Sunday, 29 January 2017

FRANGUESTEIN

ou mais provavelmente... assim era a aparência dum dinossáurio da era jurássica!


manovra economica a scatti

Si sa che se pochi ricchi concentrano quasi tutte le ricchezze di un paese ampliando le differenze sociali questo non fa molto bene al paese. 
L'alternativa sembra sempre essere un movimento socialista che spinga verso l'utopia di azzerare le differenze economiche e quindi anche sociali.
Quindi si rimbalza sempre tra un sistema non produttivo perché non stimola la crescita economica trainata dal capitale e un sistema altamente ingiusto in cui una piccola elite sfrutta il lavoro a basso costo del resto delle classi economiche.
Ma sarà che bisogna continuamente correggere la linea dell'andamento economico di un paese quando già una delle due tendenze opposte si afferma con una serie di manovre per invertire (quando possibile) la tendenza inventando sempre nuovi schemi che arrivano spesso troppo tardi?
Perché invece non fare un disegno di legge di questo tipo:
quando il 15% più ricco del paese supera il 50% della ricchezza nazionale scatta un tipo di funzionamento di tassazione economica che carica le classi più produttive del peso della spesa sociale. Nel momento in cui la tendenza di accentrare la ricchezza in poche mani si inverte e si passa a una nuova proporzione tra ricchi e poveri (tipo, diciamo il 20% più ricco concentra solo il 35% della ricchezza nazionale) l'economia potrebbe rallentare troppo, percui il sistema economico scatta di nuovo al sistema anteriore e, cioè, quello che favorisce il capitale. Questo farà reinvertire la tendenza economica e la proporzione di ricchezza di nuovo, fino al prossimo scatto.

Io sinceramente sogno una decrescita economica, ma nel mondo in cui stiamo, almeno un sistema di questo tipo avrebbe dei vantaggi notevoli e cioè: anche se i due modelli non fossero molto azzeccati, il peggior effetto collaterale sarebbe lo scatto troppo frequente tra un sistema e l'altro (cosa che potrebbe essere perfezionata nel tempo) e questo meccanismo di manovre economiche a scatto eviterebbe sempre le sproporzioni sociali o anti-produttive (cosa che invece un sistema senza scadenza determinata, come quelli che si fanno comunemente, rischia sempre di scivolare da una parte o dal'altra di questa bilancia sbilanciata).

utopie socio-economiche, lo so, ma secondo me funzionerebbe meglio come sistema.
 

Italy's regional populations


desconfianza


etimologia-23

PRÁTICO
Está claro que uma coisa é muito mais simples se você tiver dinheiro. É por isso que quando um trabalho é complicado, ter dinheiro é um fator que adianta muito qualquer assunto. Isso sempre foi assim, mesmo nos tempos passados, até o ponto que, antigamente, ser rico virou quase a mesma coisa de dizer ter uma vida fácil.
Antigamente as moedas de mais valor eram de prata. "Ter prata" era o sinônimo mais comum de "ter dinheiro". Assim que, em vez de dizer que uma questão de rico era uma coisa mais fácil que uma questão de pobre, se começou a falar uma questão "de prata" é mais confortável que o normal.
As coisas "de prata" começaram a estar chamadas de coisas "práticas", assim que hoje em dia quando dizemos uma coisa prática, queremos dizer uma coisa bem fácil.

long beach


Pico do Papagaio


Pico do Papagaio, Pernambuco, Brasil

automobile a moduli

la macchina è di certo uno strumento molto pratico: può servire per andare a fare la spesa, per viaggiare in compagnia, per muoversi con tutta la famiglia, per dormire di notte se non si trova un hotel, per trasportare un sacco di roba... insomma... la macchina è polivalente!
ma il fatto di essere polivalente non sempre aiuta:
tipo, se vuoi portare un sacco di oggetti è meglio non avere sedili, oppure, al contrario, se vuoi andare in 7 in macchina sarebbe meglio non avere il portabagagli, ma avere più spazio nell'abitacolo; allo stesso modo se si viaggia solo in due e si volesse usare lo spazio dietro per buttare un sacco a pelo e dormire, è complicato, mentre se si viaggia da soli, perché avere 4 sedili?
ecco... quindi... perché non realizzare un automobile modulare?
si può comprare il modulo base, che è solo un abitacolo da due persone, motore e ruote e poi si possono comprare moduli aggiuntivi assemblabili! tipo:
- un modulo da trasporto oggetti (vano vuoto con porte posteriori grandi)
- un modulo da trasporto di varie persone (due file complete di sedili posteriori)
- un modulo da camping (spazio per sacco a pelo, finestre oscurabili e vari gadget da viaggio)
e chi più ne ha più ne metta! spazio alla fantasia!


etimologia-22

ABRIGO
o termo "abrigo", na conotação de lugar onde se está protegidos de perigos externos, vem do prefixo privativo ou inversivo "ab-" e da palavra "brigo", do verbo brigar. Em conclusão, o termo combinado "ab-brigo" querria dizer "lugar onde o ato de brigar é ausente". Por isso passou a signifcar lugar protegido em geral.

etimologia-21

SALIVA
Anticamente si riteneva che la saliva non si originasse nella bocca, ma bensí nello stomaco, e si credeva che codesto liquido poi rifluisse lungo l'esofago fino a riversarsi nella cavità orale. Essendo il processo di salivazione ritenuto come un'ascensione di liquidi, si faceva riferimento a questa secrezione come "il liquido che saliva" (e cioè che risaliva dallo stomaco). Dal verbo "salire" quindi si deve l'origine della parola "saliva".

etimologia-20

CANCELLO
Portone che sbarra il percorso di un cammino. L'origine di questa parola risale ai tempi in cui gli spostamenti in terre lontane erano organizzati secondo i disegni tracciati su mappe realizzate su papiri o cuoi arrotolati. Ogni volta che veniva costruito un cancello che bloccava una via tracciata sulla mappa, il viaggiatore era costretto a prendere atto che quel cammino disegnato non esisteva più, percui era costretto a cancellarlo con la gomma dal disegno della mappa.
Dall'atto di dover "cancellare con la gomma" dunque derivò la parola "cancello".

evoluzione crudele

L'evoluzione della vita non ha nulla a che vedere con la felicità degli individui, purtroppo.
Se fosse più efficiente in termini di riproduzione generare esseri che soffrono terribilmente, agonizzando torturati senza un secondo di pace o di allegria, allora la vita evolverebbe in questo senso.

la verità su Marco Polo

Sappiate che in dialetto veneto Polo vuol dire Paolo!
Tipo il sestiere di San Polo a Venezia è come dire il quartiere di San Paolo.
Insomma, solo perché non è stato tradotto, ma il vero nome di Marco Polo è Marco Paolo!

be', che tipo di verità vi aspettavate?
non vi basta?

UruBuitre


le Français est difficile?

allora, di solito si dice: l'Inglese è facile perchè i verbi sono tutti uguali, mentre il francese ha la fama di essere difficilissimo perchè ogni forma verbale è differentissima dalle altre (oltre a un sacco di altre cose).
MA SARÀ POI VERO TUTTO CIÒ?
sorvoliamo ovviamente la pronuncia assurda di ciascuna di queste due lingue e anche tutte le riflessioni sulla loro grafia incongruente....
in realtà, parlando di grafia, il francese ha un vantaggio rispetto all'inglese, perché mentre quest'ultimo è aleatorio nel suo modo di scrivere e pronunciare le parole, il francese è un po' meglio: lungi da avere una relazione biunivoca tra scrittura e pronuncia (cioè se so come si scrive so al 99% come si pronuncia e se so come si pronuncia so al 99% come si scrive), almeno il francese ha una relazione univoca e cioè se sai come si pronuncia non saprai mai come si scrive correttamente, ma se sai come si scrive al 95% puoi pronunciarlo correttamente. cosa che l'inglese si sogna!
(notate che anche l'italiano non è poi così perfettamente biunivoco come si crede, tipo l'assenza di accenti rende impossibile distinguere "princípi" da "príncipi"; perché mai poi "ha" e "hai" hanno l'acca, mentre "abbiamo" e "avete" no? e come si spiega che "qualsiasi" abbia l'ultima esse sonora e non dolce?)

vabene, ma veniamo al nocciolo della questione sarà poi vero che l'inglese ha forme verbali estremamente semplici e il francese ha forme verbali estremamente complesse?
vediamo:
in inglese, per conoscere la coniugazione di un verbo regolare basta sapere la radice, tipo "dance" e poi ci sono 3 derivazioni da questa radice: il passato e il participio passato (uguali) = "danced" il gerundio "dancing" e nel presente, solo la forma alla terza persona presenta una esse "dances"
ecco tutto.

vediamo ora il francese:
prendiamo la coniugazione del verbo regolare "parler"...


beh... in effetti è giusto un pochino più complesso...
ogni tempo è diverso e ogni persona è diversa dall'altra, tranne rarissime eccezioni (tipo "je parle" e "il parle", in cui "parle" si scrive uguale).
questo è vero, insomma, l'inglese vince in semplicità!
ma se ben osserviamo il caso del francese, anche se esce perdente da questa competizione, possiamo osservare delle cose molto interessanti:
nel francese parlato, colloquiale, informale il passato remoto non si usa MAI, così come un sacco di altre forme, tipo il condizionale... loro non dicono MAI "se andassi ti chiamerei", ma dicono "se vado ti chiamo" e MAI dicono "se avessi parlato ti avrei capito", ma è perfettamente corretta e usata la forma "se parlavi ti capivo".
questa cosa già fornirebbe di per sè una notevole semplificazione a tutto il congiunto della coniugazione del verbo, ma aggiungiamo anche che tutti i francesi invece di dire "nous allons" usano la forma "on va" cioè "si va".
questa mutazione della prima persona plurale genera una cosa assai interessante e cioè...
la coniugazione del presente indicativo che apparentemente presenta tutta una serie di verbi tutti diversi per ogni persona, in realtà si pronuncia quasi tutta uguale!
infatti IO, TU, LUI, NOI e LORO vengono tutti pronunciati "parl" anche se si scrivono in modo diverso!


quindi almeno per quanto riguarda il presente, siamo ai livelli dell'inglese in cui solo la terza persona singolare varia (con l'aggiunta di una -S): il francese ha solo la seconda plurale che varia (e cioè invece di essere pronunciata solo la radice del verbo "parl", si aggiunge una).
ovviamente questo soltanto per quanto riguarda pronuncia, ma è già qualcosa, insomma!

ma vediamo ancora un'altra cosa:
abbiamo detto che "parlez" si pronuncia "parlè", no?
non vi ricorda qualcosa questa pronuncia?
esatto: "parlez" ha la stessissima pronuncia di "parler" (infinito), di "parlais/ parlait" (passato, imperfetto) e di "parlé" (participio passato)!
beh, intanto notiamo che il fatto che in francese un passato semplice e il participio passato si pronuncino uguali non è così distante dall'inglese in cui "danced" è sia passato semplice che participio passato!

altro elemento: in inglese si costruiscono forme verbali aggiungendo elementi, tipo:
"I have danced" è un passato mentre "I'm going to dance" è un futuro (tralasciamo forme più astruse tipo "i would have been dancing" o cose del genere), vuol dire che l'inglese è facile perchè ti impari i verbi "to have" e "to go" e già fai un passato e un futuro.
in francese è uguale:
impari il verbo "avoir" (= to have) e fai il passato: "j'ai parlé", "il a parlé", "ils ont parlé"...
impari il verbo "aller" (= to go) e fai il futuro: "je vais parler", "vous allez paler"...
(ricordare che "parler" si pronuncia uguale a "parlé").

insomma, un sacco di semplificazioni (se solo il francese si scrivesse come si pronuncia... mannaggia!)
tipo guardate quante forme verbali si pronunciano uguali (anche se si scrivono diversamente)
pronuncia: PARLÉ


e quante invece sono pronunciate PARL' anche se scritte in mille modi diversi.


le coniugazioni delle altre forme verbali, sebbene quasi inutilizzate nel francese parlato, purtroppo esistono, ma anche queste hanno varie pronuncie coincidenti, tipo il "PARLÀ" o il "PARLRÀ"
ecco la prova:


insomma, vabbé l'inglese è più semplice che il francese per quanto riguarda le forme verbali, ma in fondo, se il francese adottasse un altro sistema di scrittura e abbandonasse un sacco di forme verbali in disuso e presenti solo nella forma ufficiale e formale, non si allontanerebbe poi così tanto dall'inglese!
c'est tout
à la prochaine!

micro totem

Conversando con los artistas Simone Souza e Luís Benício Silva (del Vale do Catimbau, Pernambuco, Brasil), acabé cogiendo en mis manos una de sus herramientas de trabajo y un trocito de madera que ellos usan para sus esculturas maravillosas.
Entre risas y relatos nació mi mini-totem.
El primero de una serie futura?
Quién sabe...




scritte a metà

a volte le scritte a metà possono nascondere dei messaggi un po' sconvolgenti...!!!


è il caso della scritta che sta dietro i camion in Brasile:
VEÍCULO LONGO
addirittura 25,70 metri!
complimenti

laberinto en la cabeza


homenagem a Zé Bezerra

Uma pequena homenagem ao grande artista plástico pernambucano Zé Bezerra.
Retrato de um escultor louquinho.


Muito prazer de tê-lo conhecido no belo Vale do Catimbau.
Esse retrato é um humilde presente que atualmente se encontra na casa do famoso artista.

cacciatore di nuvole