima: come l'acqua, non può stare senza la terra.

Il labirinto controlla lo schiavo.

La vera parola sta in silenzio.

Il beneficio non indebolisce la conseguenza.

La luna piena non consuma l'oscurità.

Con allegria il tuo punto di vista appassisce.

L'esploratore considera l'oscurità.

Il contorno sicuro descrive la montagna.

Chi non crede esalta il caso.

L'oblio scandisce il tuo mondo.

Il consiglio germina sempre la vera parola.

Il cosmo è importante: è un mistero.


e molte molte molte altre ancora...


Monday, 22 June 2020

el brujo del bosque


Ho un'idea che un giorno o l'altro metto in pratica.
Di fatto è gradevole e semplicissima!
Si tratta soltanto di andare nel bosco qua dietro casa seguire il sentiero per un po' e poi entrare tra gli alberi.
Trovato a pochi passi dal sentiero il posto ideale (un luogo tranquillo che non sia visibile dalla stradina) io mi siedo con il mio bel mazzo di tarocchi.
Nel sentiero avevo lasciato un bigliettino: "letture di tarocchi" e una freccia che indica la direzione.
Chi passa e vuole avventurarsi, mi troverà in uno scenario tra il suggestivo e il surreale.
Io sto là. Tranquillo. Sorrido. Magari stavo leggendo un libro, disegnando o guardavo il cellulare.
Se poi qualcuno si prende il rischio di venire a chiedere o a curiosare, può fare una lettura di tarocchi.
Oppure no, come vuole.
Se alla fine la lettura gli è piaciuta, a poca distanza, dietro a un albero, c'è una ciotolina dove può lasciare una offerta.

Pensate che bello se poi questa diventa una specie di tradizione...
Un luogo leggermente diverso ogni volta...
Certi giorni sì, altri no...
Non si sa a che ora...
Passeggi per il bosco... e eccolo, il mago del bosco! heheh

Figo, no?
E io tranquillo, nel bosco.
Mi piace.


Tuesday, 21 April 2020

messaggio da un sogno-13

La notte del 19 aprile ho sognato che stavo in ginocchi sul lato sinistro di una signora sdraiata a terra.
La signora era in un certo senso "malata" o imprigionata in una sorta di maledizione che aveva a che vedere con una parola (parola magica?). La signora stava in un certo senso cercando di ricordare la parola... e mentre non la trovava si trovava così... paralizzata...
Le accarezzavo il centro del petto dolcemente mentre mantenevo la mia postura dritta e ordinata, guardando davanti a me mentre le dicevo, con calma e ripetutamente: "torna... torna... torna..."

Ad un certo punto la signora si alza come se si fosse svegliata di soprassalto, quasi spaventata e respira forte con gli occhi sbarrati. Si è liberata dall'incantesimo!

Una voce dice: "a volte bisogna rompere la parola per liberare l'essenza"


Monday, 26 August 2019

profecías caseras


Quieres un oráculo adivinatorio para obtener misteriosas respuestas del destino a tus preguntas existenciales? Es fácil! despedaza un libro cualquier de manera que las frases se queden cortadas, pon tu pregunta al cielo y escoge un trocito de papel.
Allá te saldrá una respuesta misteriosa y que habrá que interpretar de manera intuitiva seleccionando aquellos mensajes que hagan sentido en tu mente y que vayas reconstruyendo en tu imaginación, mientras te concentras en tu dilema.
Esa es una idea muy vieja, ya la había presentado en el post Papelitos Adivinatorios pero ahora he puesto en práctica la teoría y ya tengo mi cajita de mensajes místicos en casa...
Por ejemplo:


A la ambiciosa pregunta "qué debería hacer yo para ser más feliz en este momento de mi vida?"
La difícil respuesta de la casualidad es:


...de la cual yo saco:

"Él es, en cierto modo.
Madre permanecerá de nuevo.
Lo intenta o también fracasa.
Ulises: siempre con aspecto a intentarlo.
Como es de sultán.
Estás loco!
Vas a casarte con la rei.....(na)...
Caso no se trata de matri.....(monio)... en el tiro con arco.
Ulises no pretende casarse con ella"

En eso yo leo algo relativo a mi pareja, a la sombra de la idea de mi madre, y yo, como un Ulises, intentando algo que.... ya entendí!!

Interesante...
Interesante...


Sunday, 25 November 2018

sogno del mago di 1500 anni


Stavo passeggiando e una persona stava al mio fianco, alla mia destra. Si trattava di una persona che non vedevo direttamente ma era più anziana di me ed era una persona familiare e di una certa inconsica autorevolezza, come se avesse forse un grande livello spirituale o mistico.
Stavamo uscendo, forse, all’aperto passando per una struttura di cemento armato grigio (forse un po’ umida e scura) e ormai eravamo quasi al cielo aperto e questo compagno di passeggiata mi dice qualcosa del tipo: “...ma ti ricordi 1500 anni fa?” ...e qualcos’altro... oppure forse “questa situazione mi ricorda qualcosa di 1500 anni fa...” ....insomma, dimostrava con questa frase inaspettata che lui aveva almeno 1500 anni! (e forse... in qualche modo anche io? Non ne sono certo). E io resto molto sorpreso, molto colpito dalle sue parole.

Come se mi riprendessi ora da un pensiero molto profondo che mi ha distratto per qualche secondo, adesso il venerando compagno sta seduto sopra un piccolo edificio e io, in un certo senso, mi prendo cura di lui, preoccupandomi e stando attendo che non cada. Il luogo dove era seduto era molto simile (o risuonava dentro di me come) la casetta di “casa vecchia” a monastier, dove sopra c’erano le cisterne di benzina e il vecchio saggio era seduto sopra la corta tettoia di cemento che stava sopra la porta d’accesso della casetta. In realtà io non vedevo nulla di tutto ciò, visto che ero a terra, sotto al vecchio, con la mia testa che arrivava al massimo alle sue ginocchia e vedevo solo lui sopra di me (e un piccolissimo pezzettino di tetto di cemento): la sua sagoma scura, forse a causa dell’ombra, era simile a quella di una specie di Gandhi e cioè un vecchio magro, calvo, seminudo, forse rivestito proprio di una tunica, un po’ curvo su se stesso, probabilmente e con le gambe accavallate; tranquillo e impassibile, sereno e silenzioso, guardava verso l’orizzonte davanti a lui con infinita serenità e come se nulla del mondo potesse interessarlo.
Il suo aspetto era spiritualmente incredibilmente forte e finiscamente incredibilmente fragile e io lo vedevo da sotto e anche se lui era assolutamente sereno e immobile e ben seduto, stabilmente, tranquillo, tuttavia io allungavo le mie braccia in alto da una parte e dall’altra come per evitare che cadesse, come per proteggerlo e per assicurarmi che fosse al sicuro (un po’ come la posizione dei discepoli del papa nella carta dei tarocchi V. Questa associazione di immagini mi sembra assai profonda in me e forse è a causa di questo che si genera questa situazione nel sogno...).

In questa posizione di protezione e di attenzione estrema verso di lui, ad un certo punto, mi giro indietro, solo con la testa, per vedere qualcosa, per controllare qualcosa (forse ho sentito un rumore, credo ci sia qualcuno, oppure cerco qualcosa per mantenere stabilmente al sicuro il vecchio saggio...). Fatto sta che, dopo questa brevissima esitazione nella quale distolgo lo sguardo per pochi secondi dal saggio, torno a guardare verso di lui e scopro che è sparito! È sparito “tra le mie mani”! Resto incredibilmente esterefatto e stupito! Magia!

Sento chiaramente che il vecchio saggio era realmente magico e aveva davvero almeno 1500 anni... e in qualche modo era molto connesso a qualcosa di me...

Mistero.


Altro momento del sogno, oppure altro sogno nella notte, qualche tempo dopo...

Adesso stiamo camminando io, Pippo e un’altra persona.
Questa persona non è chiara, non è identificabile (non solo perché cammina davanti a me, ma anche perché ha i contorni sfumati o forse perché non la guardo in faccia) ed è per qualche ragione però, la figura centrale di questa parte del sogno. Lo sento.
Questa persona è qualche passo davanti a me e io seguo a breve distanza, Pippo invece sta dietro un po’ più distaccato.
Il passo lo dà questa persona (comunque un uomo, anche se indistinguibile). Il ritmo del suo incedere è veloce, un po’ troppo, come un po’ pressato dal tempo. Va di fretta. E noi due dobbiamo stargli dietro, ma lui va e non si volta e noi andiamo, ma non è il nostro ritomo normale.
La sensazione di fondo è tipo quella di essere appena atterrati in un qualche paese africano, che non era specificamente la Tanzania, l’Angola o il Mozambico, ma che era un paese che Pippo conosceva molto bene, anzi forse ci abitava,  e che io trovavo familiare perché c’ero già stato e per me era in un certo senso un luogo normale dove tornavo, mentre per il personaggio misterioso era un paese totalmente nuovo, un’esperienza assolutamente inedita.
Stavamo camminando per una strada o una passerella in mezzo a un prato o a una terra piena di canneti ed erbe alte che si perdeva a destra e a sinistra verso l’orizzonte (ma la sensazione non era necessariamente “vasta” e”ampia”: era quasi, forse, come attraversare un ponticello di legno sul letto verde di un fiumiciattolo al margine della città).
Davanti a noi, oltre al passaggio e al prato, si vedevano gli edifici della città: scuri condomini periferici di cemento armato che cominciavano di colpo a poca distanza dal verde.
L’atmosfera era crepuscolare, come in un tramonto coperto a tratti da nuvole scure di pioggia, ma con la luminosità della terra quando ha appena piovuto e riflette i raggi trasversali del sole giallo che si accinge a lasciare lo spazio alla notte.
Il percorso all’aperto era dritto e puntava dritto verso la città ed altre persona andavano e venivano attraverso questa stradina (era forse l’accesso all’aeroporto per la città?).
Per il personaggio misterioso era dunque il primo contatto con l’Africa. E nel suo incedere (forse per voglia di arrivare?) per la stradina, puntando verso la città, considero il fatto che questa persona è un po’ schiava dei suoi pregiudizi occidentali e delle versioni stereotipate e superficiali che dell’Africa.  Le sue intenzioni sono assolutamente buone e lui è aperto e curioso e empatico anche: pensa o commenta ad un certo punto qualcosa sui terroristi e sul fatto che chi ci soffre è questa povera gente... ma non c’è né tensione da terrorismo, né caos, né povertà davanti ai nostri occhi e penso che con questo viaggio dovrà prima o poi capire che la realtà è ben diversa da quella che si immagina attraverso gli stereotipi europei...

Arriviamo a un certo punto a una strada più trafficata che è già in città. Giriamo verso destra e scendiamo attraverso due grandi palazzoni simmetrici. Sono davvero delle strutture gigantesche, dei condomini molto grandi e ampi stile periferia urbana (non particolarmente belli o nuovi, ma niente di strano: tipica periferia urbana di qualsiasi grande città del pianeta). La strada, anche se ampia, sembra stretta sotto a questi due giganti di cemento armato che presentano una sequenza troppo fitta di piccole terrazzine di cemento ripetute infinitamente da una parte e dall’altra della via.
La strada passa anche sotto a un piccolo cavalcavia che sta in mezzo ai condomini (e in un certo senso non vedo né gente né macchine per strada, ma non sento una sensazione di luogo disabitato, anzi so che ci sono sia persone che macchine.
L’edifico a destra era in qualche modo, forse, l’edificio dove Pippo aveva casa, in qualche posto in alto, qualche piano più su.

Data la visione totalmente urbana, e comunque molto artificiale e “globale” nella sua normalità di perfieria di una città grande, pensavo che questo famoso personaggio davanti a me avrebbe già cominciato a rifarsi una idea sull’Africa come luogo dove tutto è diverso, selvaggio, povero, esotico, etc...

Ad un certo punto mi volto perché noto che Pippo è rimasto indietro e non si vede più. Ci fermiamo ad aspettarlo e guardando in fondo alla strada (sotto il cavalcavia che avevamo già oltrepassato) tra gli africani che passeggiano normalmente sul marciapiede ad un certo punto appare Pippo che si affretta a raggiungerci. Alza le mani come per dirci di aspettarlo. Sembra indicare che c’è qualcosa di importante che deve comunicarci. Viene correndo. Sorridendo anche. Facendo slalom tra la gente.
Arriva finalmente e parlando con me dice che era appena stato a casa di mia nonna (o qualcosa del genere) dove c’erano degli antenati o comunque qualche personaggio che aveva a che vedere con dei “passaggi generazionali” (principalmente tre personaggi e tre passaggi generazionali, ma non era definito chiaramente e potevano essere anche molti o infiniti... gli ultimi 3 però erano i più importanti).
Pippo raccontava che il terzultimo di questi personaggi era “sparito”... e nel sogno, anche se non c’era né dubbio né sorpresa, si trattava di uno sparire legato a un “andarsene da questo mondo”, un morire (ma senza dramma), un elevarsi nei cieli (ma senza misicismo o religiosità)... era uno sparire naturale: il normale momento in cui il tempo finisce e si deve lasciare il mondo agli altri.
Poi anche il penultimo, che era mia nonna, se n’era andata, era sparita anche lei.
E alla fine, diceva, anche l’ultimo personaggio (che implicitamente tutti sapevamo essere un mago, uno stragone dai poteri indescvibili, una persona infinitamente elevata e magica), anche lui era alla fine sparito, come tutti gli altri.

Rimavamo molto stupiti da questa affermazione! L’ultimo mago era sparito... alla fine si era interrotta la lunga catena di vite che veniva da molto lontano...
C’era la sensazione di qualcosa di “generazionale” in tutto questo...
Ma il racconto di Pippo non finiva qui e disse, rivolgendosi a me: “però! Prima di sparire l’ultimo stregone, siccome tu lo hai visto per ultimo (o gli hai parlato per ultimo, o lo hai toccato, o lo hai visitato, o conosciuto...), lui ha scelto che tu sarai il suo successore e che erediterai tutti i suoi incredibili poteri! La sua magica forza!”

Ne rimanevo molto stupito... pensavo che magari ci potesse essere stato un errore... non aveva molto senso passare quei poteri a me. Forse non lo meritavo. Non ero così bravo come lui...
Riflettevo su questa cosa, quasi cercando una ragione che spiegasse dove stava l’errore, e camminando arrivavamo (io e il personaggio misterioso? Che adesso però camminava piano e al mio fianco e mi sembrava calmo e saggio) a una specie di binario di una stazione dei treni di cemento scuro e umido e alla fine arrivavo alla conclusione che....
Sì: perché no?
Se lo stregone mi aveva scelto un motivo ci sarà stato e che, anche se non avevo idea di come usare quella forza e quella magia per me totalmente e sporporzionatamente perfetta, accettavo quell’eredità con entusiasmo e fiducia. Lui mi aveva affidato i suoi poteri spirituali e magici e io lo ringraziavo per questo nuovo influsso di capacità incredibili delle quali ero stato investito.
Ero l’erede del grande stregone!



(lo stregone di più di 1500 anni fa?...)





Monday, 12 November 2018

the moon in me

imagine a very special bright tissue with the texture of our Mother Moon!
won't be great to have, let's say, a scarf with the texture of the moon? a real piece of the magic of our satellite in us?
during the night a very weak light would immediately make this scarf light on! and it would be magic! suddenly!


I don't know how to create this dream that I have... the magic light of the moon in our cloths... but anyway, I tried with this image and I apply it to some gadget in Fine America site. (click on it)

https://fineartamerica.com/featured/moon-texture-massimo-pietrobon.html

maybe you'll like it, already.
me, I'm gonna go on with this idea and one day I will be able to "dress the moon"!!!

Monday, 24 September 2018

Tuesday, 21 August 2018

segno mistico

da un antico sogno del 27 marzo 1999.

guardavo in cielo tra le scure nubi temporalesche che oscuravano il sole.
appare un disco offuscato tra i nuvoloni...
...ma dopo un po' vedo un'altra palla bianca far capolino tra le nubi...
"è la luna" ...penso...
ma ben presto tra i neri cumuli nuvolosi ecco apparire un simbolo mistico:


un sole centrale
altri 4 soli disposti a croce, ma non è una croce perfetta.
attorno al centro, 8 lune, in sequenza di fasi lunari.

Sunday, 19 August 2018

Tuesday, 7 August 2018

e la maga mi disse...

in un racconto onirico che stavo un tempo progettando circa 8 anni fa, io, Massimo Pietrobon, ero un navigante o forse un naufrago... arrivato da una maga che leggeva nelle carte o nella sfera chi ero... questo era ciò che mi diceva:






0. 
Tu vieni da un luogo piccolo e stretto.
Una piana, piatta come il mare.
Piatto, piccolo e stretto è anche il popolo di quel mare.
Non ti è mai andato bene.
Volevi fare il pirata, ma sei stato fermo, imprigionato, forse troppo a lungo.
Poi hai preso il mare, ma all'inizio non sapevi navigare.
Le tue cicatrici... ne porti molte.
È sulla tua pelle che hai imparato a viaggiare.
Ci hai messo molto, partivi male, non sei stato veloce e hai perso il tuo porto.
Non hai più porto.
Sei del mare.

1.
Più che un capitano, sei un naufrago.
E comunque l'acqua non è il tuo elemento.
Tu sei d'aria.
Ecco, sì: tu naufraghi per aria.
Tutto per aria.
Arrivi e getti l'ancora, perché tu sei uno che comincia. Fai fiorire.
Poi però ti piace anche lasciare la nave, la ciurma e tutto e ricominciare di nuovo.

2.
Hai vite in due o tre posti: Europa... poi vedo il Marocco... Il Brasile... e anche due regni africani.
Attento a iniziare un pozzo, e poi un altro, e un altro ancora...
Se non cominci a scavare a fondo in uno di essi non troverai mai l'acqua...
Ma questo per ora non ti preoccupa.
Forse perché preferisci acqua di sorgente più che acqua dei pozzi.
Ma ricorda: nel deserto non ci sono sorgenti.
A te piace il rischio, il vento delle tempeste, ma dentro hai calma.
Forse ti piacciono le tempeste perché spazzano via le parole.
Ti piace il silenzio...

2*.
E sei un osservatore.
Ti piace il fluire e ti compiaci di osservarlo. In silenzio. Come un'opera d'arte.
Non sai stare in un posto solo, ma in tutti i posti stai bene come a casa.
Ti piace cercare più che trovare.
Ma ti metto in guardia:
Chi vuole cercare, cercherà per sempre.
Per trovare qualcosa devi invece voler trovare.

3.
Tu giochi a danzare tra gli opposti contrastanti.
Ti diverte, ma non sei un mago.
Dovresti stare attento a stare a cavallo di tutti questi antipodi.
Ultimamente sei più veloce, ma anche più fermo.
Sai che scegli rotte pericolose e ne accetti il prezzo che sempre si deve pagare, comunque sia.
Sempre.
Hai trovato qualcosa di te in giro per il mondo.
È questa la tua fortuna e il tuo tesoro, anche se più che oro hai trovato sassi, conchiglie rotte e qualche bel fiore che è durato un giorno.




Wednesday, 25 July 2018

la kinomanzia

è urgente la creazione di una nuova arte magica che interpreti la vita, il carattere, il passato e il futuro della persona in modo nuovo!
non si tratta più di sapere tutto di una persona attraverso la Chiromanzia, cioè la lettura della mano, ma si saprà tutto attraverso la lettura del suo cane: questa è la Kinomanzia (dal greco κύων κυνός ossia cane).
tutta quella gente che tratta i propri cani come figli, ne sceglie la razza, li porta da veterinari, parrucchieri e psicologi, hanno indubbiamente scelto razza, stile e addestramento dei propri animali non a caso. attraverso un'attenta lettura del cane potremo dire mooooolto sul padrone.
in fondo si sa che il cane assomiglia molto al padrone...

Sunday, 29 April 2018

lecturas de tarot



me apasioné por el tarot!
no tiene nada que ver con la magia, se trata de un lenguaje simbólico formidable que conecta con nuestro inconsciente.
si a alguien le apetece jugar conmigo, le voy a hacer una lectura de tarot personalizada!
escríbanme por mail a la dirección mas.pietrobon@gmail.com lo siguiente:

- una pregunta que le parezca importante

- una serie de 3 cartas del 1 al 22 (el orden que quiran)

haré una lectura para quien sea, gratis, solo para jugar juntos
las lecturas serán privadas, enviadas a la dirección de correo privado.


Saturday, 10 March 2018

todo lo que se me oculta


TODO LO QUE SÉ ME OCULTA TODO LO QUE SE ME OCULTA


Todo lo que sé: es decir las visiones ya preconcebidas, aprendidas, heredadas.
me oculta: me impide, no me permite abrirme, no me permite de ver de otro punto de vista
todo: la infinidad de opciones y de nuevas posibilidades
lo que se me oculta: y en especial lo que todavía es misterioso, desconocido, impensable.

---

Reflexión a partir de un cuento musical de Rubén Martínez (cuenta cuentos venezuelano en Barcelona)

Monday, 21 August 2017

il mondo oltre il mondo

avete presente quando guardate un disegno da lontano, magari di traverso, e non riuscite bene a capire che cosa rappresenta?
vedete le macchie di colore, cogliete abbastanza bene le forme, ma non la composizione totale. ma cosa c'è disegnato?
beh, aspettate ad avvicinarvi e risolvere il mistero immediatamente, tenete a bada la vostra curiosità e usate questo raro momento come occasione unica per vedere oltre quel disegno e immaginare un disegno che non c'è: un mondo nascosto... magico!

ecco un esempio, ma al contrario: vedete questo quadro? è chiarissimo a tutti che si tratta di una scena di una specie di corrida portoghese: un toro e un uomo saltandoci sopra con un'asta.
ma se lo aveste visto da lontano? di traverso? e vi fosse poi sfuggita la composizione finale... cosa avreste potuto vedere dentro quei chiari scuri misteriosi, senza logica apparente?


a me ha ispirato una scena di un mondo impossibile dove animali inesistenti si fronteggiano o gozzovigliano dentro a un'arena affollata di pubblico e sacerdoti.
non vi sembra possibile? guardate un po':


ecco dunque il disegno finale: un mondo magico oltre al mondo ovvio e reale.



Friday, 6 November 2015

papelitos adivinatorios

queréis una serie de mensajes del destino siempre a vuestro alcance en cada momento?
muy bien!
coged un libro. un libro viejo. uno de esos libros que no vais a leer nunca o que habéis leído, no vais a releer y (por quién sabe cual razón misteriosa) no vais a regalar a nadie ni a tirar.
agora con unas tijeras (o incluso a mano, simplemente) haced las páginas a pedazos.
tenéis que obtener una serie de pequeños cuadraditos de páginas de libro con trozos casuales de frases.
ahora poned en una caja todas esas mini páginas huérfanas de su contexto o de la continuación de cada frase.
et voila!
ya tenéis una perfecta baraja de papeles con misteriosos mensajes del destino que podéis ir pescando de vez en cuando, cuando necesitéis de una respuesta o de una reflexión sobre vuestro futuro.


de hecho todas las artes divinatorias se fundan sobre mensajes crípticos y difíciles de descifrar. frases no dichas que no hacen sentido del todo, símbolos interpretables que salen inesperadamente, etc: los tarots, el i-ching, la numerología, la quiromancia. pero también los adivinos y los oráculos antiguos.
así que gracias a un libro inútil ahora tenéis en casa un oráculo de Delfos personalizado!
que tengáis un buen mensaje para vuestro futuro.... como el mío, que pesqué hoy, por casualidad.
empezar con "mente iluminada. arriba sol" me parece un muy buen comienzo.